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venerdì 29 Marzo 2024
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    Fiom Cgil, la denuncia: “L’Ugolini & C. di San Casciano fa pagare la crisi ai lavoratori”

    "Invitati a ridursi l'orario di lavoro". Ferri: "Costretti a decidere fra un licenziamento vero e uno... mascherato"

    PONTEROTTO (SAN CASCIANO) – "Le commesse diminuiscono e la Ugolini & C. di San Casciano, che opera nel settore della produzione di apparecchiature elettroniche di alta tecnologia, comunica ai 24 lavoratori che ridurrà il loro orario di lavoro da full time a un part time diversificato a  seconda delle necessità aziendali".

     

    La denuncia arriva dalla Fiom Cgil: ed è davvero stridente, a poche settimane dall'inaugurazione della Laika, con i sindacati in prima fila, arrivare a questo proprio in quella zona artigianale del Ponterotto, sede da anni della Ugolini &C. e, da gennaio appunto la nuova "casa" di Laika.

     

    “Questa la notizia che ci arriva all'indomani di un incontro in cui come Fiom avevamo proposto all'azienda di ricorrere all'uso degli ammortizzatori sociali rinnovando il contratto di solidarietà in scadenza il prossimo 31 marzo e ci è stato invece risposto che la Ugolini non è più in grado di sostenere i costi derivanti dall'utilizzo dello stesso”: a parlare è Claudia Ferri, della segreteria della Fiom Cgil di Firenze.

     

    “Siamo di fronte all'ultima frontiera della crisi – rincara – che vede un'azienda rifiutarsi di versare il contributo di cassa integrazione previsto per le ore di ammortizzatore eventualmente richieste perché a seguito dell'aggravio dei costi per le imprese è divenuto troppo caro. Il riferimento è alla riforma sul riordino degli ammortizzatori sociali introdotta col Jobs Act, che comporta per Ugolini il pagamento del 9% in più dei contributi rispetto a quelli versati per il contratto di solidarietà attualmente attivo".

     

    "Questi lavoratori – dice ancora Ferri – che finora si sono sempre dimostrati disponibili e comprensivi verso l'impresa, tanto da ritrovarsi più volte ad aspettare stipendi arretrati, si trovano oggi davanti ad un aut aut: dovranno decidere tra la proposta unilaterale di riduzione di orario, che per alcuni dipendenti arriva fino a dieci o sei ore la settimana, costituendo di fatto un licenziamento mascherato, o un licenziamento vero e proprio".

     

    "Si scaricano così interamente sulle spalle dei più deboli – conclude la rappresentante della segreteria Fiom Cgil di Firenze – gli effetti estremi di un sistema di misure in sostegno al reddito che si dimostra non funzionale rispetto alla crisi in essere. Chiediamo quindi a Ugolini di rivedere il suo atteggiamento di chiusura e tornare al tavolo di trattativa per individuare un percorso condiviso e sostenibile che tuteli i lavoratori e con essi l'attività”.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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