SAN GAUDENZIO (SAN CASCIANO) – Un pomeriggio tranquillo si è trasformato in una tragedia nei pressi di località San Gaudenzio, a Campoli, sabato scorso, 4 ottobre.
Un cane di grossa taglia, un molossoide, ha aggredito e ucciso Athos, un cane di taglia media che stava passeggiando insieme alla sua padrona, Lisa.
“Erano circa le 18, stavo facendo la solita passeggiata con il mio cane (al guinzaglio, n.d.r.) – ci racconta Lisa- In lontananza ho visto due mie vicine che guardavano verso il bosco. Sentivo dei rumori, come se stessero chiamando qualcuno”.
“Poi – prosegue ripercorrendo quei momenti – all’improvviso, è spuntato questo cane enorme, senza guinzaglio e senza padroni nei paraggi”.
“Non ho nemmeno avuto il tempo di reagire – dice – ha puntato il mio cane e gli è corso incontro. In pochi secondi si è scagliato su di lui”.
“Ho provato di tutto – le parole descrivono un vero e proprio dramma – ho urlato, ho cercato di dividerli, ma non c’è stato nulla da fare. In un attimo Athos è stato ucciso, proprio davanti casa mia.”
Lisa spiega che non era la prima volta che quel cane si comporta in modo strano: “Già qualche anno fa mio marito lo aveva incontrato mentre passeggiava col nostro cane. L’animale lo aveva seguito per un bel pezzo, senza mai allontanarsi, e già allora ci aveva messo un po’ di paura”.
I proprietari del cane aggressore sono anziani – ci riferiscono i proprietari di Athos – e dovrebbero rendersi conto della situazione.
“Lo diciamo senza cattiveria – riprendono con ammirevole lucidità – ma forse non hanno più la forza per gestire un animale di quella stazza. È pericoloso, non solo per gli altri cani ma anche per le persone”.
Lisa e Zaccheo vogliono lanciare un appello alle istituzioni: “Bisogna rivedere la burocrazia legata all’affidamento dei cani, soprattutto quelli di grossa taglia. Serve responsabilità. È come avere un’arma”.
“Come esiste il porto d’armi – aggiungono – dovrebbe esistere anche qualcosa di simile per certi cani, ovviamente in base alla razza. Se ho il porto d’armi per un fucile, non posso certo usare un mitra”.
Intanto sono partite le procedure di denuncia civile, visto che non sono coinvolte persone ma solo animali, ma per la coppia, la questione non è solo legale: c’è anche un forte impatto psicologico.
“Abbiamo deciso di iniziare un percorso psicologico – ci raccontano –. Non è solo per la perdita, ma per lo shock che abbiamo vissuto. Tempo, soldi e dolore che potevano essere evitati”.
“Athos non c’è più, ma quello che è successo poteva capitare a chiunque. A un bambino, a un anziano, a un altro cane. Fate attenzione, davvero” concludono Lisa e Zaccheo.
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