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venerdì 26 Aprile 2024
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    Fox non diffamò Francesco Calamandrei con la sua fiction “Il Mostro di Firenze”

    La sentenza e l'amarezza della figlia Francesca: "Il babbo riposa in pace, ma quell'infamia rimane indelebile"

    SAN CASCIANO – Trattiene a stento la rabbia mista all'amarezza Francesca Calamandrei: figlia di Francesco Calamandrei, accusato (e poi assolto il 21 maggio 2008 "perché il fatto non sussiste per l’assenza o insufficienza della prova circa il presupposto del reato") dall'infamante accusa di avere avuto un ruolo di mandante in alcuni dei duplici omicidi del Mostro di Firenze.

     

    Un'accusa smontata completamente da un processo conclusosi, come detto, con una formula di assoluzione piena. Un percorso giudiziario vissuto con sofferenza da tutta la famiglia. E che, anche dopo la scomparsa di Francesco (avvenuta nel maggio 2012), non ha mancato di far sentire i suoi strascihi.

     

    Anche televisivi, con una denuncia per diffamazione nei confronti del colosso Fox: "Con grande tristezza e delusione – ci dice Francesca – abbiamo appreso che il giudice ha assolto la Fox per il serial tv "Il Mostro di Firenze", che infangava ulteriormente il nome del babbo".

     

    E' stata rilevata "la non sussistenza dell’illecito diffamatorio lesivo della reputazione e dell’onore trattandosi – si legge nella sentenza – di un’opera artistica frutto dell’ingegno, dell’intelletto umano. L’eventuale lesione dei diritti della personalità imponeva un accertamento diverso rispetto a quello comunemente svolto con riguardo all’attività giornalistica e documentaristica, atteso che doveva essere effettuata una valutazione necessariamente elastica e funzionale al risultato dell’espressione artistica”.

     

    "Non si dica e si voglia far credere – scriveva nella sua memoria dell'avvocato Gabriele Zanobini, difensore della famiglia Calamandrei – che le parti delle puntate (3, 4, 6) in cui è rappresentato il Calamandrei non incidono sul nucleo essenziale della vicenda processuale, costituendo solo elementi di contorno creativo con i quali non si può ledere l’onore e la reputazione del rappresentato.Se così è possiamo affermare che per il processo e poi per la sentenza Calamandrei non è il mandante, essendo ritenuto assolutamente estraneo perché il fatto non sussiste; per il film "Il Mostro di Firenze" Calamandrei è l’autore, l’esecutore materiale dei duplici omicidi o quantomeno il probabile responsabile, nonostante l’assoluzione".

     

    "Tutto ciò è accettabile per la figlia Francesca e la sua famiglia? – chiede Zanobini – Tutto ciò è fare opera di ingegno creativo, informativo o vera e propria diffamazione a fini economico-speculativi sulla pelle dell’unico sopravvissuto all’epoca dell’uscita del film fra tutti i coinvolti nella vicenda processuale del cosidetto Mostro di Firenze?".

     

    "Per gli specifici contenuti – concludeva Zanobini – a carattere diffamatorio degli episodi incriminati, i toni, gli ambienti, le musiche (che nella drammatizzazione non fanno altro che accentuare il suddetto carattere diffamatorio) e tutte le altre considerazioni ci riportiamo alla indicazione effettuata in querela e in memoria. Circa la consapevolezza e volontà di ledere l’onore e la reputazione di Francesco Calamandrei ci riportiamo a tutti i documenti prodotti (dichiarazioni rilasciate dagli autori in occasione della presentazione e poi dopo la prima diffusione del film, ugualmente circa il carattere oggettivo della diffamazione ci riportiamo alle dichiarazioni) commenti degli spettatori del film che considerano il Calamandrei come il vero o quantomeno probabile esecutore dei duplici omicidi del c.d. Mostro di Firenze. Anche circa la gravità del danno ci riportiamo ai documenti prodotti relativi alla diffusione sostanzialmente permanente ed intensiva del film incriminato".

     

    Ma alla fine… niente. Il Tribunale di Firenze ha ritenuto non colpevole la Fox: "Una grande delusione – conclude Francesca – che calpesta anche una sentenza internazionale. L'ultimo pensiero prima di dormire è stato solo che per lo meno ora il babbo riposa in pace. Ma dopo una cosa così ti rendi conto che quello che è successo per la vicenda Mostro lascia una macchia indelebile…".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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