STRADA (GREVE IN CHIANTI) –Â La famiglia Rosolacci ha donato un defibrillatore alla Croce Rossa di Strada in Chianti.
“Mercoledì 22 maggio – dice Federico Silei – c’è stata una piccola cerimonia di consegna per un nuovo defibrillatore che è stato donato alla Croce Rossa di Strada in Chianti dalle figlie dei coniugi Rosolacci, Bruno e Fedora. Un gesto di generositĂ che non ci ha lasciati indifferenti e che anzi, vogliamo ringraziare a valorizzare come meglio possiamo”.
Federico è dipendente dell’associazione e Tranier TSSA della Croce Rossa.
“Con i tanti servizi non emergenziali che abbiamo fatto per i genitori – ci spiega – abbiamo instaurato un rapporto di amicizia con la famiglia”.
“Quando ci hanno chiesto come potevano fare ad aiutare l’associazione con una donazione – aggiunge – abbiamo pensato che migliorare ed ampliare la copertura di dispositivi salvavita anche in ambulanze dove non è obbligatorio, sia un bel messaggio da mandare a tutti”.
“Ormai sappiamo per certo – prosegue Federico – che in caso di necessitĂ , se si dispone di attrezzatura adeguata e personale formato, i primi 10 minuti sono fondamentali per salvare la vita ad una persona che viene colpita da arresto cardiaco”.
“Ultimo eclatante esempio – ricorda – quello del TikToker 25enne Davide Patron, che è stato salvato sul treno in direzione Parigi, dall’intervento di alcuni passeggeri con l’utilizzo del defibrillatore presente sul treno”.
“Con le figlie e tutta l’associazione – sottolinea Federico – abbiamo scelto un defibrillatore anche per mandare un messaggio importante a tutti”.
“Qualunque cittadino – rimarca – dovrebbe fare un corso base per l’utilizzo del defibrillatore e di pronto soccorso in generale. Sono strumenti semplici da adoperare e si possono salvare davvero delle vite”.
“Il gesto delle figlie di Bruno e Fedora – dice Angelo Sarri, presidente della Croce Rossa Italiana di Strada in Chianti – è davvero un’occasione che ci deve far riflettere sull’importanza del volontariato e del servizio pubblico nazionale”.
“Senza i volontari – conclude – migliaia di visite giornaliere non verrebbero fatte da persone che ne hanno bisogno. E avere a disposizione formazione ed attrezzatura adeguata, fa davvero la differenza tra salvare la vita alle persone e, purtroppo, non riuscirci”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA