GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – In seguito alla vicenda dei due bambini usciti, fuggiti in prartica, dalla scuola primaria “Marconi” in via di Lilliano e Meoli a Grassina, Il Gazzettino del Chianti ha contattato la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Antonino Caponnetto”, Maria Luisa Rainaldi.
“Sono rammaricata e dispiaciuta e capisco lo sgomento dei genitori, di tutti i genitori, perché quando si mandano i bambini a scuola siamo tranquilli” inizia la preside.
“Per capire la dinamica di quanto successo – spiega – bisogna aver presente l’edifico della scuola “Marconi”, che è un labirinto. Se anche avessi avuto in servizio i cinque custodi, che sono l’organico a disposizione di quel plesso, e un ragazzo avesse voluto trovare il modo di uscire da quella scuola lo avrebbe trovato. Siccome era premeditata la loro uscita io voglio spiegare com’è andata”.
“Aggiungo subito – riprende Rainaldi – che non ho riscontrato negligenza di nessuno. Quella mattina i custodi erano tutti dove dovevano essere: non si tratta di qualcuno che si è distratto e loro sono scappati. Si tratta di bambini che hanno studiato il modo per uscire da scuola, osservando le dinamiche e approfittando delle debolezze che ci sono dovute all’organico sottodimensionato”.
“Il custode è all’ingresso dove arriva il pulmino – spiega Rainaldi – L’operatrice del pulmino entra nella scuola dall’ingresso principale, vicino alle cucine, e lascia i bambini all’interno, a fianco della rampa delle scale. Le classi prime sono al secondo piano, perché al piano terra ci sono le classi seconde con alcuni bambini disabili. I bambini quindi salgono due rampe di scale per arrivare nel corridoio dove li accolgono le maestre, fuori dalle aule”.
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Ma come è andata quindi? “I due bambini – risponde la dirigente scolastica – invece di arrivare nel corridoio, entrano nella palestra aprendo una porta secondaria. Ricordiamoci che in quel momento i due custodi sono all’ingresso. Nessuno vede i due bambini che si trovano in palestra. Esaurite le operazioni di afflusso uno dei custodi va nella sua postazione, dove si trova il citofono piuttosto che l’apertura automatizzata del cancello, oltre al telefono. L’altro custode va in giro per le classi per raccogliere le presenze e per sorvegliare i corridoi”.
“Bisogna avere ben presente la struttura della scuola di cui si sta parlando, in cui ci sono le classi che non possono vedere ciò che succede negli altri corridoi” sottolinea ancora una volta la professoressa.
Che poi, prosegue la ricostruzione: “I due alunni vengono segnati assenti sia sul registro che per la mensa. Loro intanto escono dalla porta di emergenza della palestra, vanno nel giardino e si dirigono verso un punto della rete di recinzione dove c’è un varco, e non una rottura, ovvero lo spazio che c’è nella parte finale della rete. Alzano la rete ed escono. Dalla scuola vanno a piedi in piazza di Grassina, prendono l’autobus di linea ed arrivano in centro a Firenze”.
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“Noi stiamo facendo il massimo con l’organico che abbiamo – ribadisce Rainaldi – perché, ripeto, siamo sottodimensionati per numero di custodi. Questo edifico ha cinque custodi, più di tutte le altre scuole del nostro Comprensivo: e se anche li avessimo avuti tutti in servizio, per come è fatto, se avessero voluto studiare il modo per uscire lo avrebbero trovato. L’incredulità è che parliamo di bambini di sei anni”.
“Cercheremo di capire dove andare a migliorare – aggiunge ancora – e deve far riflettere che come scuola svolgiamo un servizio fondamentale. Per cui noi delle risorse ne abbiamo bisogno”.
“In merito all’allarme installato sulle porte – ci dice ancora la dirigente scolastica – ci sono due versioni contrastanti, in quanto i bambini avrebbero raccontato che aprendo una delle due porte della palestra sarebbe suonato l’allarme ed un custode sarebbe arrivato a controllare e a richiuderla mentre loro erano nascosti. Non confermata dal custode, che dice di non aver sentito suonare nessun allarme”.
Poi, la conclusione. Con una punta di rammarico: e anche se non viene citato, il riferimento è probabilmente al sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini.
“Spiace constatare – dice amareggiata la dirigente scolastica del Comprensivo “Caponnetto” – come sia partito il gioco dello scaricabile, per trovare il capro espiatorio. Per quanto mi riguarda sono abituata a assumermi tutte le eventuali responsabilità, se ci sono errori sono pronta a pagare. Ma mi sento tranquilla, perché noi facciamo il massimo con le risorse a disposizione, in una struttura complessa e grande, piena di vie di fuga, che francamente avrebbe bisogno di essere ristrutturata”.
“Voglio confidare invece nel gioco di squadra – conclude – Si tratta di bambini piccoli e, in questi casi, mi augurerei invece che insieme cercassimo di capire come certi eventi non debbano più succedere. A tutto il personale della “Marconi” va il pieno sostegno”.
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