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sabato 20 Dicembre 2025
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    Barberino Tavarnelle, a 71 anni l’ultimo saluto alla maestra Gina Vella. Il dolore di una comunità, i ricordi

    La ex collega, l'amico, la figlia, il nipote: quattro testimonianze del grande lascito, di amore, affetto, complicità, bellezza, lasciato da questa donna che ha visto crescere generazioni di tavarnellini

    BARBERINO TAVARNELLE – All’età di 71 anni è venuta a mancare, a causa di una brutta malattia che in pochissimo tempo se l’è portata via, Gina Vella, per tutti “la maestra Gina”.

    Quella di sabato 13 dicembre è stata una giornata tristissima non solo per i familiari e gli amici, ma anche per tutti coloro che sono stati suoi studenti e genitori di quegli studenti, per i colleghi e le colleghe: insomma un po’ per tutta la comunità di Barberino Tavarnelle.

    Quella stessa comunità che martedì alle 15, in occasione della cerimonia funebre, ha letteralmente riempito la chiesa di Santa Lucia al Borghetto, intorno alla quale Gina, il marito Ivo Barbetti e la figlia Silvia hanno sempre gravitato, per la quale si sono sempre messi a disposizione.

    Fra l’altro proprio al Borghetto, lo scorso 19 ottobre, Gina e Ivo avevano celebrato le nozze d’oro: un bellissimo traguardo che aveva suggellato cinquant’anni di felice matrimonio.   

    Dopo la sua famiglia, la sua seconda casa è stata la scuola. Lì la maestra Gina ha visto crescere generazioni di alunni, a cui ha insegnato non solo matematica, scienze e geografia, ma anche tanto altro, che va oltre la didattica.

    Tutti, seppur trascorsi tanti anni dalle elementari, la salutavano e abbracciavano quando la rincontravano in paese; molti sono passati a trovarla; alcuni sono persino diventati suoi colleghi, suscitando in lei grande gioia e orgoglio.

    Anche noi del Gazzettino del Chianti ce la ricordiamo bene mentre girava tra i banchi di scuola, piccolina di statura ma di grande cuore, con gli occhiali, gli abiti colorati e la sua contagiosa allegria.

    La ricordiamo bene a fianco della maestra Grazia Graziani, della quale è stata, oltre che collega per ben venticinque anni, anche un’amica sincera, per la cui scomparsa ha sofferto molto.

    Proprio in questa triste circostanza, a gennaio del 2022, contattammo Gina. Tracciò un commovente ritratto della sua compagna di viaggio (lo potete rileggere qui). Dopo aver letto l’articolo, ci ringraziò e ci confidò di essersi commossa.  

    Chissà se ora, da lassù, si commuoverà vedendo quanta gente (colleghi, amici, familiari…) le ha voluto bene e quanto gliene ha voluto…

    BARBARA CIPRIANI

    “Gina era una persona splendida – a parlare è un’altra collega storica, Barbara Cipriani, a fianco a lei per più di dieci anni – con cui mi sono trovata benissimo, sin dall’inizio: appena seppe che avrei lavorato con lei, mi chiamò, entusiasta”.

    “Si metteva sempre in gioco, non si tirava mai indietro – racconta – Un anno con la quinta mettemmo in scena “Il mago di Oz” in inglese: nonostante un’iniziale titubanza sulla lingua, si lanciò in questa avventura. E, nonostante la sua esperienza, maggiore della mia, si affidò a me”.

    “Aveva una grande apertura al dialogo, anche con le famiglie – prosegue – Era sempre pronta ad aiutare chi vedeva in difficoltà. Era di una disponibilità unica, infinita. Era una di quelle persone che auguro a tutti di incontrare almeno una volta nella vita”.

    “Le piaceva cantare e ballare – dice – Per un periodo, all’ingresso della scuola, mise con l’altoparlante la canzone “Buongiorno a te” di Pavarotti, con cui accoglieva tutti gli alunni, e la cantava. I bambini entravano, qualcuno era ancora assonnato, ma questo buongiorno gli strappava un sorriso”.

    “Una volta – ricorda – a mensa prese il coperchio di una pentola e un mestolo di legno e si mise a scandire dei ritmi, che poi i bambini riproducevano con le mani: fu una festa. Aveva tante idee come queste per coinvolgere non solo la classe, ma tutta la comunità scolastica, e lo faceva sempre con il sorriso”.

    “Le piaceva tantissimo anche partecipare alle gite: abbiamo portato i ragazzi a Firenze, a Marina di Pisa… – Barbara rivive, sorridendo, questi attimi indimenticabili – Sulla spiaggia si mise a giocare: si divertiva proprio”.   

    SERGIO BERTI

    “Siamo un gruppo di quattordici amici da sessant’anni, alcuni da settanta – la parola passa a Sergio Berti – La Gina è entrata a farne parte a pieno titolo quando si fidanzò con Ivo, alla fine degli anni Sessanta”.

    “Ci troviamo tutte le prime domeniche del mese per fare una cena – ci racconta – e riusciamo ancora a ridere insieme, come settant’anni fa”.  

    “La Gina era un’anima importante della comitiva – sottolinea – Era dolce, simpatica e le piaceva scherzare. Era famosa per la sua pasta con le sarde: quando ce la preparava, ci faceva un grandissimo regalo”.

    “Da ora niente sarà uguale a prima – dice Sergio, con grande malinconia – Però vogliamo continuare a ritrovarci: ogni volta che lo faremo, lei sarà parte del nostro gruppo”.

    SILVIA BARBETTI

    “Con la mia mamma era un sostenersi a vicenda – a parlare ora è la figlia, Silvia – Mi dava l’equilibrio quando mi serviva e allo stesso tempo io la sollecitavo, perché a volte era apprensiva: si preoccupava, soprattutto per “Franci”, mio figlio, per esempio quando aveva la febbre”. 

    “Quando è nato, Francesco è diventato il suo amore più grande: stravedeva per lui – ci confida – Gli dava consigli, anche riguardo alla scuola. Gli preparava il pranzo: adorava cucinare, preparava ogni piatto con cura. Ha condiviso con lui gite fuori porta, vacanze… Erano, anzi, eravamo un tutt’uno”.  

    “Era solare ed era sempre presente – tratteggia così il carattere della mamma – Dimostrava il suo affetto più con i gesti che con le parole: era il suo esserci sempre che ci faceva capire quanto ci tenesse a noi”.

    “Ci piaceva tanto stare insieme, abbiamo condiviso moltissimi momenti – dice – Innanzitutto ci accomunava la scuola. Quando andò in pensione, passai dall’infanzia alla primaria e lei ne fu molto felice. Ogni volta che avevo un dubbio, mi rivolgevo a lei, che sapeva sempre consigliarmi”.

    “Poi andavamo spesso in giro per i negozi a Firenze, mangiavamo insieme. C’era tanta spensieratezza in quelle giornate”, si commuove.

    “Una sua grande passione erano i viaggi – conclude Silvia – Lei e mio babbo Ivo sono stati a Gerusalemme, a San Pietroburgo, in Turchia e lo scorso settembre a Madrid, con don Rosario. Un luogo del cuore per noi era Assisi: ci siamo andati tutti insieme, i miei, mio marito e mio figlio”.   

    FRANCESCO

    “Cara nonna – inizia così la commovente lettera scritta dal nipote Francesco, di quattordici anni, che le era molto legato – da quando non sei più qui, il mondo sembra un po’ più silenzioso”.

    “Eri un porto sicuro – scrive – una presenza fatta di gesti semplici, di parole dette piano, di un amore che non chiedeva nulla in cambio, che ha lasciato in me e in ciascuno di noi un segno profondo”.

    “Ancora tutto questo non ci sembra vero – ammette – Ci sono giorni in cui ti penso all’improvviso, senza un motivo preciso, e altri in cui ti cerco nei ricordi, nelle parole che mi hai lasciato, nei gesti che mi hai insegnato senza nemmeno accorgertene”.

    “Mi manca il tuo modo di essere presente, la tua forza discreta, il tuo amore semplice e vero – continua, dichiarandole tutto il suo affetto – Sei stata un rifugio, un esempio, una certezza per molti. E, anche ora che non posso più vederti, sento che mi accompagni, che mi proteggi, che continui a vivere in tutto ciò che sono”.

    “Grazie, nonna, per l’amore, per il tempo, per la pazienza e per i valori che mi hai donato – così Francesco saluta l’amata nonna Gina – Nulla di tutto questo è andato perduto. È diventato parte di me e di noi. Per fortuna non ci sentiremo mai soli”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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