BAGNO A RIPOLI – “Il caso di Bagno a Ripoli è il simbolo della triste sorte dei comuni della cintura urbana fiorentina, i cui interessi sono subordinati allo strapotere di Firenze. Lo strangolamento da traffico a cui assistiamo in queste settimane ne è la riprova”.
A dirlo cono Franco Banchi ed Andrea Poli, presidente e membro della direzione del PTE (Popolari Toscani Europei).
“Bagno a Ripoli è snodo cruciale della viabilità verso il capoluogo – proseguono Banchi e Poli – che provengono da svariate direttrici del quadrante sud, attraverso la provinciale di Rosano, San Donato ed il Chianti, senza dimenticare l’accesso a Firenze Sud”.
“Chi come noi risiede o lavora in questo comune – ribadiscono – sa che tutte queste vie di accesso alla città sono già particolarmente sovraccariche”.
“Tutto questo è anche frutto di clamorosi ritardi nell’ammodernamento e razionalizzazione della viabilità – denunciano – Basti pensare alla chimera del secondo ponte di Vallina (di cui si parla da decenni e decenni) in presenza di continui intasamenti nella SP 34, alla vetustà del tracciato di San Donato (SP 1), ai ritardi nel completamento del bypass di Grassina. E su tutto all’impreparazione nell’affrontare i numerosi disagi, ormai endemici, provocati dai lavori sull’A1”.
“In presenza di questi disagi annosi e cronici – rincarano – l’emergenza di queste settimane ha dato il colpo di grazia. Questo vero e proprio corto circuito doveva assolutamente essere anticipato. Il sindaco di Bagno a Ripoli ha fatto il suo ad alzare la voce, ma c’è da chiedersi: perché il destinatario della protesta non ha ritenuto opportuno coordinarsi preventivamente con lui? E torniamo al punto iniziale. Ha ragione Orwell: tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.
“In secondo luogo – evidenziano Banchi e Poli – le rimostranze del sindaco di Bagno a Ripoli sono giuste, ma parziali. Il suo Comune ormai da tempo, nei fatti, dipende dalle scelte compiute da Firenze, ma l’amministrazione comunale fiorentina non è tenuta a occuparsi se non degli interessi della popolazione fiorentina, anche quando contrastano con quelli dei cittadini ripolesi”.
I due esponenti del PTE tornano così sulla loro recente proposta: “Può sembrare una proposta provocatoria, ma da tutte le considerazioni fatte in precedenza, il modo ottimale per contemperare gli interessi legittimi dei cittadini di Firenze e di Bagno a Ripoli è procedere alla fusione dei due Comuni, la cui utilità emerge sempre più frequentemente”.
“Di recente – esemplificano – lo si è constatato per la questione della viabilità di Ponte a Niccheri e dell’accesso alla variante di Grassina, che appunto insiste nella zona di confine fra Firenze e Bagno a Ripoli. Non solo il Sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti, ma anche l’ex sindaco Francesco Casini, oggi consigliere comunale a Firenze, traggano da queste problematiche le ragionevoli conseguenze”.
“E propongano – suggeriscono – di avviare nelle sedi istituzionali e nell’opinione pubblica una discussione su modalità e tempi della fusione di Firenze con Bagno a Ripoli (ed eventualmente con altri Comuni della cintura fiorentina), secondo un progetto prospettato già dal sindaco Nardella e approvato dal Pd regionale qualche anno fa, e poi bocciato dal Pd dei Comuni della periferia”.
“E ci sembra ormai acclarato che anche in questo caso – concludono Banchi e Poli – non ci sia un grande accordo tra esponenti politici locali e quelli confinanti dello stesso partito o alleati”.
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