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venerdì 29 Marzo 2024
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    L’addio a Niccolò Montecchi, i viticoltori di San Casciano Classico: “Non ti scorderemo”

    Aveva 43 anni, vignaiolo a Cigliano, era vicepresidente dell'associazione: "Doti rare di gentilezza e sensibilità"

    SAN CASCIANO – Tanto dolore. Ma anche tanto amore e tanta vicinanza. Sono giorni molto tristi a San Casciano, dove a 43 anni si è spento Niccolò Montecchi.

     

    Persona appassionata e delicata, vignaiolo legato a triplo filo alla sua Fattoria del Cigliano, spesso aperta ai tanti che hanno voluto conoscerla e visitarla.

     

    Questo di seguito è il ricordo dell'associazione San Casciano Classico (i viticoltori sancascianesi che fanno parte del Consorzio Vino Chianti Classico), della quale Niccolò era vicepresidente, e di un gruppo di amici.

     

     

    Pochi mesi fa, nel novembre 2018, si era realizzato un sogno. Ovvero la nascita dell’associazione delle aziende vitivinicole del Gallo Nero del territorio di San Casciano, “San Casciano Classico”.

     

    Tra questi il vicepresidente era Niccolò Montecchi dell’azienda Villa del Cigliano, un amico oltre a essere un collega, che aveva delle doti sempre più rare con una grande sensibilità e una grande gentilezza con le persone.

     

    Aveva sempre un sorriso per tutti, oltre ad essere un vignaiolo appassionato del territorio.

     

    Niccolò negli anni si era sempre adoperato in questi anni nel raggiungere il risultato affinché anche nel comune di San Casciano esistesse un’associazione di viticoltori del Chianti Classico di San Casciano, che tengono alto il nome del territorio con il compito di fare comunicazione.

     

    Nei suoi vini si può trovare ancora la sua semplicità e la sua grande passione molto legati alla tradizione ma anche una notevole modernità.

     

    Niccolò ci teneva tantissimo a far nascere l’associazione “San Casciano Classico”, eravamo arrivati al primo passo importante e poi purtroppo è venuto a mancare. Non lo scorderemo mai.

     

    “Il Chianti Classico è una delle denominazioni più antiche e più rinomate che abbiamo in Italia, quello che voglio fare è appunto di rispecchiare l’antico modo di farlo, questo passo in vigna attraverso l’utilizzo di vitigni autoctoni.

     

    Io preferisco mantenere il concetto di uvaggio, quindi un insieme uve che vanno a formare un brand, non uso vini internazionali.

     

    Spesso dietro a una bottiglia di vino che si vede sullo scaffale di un supermercato, non ci si rende conto di quanto lavoro ci sia e lì anche diventa molto importante il concetto di vignaiolo e artigiano.

     

    La gestione della campagna è qualcosa che da delle grandissime soddisfazioni ma da anche un grandissimo peso.

     

    Chi viene qui resta sicuramente esterrefatto non solo della bellezza, ma si rende conto anche di cosa vuol dire produrre un vino”.

     

    Niccolò Montecchi

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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