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giovedì 25 Aprile 2024
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    Lettera aperta che spiega i motivi che hanno causato la sua esclusione dalle elezioni

    GREVE IN CHIANTI – E' una lettera dolorosa, in cui Paolo Stecchi, consigliere comunale uscente per l'omonima lista civica, chiede scusa ai cittadini per l'esclusione dalle prossime elezioni amministrative del 25 maggio.

     

    Spiega i motivi, per filo e per segno, ricostruendo tutta la vicenda. Vi riportiamo qui sotto in forma integrale la lettera aperta.

     

    Egregi Concittadini,

     

    chiedo scusa a tutti voi per l'errore che ha causato l'esclusione definitiva della mia lista dalla tornata elettorale del prossimo 25 maggio.

     

    La legge non ammette l'ignoranza. Ma la legge dovrebbe anche garantire trasparenza, massima correttezza delle procedure e le Amministrazioni dovrebbero garantire la legalità e la correttezza delle informazioni che vengono rilasciate, soprattutto quando la posta in gioco è la volontà dei cittadini, l'Amministrazione di un Comune e quindi in parole povere il futuro di un Comune.
     

     

    Veniamo ai fatti: una volta trovati i dodici candidati a Consigliere che hanno accettato di far parte della squadra, mi sono recato in Comune all'ufficio preposto per le elezioni, dove ho chiesto i fogli per la sottoscrizione (dovevamo raccogliere fra le 100 e le 200 firme), fogli che ancora non avevano a disposizione. Mi sono recato quindi al primo piano del Palazzo Comunale ed ho chiesto se era possibile farmi avere questi fogli.

     

    Cortesemente si sono attivati e mi hanno consegnato un foglio in A3 (uso bollo a quattro facciate). Sono sceso nuovamente al piano terra dove ho consegnato il foglio che mi era stato fornito, facendo presente che quello non mi sarebbe bastato dato che conteneva solamente lo spazio per 40 firme.

     

    Il dipendente mi ha fatto due fotocopie (in A4 dove era possibile raccogliere 20 firme) della terza pagina del documento in A3 e  mi ha detto di usare il primo foglio (in A3) come “Madre” e gli altri (in A4) di metterli dentro al primo come “Figlie”.
     

     

    Per maggior sicurezza sono andato su internet a vedere le Istruzioni elaborate dal Ministero degli Interni per la presentazione delle Liste. I moduli che vi erano presentati in facsimile consistevano in pagine separate, confermando ciò che mi era stato stato detto negli Uffici del Comune.
     

     

    Come Consigliere Comunale ho i titoli per poter autenticare le sottoscrizioni apposte sui fogli e così ho iniziato la raccolta delle firme. Finito il foglio A3 ho cominciato a raccogliere le firme sui fogli in A4 e via via che questi venivano completati con le 20 firme venivano portati in Comune dove erano fotocopiati (in modo da conservare io l'originale) per poter dar modo agli Uffici Comunali di stampare i certificati attestanti che “i sottoscrittori sono iscritti nelle liste elettorali del Comune”.
     

     

    Nonostante questo sia avvenuto quattro volte nessuno del Comune mi ha mai fatto presente che la raccolta fatta in quella maniera non andava bene.
     

     

    Sabato mattina, 26 Aprile, alle ore 8,05 mi sono recato in Comune per depositare tutta la documentazione raccolta. Il Segretario Comunale dopo aver visto che i fogli separati (le Figlie in A4 dove erano state raccolte le firme) erano privi del Simbolo e della Lista dei Candidati mi ha detto che secondo Lei non andavano bene, al che ho replicato che avevo seguito ciò che mi era stato detto negli Uffici Comunali (di cui il Segretario Comunale è il responsabile) e che i fogli in questa maniera mi erano stati forniti dal Comune (tanto che due di questi erano su carta riciclata usata dal Comune), ho anche fatto presente che dalle Istruzioni del Ministero si capiva che erano fogli separati.
     

     

    La Commissione Elettorale Provinciale ci ha esclusi dalla competizione elettorale in quanto solo sul foglio in A3 erano riportati il Simbolo e la Lista dei candidati alla carica di Consigliere, mentre mancavano su quegli in A4.

     

     

    Ci siamo così rivolti al TAR adducendo:
     

    1)    che le 111 firme erano state autenticate da un solo Autenticatore. Perché un solo Autenticatore doveva avere più simboli e più Liste di Candidati? Se vi sono più Autenticatori è giusto che ci siano più liste e più simboli dato che una sola lista e un solo simbolo non possono essere da più parti contemporaneamente;
     

    2)    che i dati di 99 sottoscrittori, su 111 firme raccolte, sono stati scritti di pugno proprio dall'unico Autenticatore;
     

    3)    che l'Autenticatore era nello stesso tempo il Candidato Sindaco e Consigliere Comunale in carica della Lista che porta lo stesso nome e lo stesso simbolo di quella per cui si richiedeva la firma;
     

    4)    in un giorno e mezzo ho raccolto e depositato al TAR 67 Autocertificazioni, su 111 firme (solo per mancanza di tempo), per confermare ai Giudici che colui che aveva firmato aveva visto sia il Simbolo che la Lista.
     

     

    Il TAR ci ha respinto il ricorso perché ognuna delle pagine contenenti le firme doveva riportare sia il Simbolo che la Lista dei Candidati  e non bastava che i fogli separati fossero attaccati da spillatura, perché questo comporta, secondo il TAR, che non è “acclarata la piena consapevolezza dei firmatari” che avrebbero potuto aver firmato, così, una qualsiasi altra sottoscrizione.
     

     

    A niente è servito il deposito delle 67 autocertificazioni perché il TAR le ha ritenute integrative, concludendo che non si può integrare ciò che nella forma era “invalido all'origine”.  

     

    Il 2 Maggio il TAR Puglia, Sezione di Bari, accoglie il ricorso di una Lista con all'incirca le nostre caratteristiche.
     

     

    Questo ci ha spinti a rivolgersi al Consiglio di Stato, anche per tutelare la volontà dei cittadini che secondo noi non può essere “calpestata” dalla forma con cui devono essere riempiti i fogli,  forma che nasce già viziata in partenza dallo stesso ente che invece dovrebbe fornire una documentazione immune da qualsiasi interpretazione o dubbio.

     

    Siamo pienamente d'accordo che ci debba essere una forma, ma se viene dimostrato che i cittadini erano pienamente consapevoli di cosa hanno firmato…. la volontà popolare dovrebbe essere superiore alla burocrazia.
     

     

    Purtroppo anche il Consiglio di Stato ci ha respinto il ricorso adducendo in più, rispetto al TAR, che le 67 Autocertificazioni non possono essere prese in considerazione in quanto non esiste una sanatoria nella competizione elettorale.
     

     

    Frustrazione di dover pagare il dazio di un sistema italiano di raccolta firme che è congegnato in maniera tale per cui non c'è  nessuna garanzia che il sottoscrittore sia consapevole di cosa firmi.
     

     

    Morale della favola, se ci pensate bene e per assurdo, le nostre sottoscrizioni con l'aggiunta delle Autocertificazioni sono più valide di tutte le sottoscrizioni raccolte in tutta Italia in quanto il sistema di raccolta così come è congegnato non dà nessuna garanzia che il sottoscrittore sia consapevole di cosa firmi. Conclusione……..noi siamo fuori gli altri dentro!

     

    Scusatemi ancora tutti per questa disavventura.

     

    Paolo Stecchi

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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