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martedì 30 Aprile 2024
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    Caos scuole a Impruneta, clamoroso sfogo del sindaco Calamandrei: “Mi fate schifo!”

    Durissimo post su Facebook: "Minacce per mia sorella, mio cognato, le mie nipotine! A me mimato il taglio della gola"

    IMPRUNETA – Lo sfogo, clamoroso nei termini e nella sostanza, arriva nella notte di Halloween.

     

    Dopo giorni di stress, di accuse, di rivolta dei genitori per l'ultimo caso nel mondo-scuola a Impruneta. ovvero la chiusura delle medie in piazza Accursio, il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei posta su Facebook righe piene di accuse. E rabbia.

     

    "Ho pensato molto prima di scrivere questo post – esordisce – e qualcuno dirà: un sindaco non può permettersi di esternare certe cose… ebbene, se ne farà una ragione. Credo (sicuramente mi sbaglio) di aver dimostrato che "gli schiaffi" gli sappia prendere nel bene o nel male in ciò che faccio e decido col partito e con la giunta".

     

    "Credo (probabilmente mi sbaglio) – prosegue – di non essermi mai sottratto al confronto anche con chi aveva posizioni estremamente diverse dalle mie e da quello che rappresento. Credo (indubbiamente a volte qualcosa sfugge a me e alla segreteria) di non essermi mai sottratto alle richieste di incontro. Così come credo fermamente che quelle che sono le decisioni di un sindaco, non debbano mai ricadere sulla propria famiglia".

     

    "Ormai – continua Calamandrei – mi sono abituato alla filastrocca "la fa facile, lui non ha figli" (riferito alle scuole) ma è altrettanto vero che ho due nipoti (fra l'altro che vengono da fuori comune, e quindi dal 2014 pagano il massimo di mensa e annessi) che frequentano la scuola dell'Istituto Omnicomprensivo Primo Levi di Impruneta. Ho digerito (e mia sorella lo scoprirà da questo post) le minacce che due anni fa, col "deportamento" delle medie da Impruneta a Tavarnuzze, ho ricevuto nei confronti di due bambine (all'epoca 8 e 5 anni) con biglietti anonimi del tipo "Non avrai figli ma conosciamo le tue nipoti… occhio!"".

     

    E' un fiume in piena Calamandrei: "Ho digerito minacce col segno del taglio della gola nel consiglio comunale aperto che molti di voi si ricorderanno, così come ho digerito, alla consegna della petizione di oltre 2.000 firme contro il trasferimento a Tavarnuzze delle medie di Impruneta, gente con i sanpietrinio di piazza Buondelmonti in mano che chiedevano se tirare prima quello nella mano destra o nella sinistra. E' tutto passato, e non porto rancore per nessuno".

     

    "Quello che, come Alessio mi ha fatto andare letteralmente in bestia – rincara – in questi giorni, è aver nuovamente tirato in ballo le mie nipoti, mia sorella, e mio cognato. Capisco che Impruneta sia una piccola comunità, dove più o meno tutti si conoscono, ma ho solo tre parole per queste persone: mi fate schifo.

     

    "E smettetela di millantare mail – evidenzia – messaggi e quant'altro con un "Ho scritto al Sindaco" quando niente mi è arrivato! Abbiate le palle di venire dal sottoscritto e sputargi tranquillamente in faccia tutto il vostro disappunto, il vostro rammarico, la vostra contrarietà, e anche la vostra rabbia. Io ci sono! Non vi azzardate mai più (come qualcuno ha fatto) a mettere nel mezzo persone che non c'entrano niente. Non vi permettete mai più! Vergognatevi. E non professate verbo!".

     

    "Il premier – dice citando Matteo Renzi – nei giorni scorsi ha detto: "Non so se cambierò la politica, so per certo che la politica non cambierà me". Chi mi conosce sa bene che, probabilmente, non sarò riuscito, nel piccolo, a cambiare la politica, ma che certamente la politica non ha cambiato me. Se qualcuno crede che la decisione presa venerdì mattina di chiudere la scuola media di Impruneta, sia stato fatto da parte mia a cuor leggero si sbaglia di grosso".

     

    "Ci sono decine di eventi – spiega – che purtroppo sono successi negli ultimi anni nelle scuole, eclatante il crollo a San Giuliano a seguito del terremoto con decine di bambini morti ed una generazione scomparsa. Massimo rispetto per i bambini che hanno perso la vita in quell'evento, ma personalmente (e non so perchè) ho nel cuore Vito Scafidi, 17 anni, morto a Rivoli (Torino) per un controsoffitto, staccatosi all'improvviso".

     

    "Stiamo sbagliando tutto? – conclude Calamandrei – Chiudo con una provocazione (sulle scuole nuove tornerò in seguito): non mi sento in colpa se dal 1985 (anno di inaugurazione delle scuole medie di Tavarnuzze), in questo comune si sono messe solo toppe senza avere una visione, un sogno. "Chi rinuncia ai propri sogni muore". Vi garantisco che stasera sono più vivo che mai".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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