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martedì 30 Aprile 2024
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    Ancora per alcuni giorni le opere di Carlo Fagiani in mostra nello showroom della Fonderia Del Giudice

    "Voglio che siano le persone a finire di leggere la mia opera e a dargli la forma ed il significato che percepiscono"

    GREVE IN CHIANTI – Ancora per alcuni giorni, presso lo showroom della Fonderia del Giudice, in piazza Matteotti a Greve in Chianti, mostrerà la sua anima, attraverso le sue opere, Carlo Fagiani.

    Per 33 anni ha avuto un laboratorio artigianale di scarpe nella frazione di Panzano in Chianti: conosciuto da tutti per la sua ecletticità e la sua capacità innata di trasmettere, la bellezza della sua vita artistica nelle sue opere.

    Un percorso artistico che si sviluppa con la musica, batterista rock, membro di tante importanti band e poi spostatosi verso il Jazz e l’improvvisazione. Arriva a Panzano per scappare dal caos cittadino ed immergersi nella vita di campagna.

    Da sempre affianca alla musica altre espressioni di se stesso, come la pittura e la scultura ed è attraverso il ritratto ad un calzolaio, comincia a produrre in proprio le scarpe.

    Dopo 33 anni di produzione di scarpe, che percepisce da sempre come una cosa fatta quasi per scherzo, smette e si trasferisce a Firenze.

    Dove decide di concentrarsi su ciò che davvero gli dava maggior soddisfazione personale, la musica, il dipingere e la realizzazione di piccole sculture, che grazie alla Fonderia del Giudice, trasforma in piccoli bronzi.

    “Ormai da tempo – dice Carlo – mi dedico molto ad un progetto che ho chiamato “Disegni in Movimento”. Prendo dei miei dipinti, li stampo su indumenti e faccio in modo che l’arte diventi parte in movimento nella vita quotidiana delle persone. Sempre con questa idea realizzo piccole statuine di bronzo, pensate per diventare oggetti di design, da tenere nelle abitazioni e far sì che diventino parte attiva nella vita di tutti.”

    “I quadri che ho qui esposto – prosegue – li ho scelti grazie all’aiuto di Sarah Del Giudice, e fanno parte della mia terza e più recente fase creativa. Tutte le mie opere cominciano da delle forme, nella quali io vedo qualcosa; e poi un flusso che parte dalla mia anima, dalle mie emozioni, attraverso le mie mani, arriva sulle tele o sul gesso”.

    “In tutte le opere – rimarca – provo a far percepire chiaramente dei punti e cerco di trasmettere le mie sensazioni, ma voglio che siano le persone a finire di leggere la mia opera e a dargli la forma ed il significato che percepiscono”.

    “Quando sono andata a casa di Carlo – dice Sarah Del Giudice – sono rimasta impressionata dalla vita che quell’abitazione trasmette. E dalle tantissime opere che Carlo conserva e nelle quali si riconoscono i suoi periodi. E soprattutto si rivede Carlo, la sua anima, la sua storia e le sue emozioni”.

    “Alcune opere sono il frutto di lavori che durano anche anni – conclude Carlo – l’importante per me non è la perfezione tecnica, ma l’emozione ed i sentimenti che cerco di trasmettere in ogni mia opera. Sui quadri ed i dipinti faccio tutto da solo, ma per il bronzo, ho trovato nella Fonderia Del Giudice, un compagno di cammino importantissimo. Comprendono perfettamente le emozioni che cerco di trasmettere e grazie alla loro maestria, riescono a realizzare l’opera che avevo pensato”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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