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venerdì 19 Aprile 2024
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    Dieci domande e dieci risposte per Alessio Calamandrei e Marco Pistolesi

     

     

    Una bella serata di partecipazione e di informazione quella andata in scena mercoledì 3 aprile al Teatro Moderno di Tavarnuzze. Dove, con l'organizzazione del Gazzettino del Chianti e delle colline fiorentine, è andato in scena il "faccia a faccia" fra Alessio Calamandrei e Marco Pistolesi, i due candidati alle parimarie del Pd che si svolgeranno domenica 7 aprile e dovranno scegliere chi fra loro due si candiderà a sindaco di Impruneta. Ecco una sintesi delle loro risposte alle domande poste dal direttore del Gazzettino Matteo Pucci.

     

    Perché vuole diventare sindaco di Impruneta?

     

    Calamandrei: "Quando senti buona parte dei cittadini dire che c’è qualcosa che non va, significa che forse è davvero necessario riuscire a cambiare qualcosa. In questo Comune ho un’esperienza, anche se non amministrativa: serve un cambiamento con i cittadini che decidano prima che le scelte vengano fatte, e non dopo. Uno dei punti del mio programma è la creazione di un assessorato alla partecipazione".

    Pistolesi: "Mi sono formato dal punto di vista amministrativo in questi primi anni di esperienza quando il sindaco mi ha chiesto di collaborare in giunta. Credo di essermi formato nel momento peggiore, di grande sofferenza del settore pubblico. E credo di avere ben chiaro il periodo che dobbiamo affrontare: la situazione è penalizzante me c’è grande consapevolezza da parte mia. Voglio fare il sindaco perché ho l’energia dei 35 anni e l'entusiasmo che non guasta; la conoscenza di varie realtà del territorio e un senso di appartenenza al mio territorio".

     

    Cosa può fare un comune di meno di 15mila abitanti per alleviare gli effetti della crisi economica, diventata ormai anche una pesante crisi sociale? Quali le sue scelte in questo settore così delicato?

     

    Pistolesi: "Primo non raccontare favole alla gente. Secondo: è evidente che la complessità della situazione fa sì che dobbiamo mettere in campo tutte le risorse possibili. Come possiamo farlo con il nostro bilancio? Semplicemente tenendo duro, lavorando al massimo per l’approvvigionamento di risorse da destinare alle politiche sociali. Sarà una guerra di trincea, siamo consapevoli delle grandi difficoltà che sta affrontando il mondo del lavoro, la necessità di rendere attivi gli ammortizzatori sociali. E poi lavorare per carpire le possibilità di ripresa, portare il tessuto sociale ad allinearsi con l’eventualità di una ripresa economica. Se in 5 anni riuscissi a creare 100 posti di lavoro sarei il sindaco più felice del mondo. Vorrebbe dire tutto in tutti i settori".

    Calamandrei: "La crisi arriva da lontano e non è assolutamente facile uscirne. Io credo che la crisi sociale vada divisa in due parti: una per la mancanza del lavoro; l’altra con la popolazione anziana. Il comune di Impruneta ha oltre un terzo di popolazione over 60 anni. Ha sempre avuto una attenzione alla persona grazie al ruolo importante del volontariato. Io credo che la pubblica amministrazione non vada vista solo come uno sforna-atti burocratici per i cittadini. Deve farsi sentire: anche se non può risolvere tutti i problemi deve riuscire a comprendere le problematiche e a prendersele sulle spalle. Fare sentire il cittadino parte della comunità è fondamentale in un territorio come il nostro. I servizi andranno adeguati alle necessità e soprattutto ai nuovi bisogni".

     

    Scuola: come si sostiene un altro settore pesantemente "tagliato" a livello nazionale? Ci si deve limitare alla sussistenza o si può anche pensare di progettare?

     

    Calamandrei: "Si deve progettare. La scuola sono i nostri ragazzi, sono il futuro. Purtroppo il percorso sulla scuola non è stato fatto dalla pubblica amministrazione uscente: vuoi per problemi finanziari, vuoi per la mancata individuazione del nuovo plesso scolastico. Ci sono stati errori, carenze e sfortune dal punto di vista manutentivo. Basta guardare quello che è venuto fuori questo inverno in vari plessi. Va fatto un percorso con i cittadini, con gli insegnanti, con chi vive la scuola ogni giorno. Non ho preclusioni sul plesso unico, sui due plessi: la mia amministrazione entro un anno si impegna ad avere la localizzazione definitiva del plesso dell’Impruneta se questo andrà fatto".

    Pistolesi: "Ci sarebbe da lavorare moltissimo sul coinvolgimento delle famiglie e delle strutture associative del territorio. Una scuola che guarda al futuro prepara fin da giovanissimi alle culture tecniche e scientifiche, è un mio pallino. E’ ovvio che dobbiamo avere delle strutture idonee. Abbiamo da poco raggiunto finanziamenti importanti per le ricadute di Terna per un percorso importantissimo di accorpamento delle scuole di Tavarnuzze. Inizio di un percorso di sistemazione dei plessi scolastici su Tavarnuzze e sul capoluogo. E’ evidente che dove ci sono penurie di ambienti didattici non c’è possibilità di organizzare laboratori, incontri, esperienze, … . Poi dobbiamo continuare nel percorso di coinvolgimento degli attori locali: legalità, teatro, scuola di musica. Un patrimonio che con grande difficoltà dovrà essere mantenuto con risorse sempre minori. E’ evidente che sarà sempre più importante tutelare la prima fase di apprendimento: la comunità si dovrà stringere attorno alle “sue” scuole. Nuovo plesso scolastico? Serve da subito un tavolo di collaborazione con insegnanti e genitori perché si renda attiva la fase di individuazione".

     

    Piazza di Tavarnuzze (il progetto è modificabile come chiedono alcuni oppure come sostiene l'amministrazione uscente questo è e questo rimane?), piazza di Impruneta (con relativa panchina): ci spieghi il loro futuro dandoci dei tempi il più possibile realistici in cui lo vedremo compiersi.

     

    Pistolesi: "Il percorso della definizione dei lavori per la piazza di Tavarnuzze viene da lontano. Credo che alla fine, dopo la selezione del progetto, l’aggiudicazione, la gara, siamo arrivati finalmente a un traguardo importante per la comunità di Tavarnuzze. Dopo decenni il disegno urbanistico del paese cambierà. Io credo che i cittadini di Tavarnuze abbiano atteso abbastanza. Le risorse sono state trovate con un tortuoso percorso con Società Autostrade e un contributo regionale che ha visto lavorare molto la pubblica amministrazione su progetto e bando di gara. Dopo tutta questa trafila bisogna andare avanti prima possibile, sfruttando al meglio i finanziamenti. Certo la gara è stata al ribasso, su alcuni dettagli si può intervenire. Credo che questo sia un tesoro che la comunità di Tavarnuzze si troverà ad amministrare: istituiamo un tavolo di partecipazione con i commercianti e i cittadini per tenere sotto controllo tutte le fasi del progetto. I lavori saranno sicuramente lunghi: la piazza è patrimonio per Tavarnuzze. Il Birillo? E’ un ambiente che verrà valorizzato in tanti modi: da bagno pubblico ad attività ludiche, ricreative e commerciali. La piazza di Impruneta arriva da un concorso particolarmente avveniristico: dal mio punto di vista credo che un progetto importante come quello della piazza di Impruneta, sostenuto dalle aziende del cotto che manifestano l’interesse di lavorarci, possa essere un risultato che per il futuro può essere considerato importante. E’ evidente che non deve costare un centesimo al Comune: deve essere perseguito attraverso finanziamenti esterni (Regione, Europa) come in parte è già stato fatto; deve essere seguito con le aziende visto che ha interesse diretto con la produzione della terracotta. Credo che avere un pavimento in terracotta sia un valore aggiunto per il centro storico di Impruneta, che ha necessità di avere una sua identità, di attrarre visitatori. E’ doveroso cercare di portare in fondo un progetto del genere che potrebbe portare in alto a livello mondiale il centro storico di Impruneta. La panchina? La sua collocazione è temporanea per definizione".
     

    Calamandrei: "La piazza di Tavarnuzze è appaltata e va fatta. Non si torna più indietro, è inutile cercare di girarci intorno. Io credo che alcune modifiche, se necessarie una volta concertate e rientrano in un quadro economico, finanziario e nei tempi dell’appalto, potranno essere fatte. Ci sono i finanziamenti, il progetto, è a gestione diretta del Comune: si parte appena vengono date le chiavi in mano all’appaltatore. Piazza dell’Impruneta: il Comune ha appena vinto un concorso con la Regione da 500mila euro ma manca il resto dei soldi. Penso che prima di mettere mano alla piazza dell’Impruneta dobbiamo pensare di portare a termine il depuratore, i Loggiati del Pellegrino, la Fornace Agresti che tanti problemi ha avuto in questi anni. La panchina a quanto pare all’Impruneta in piazza non la vuole nessuno: non ritengo la panchina in piazza una priorità. Lo sono le scuole, il lavoro: queste cose vengono prima di dover ipoteticamente smontare e spostare una panchina, per cui ci vuole comunque un impegno di spesa. Anche qui però intendo attuare un percorso partecipato tenendo conto un impegno di spesa: se i cittadini pensano che sia una priorità ne parleremo, ma credo ci sia più bisogno di un investimento forte su opere minori e manutenzioni".

     

    Urbanistica ed edilizia: qui c'è un Ruc appena approvato. Quale futuro delinea per il comune? Va bene o va cambiato? In che modo?

     

    Calamandrei: "Un Ruc c’è e quindi c’è un’operatività del Piano Strutturale. A volte fare parte dello stesso partito vuol dire condividere delle idee da portare avanti e condivido il percorso sulla variante del PS. Come commissione assetto del territorio ci siamo trovati a dover dire di no ad alcuni interventi: bisogna ripartire con una variante immediata al PS, nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio, e dare la possibilità di investire a chi lo vuol fare. Tempi troppo lunghi sono purtroppo la normalità: la variante al PS deve avere un approccio diverso nei confronti dell’ambiente, delle energie rinnovabili. Rivedere gli oneri di urbanizzazione? E’ chiaro che in tempi di vacche grasse è stato messo sempre il massimo, c’è da rivedere in questo senso. Gli oneri si abbattono poi su costi troppo elevati sulle case: e spesso ci sono imprunetini costretti a “emigrare altrove. Quindi ok alla revisione del PS in senso produttivo, ma anche per la costruzioni di alloggi per giovani che vogliono rimanere nel territorio in cui sono nati e vissuti".

    Pistolesi: "Il RUC è stato un percorso lungo, importante, disegnare il futuro del territorio è la responsabilità maggiore. Parte con dei limiti che vengono dal Piano Strutturale. E' un risultato acquisito, ci sono degli interenti previsti, si danno risposte laddove ci siano piccoli, medi o grandi segnali di ripresa dal punto di vista edilizio. Poi serve variante al Piano Strutturale per tutta una serie di interventi sul settore produttivo. Dobbiamo far sì che le prossime scelte urbanistiche diano priorità a interventi nel settore produttivo per dare risposte ad aziende che devono fare interventi primari. Dobbiamo intervenire dove si possono provocare ricadute in positivo. Altra questione sarà poi quella di trovare dei sistemi per creare agevolazioni per chi va a investire: è chiaro che gli oneri di urbanizzazione sono gravosi, dovremo valutare con attenzione la possibilità di agevolare certi interventi da questo punto di vista".

     

    Commercio e imprese (in particolare quelle del cotto): ha idee su come rivitalizzare in particolare i centri commerciali naturali del capoluogo e di Tavarnuzze? E sul comparto del cotto cosa ha in mente?

     

    Pistolesi: "Settore complesso quello del cotto, che affronta una crisi ventennale e non si vedono grandi spiragli. Il problema è di un settore che ha lo stesso tipo di produzione per le aziende del territorio: è difficile creare sinergia come viene fatto altrove quando ci sono aziende che operano nello stesso settore ma in ambiti diversi. La crisi edilizia lo ha visto colare letteralmente a picco: ci sono eccellenze che resistono, lì c'è un viatico per la commercializzazione. La questione più delicata, poiché la rete commerciale in un settore come quello della terracotta dovrebbe essere internazionale. Nella tempesta che stiamo affrontando il lavoro artigianale nel settore della terracotta riesce a sopravvivere con margini dignitosi, è quello più industriale, con i suoi costi di impianti e di lavoro, ad avere difficoltà enormi. Questo per dire che servono interventi mirati e diversificati. La ristrutturazione del settore è inevitabile, resisteranno nicchie di qualità che dovranno essere le teste di ponte per un mercato a livello mondiale. Servono biglietti da visita come le Cantine Antinori, il teatro del Maggio Musicale".

    Calamandrei: "I CCN dovranno essere il luogo della socialità. Qui si svolge la comunità, non a caso sono attorno alla piazza del paese. A Tavarnuzze ho sempre notato una mancanza di identità, per il suo essere quartiere dormitorio di Firenze. Credo che i CCN debbano fare sempre più rete, appoggiarsi in maniera sostanziosa alle associazioni di categoria, ai bandi della Camera di Commercio. Il Comune in questo senso deve fare da supporto, deve spingere a un miglioramento anche dal semplice punto di vista del decoro, dell’ambiente. Basta andare a San Casciano per capire quello a cui faccio riferimento: c’è una visione del commercio completamente diversa. Il cotto dovrà puntare su tre elementi: la grande qualità; guardare all’innovazione; fare sistema e fare rete. Tempo fa abbiamo avuto incontro alla Sannini: la piazza di Ferrara, rifatta completamente, ha visto la Sannini arrivare seconda.L’anno dopo l’hanno dovuto rifare ed è intervenuta la Sannini. La qualità del nostro cotto ha bisogno di una promozione mirata fuori dalla realtà imprunetina, non si può far pubblicità in casa".

     

    Turismo, cultura e attrattività del territorio: in questo senso cosa avrebbe intenzione di mettere in campo?

     

    Calamandrei: "Dall’anno scorso è entrata in vigore la tassa si soggiorno: ci sono stati problemi in questo senso, ho incontrato gli operatori ed ho scoperto realtà che non conoscevo. Quando ho iniziato a contattarli l’ho fatto dal web, leggendo anche i commenti sulle strutture del territorio, che hanno report eccellenti. Le aziende sono una sessantina, si sono riunite per fare rete. Mi hanno fatto presenti diverse problematiche: non ultima quella di un abusivismo diffuso. Credo che questo vada combattuto da subito, capire i margini di intervento della pubblica amministrazione e intervenire da subito. Poi riuscire a fare squadra ma non solo fra di loro: coinvolgere le fornaci del cotto, i commercianti, le aziende agricole, i ristoranti. Serve un portale serio aggiornato sulle realtà del turismo: abbiamo un sito web (non del Comune) che è fermo al 27 maggio 2007. Non è ammissibile nel 2013. Il Comune deve fare da coagulante delle imprese sul nostro territorio".

    Pistolesi: "Il turismo è uno degli aspetti che caratterizzano l’area su cui viviamo.Nel 2011 il comune di Impruneta ha registrato il record assoluto di presenze turistiche sul proprio territorio. Il nostro ruolo di comune-cintura fra Firenze e il Chianti ci vede strategici sulle strategie turistiche. E’ evidente che un Comune possa lavorare sulla promozione di lungo raggio, per la quale servono mezzi notevoli. Dobbiamo fare fruttare il nome Chianti e il nome Firenze, il nostro essere a cavallo fra i due termini: e farlo con politiche di area, come la manifestazione Emozioni del Chianti che ci vede tutti gli anni, con gli altri cinque comuni,a fare promozione in piazza della Repubblica a Firenze".

     

    Domanda "politica": teme che la mancata vittoria del centrosinistra alle elezioni, l'exploit nazionale del M5S, il calo dei voti del Pd e il mancato accordo con Sel a livello locale possano minare una vostra vittoria alle amministrative? E se sì, quale di questi fattori ritiene il più "esplosivo"?

     

    Pistolesi: "Credo che le fasi rappresentino lo squilibrio che da sempre caratterizza la nostra nazione, che con la crisi si acuisce. I movimenti? Vedremo alle prossime elezioni i risultati. Il nostro partito deve lavorare per costruirsi una identità propria, ha una transizione in corso. Le esperienze che stiamo maturando ci faranno crescere. La scelta di andare da soli l’ho condivisa, con l’auspicio e la ferma convinzione che il nostro partito debba aprirsi a quelle forze progressiste e moderate che possono arricchirci dall’interno. Il Pd ha bisogno di forze nuove che vengano dall’imprenditoria, dall’associazionismo, dal mondo progressista. Per guardare al futuro dobbiamo guardare al nostro interno; aprirsi, fare tesoro di esperienze negative fatte con le coalizioni. E’ il momento di guardare oltre, di correre".

    Calamandrei: "Credo che nonostante alcune delle decisioni che ha preso il Pd, grazie al premio maggioritario, vincerà le elezioni a Impruneta. Il fattore esplosivo è lo stesso Pd: chi come me si è impegnato in questa campagna elettorale per le primarie lo ha fatto per presa di coscienza del disagio dei nostri elettori. Anche all’ultime elezioni il Pd a Impruneta ha retto ma ha perso il 10%. Dai cittadini ci viene richiesta sobrietà, apertura al dialogo. Tutto giusto, ma è anche vero che dobbiamo improntare la nostra attività alla soluzione dei problemi della gente. Il fatto di avere la maggioranza relativa non credo che metta al sicuro questo partito: il Pd è un partito forte che deve avere il coraggio di sfidare a viso aperto. All’interno del partito mi hanno visto contrario ad alcune delle decisioni prese a maggioranza: alla rottura della coalizione con Sel; a togliere il seggio delle primarie a Pozzolatico dove in più di 300 hanno votato a quelle nazionali; nel non dare il voto ai sedicenni. Io questi non li considero segnali di apertura: io questa la vedo una chiusura totale del partito. Diciamo aprirsi, aprirsi, aprirsi, poi su questioni che potrebbero essere segnali forti ci si chiude. A Roma i sedicenni votano alle primarie; non si vota solo nei circoli ma mettono in piazza i gazebo. Io sono minoranza e accetto le scelte del partito votate nell’unione comunale lo farò fino in fondo: il partito con Sel ha preso una decisione a maggioranza, e nel caso vincessi io le decisioni rimangono quelle. Rinnovamento, rottamazione… il Pd all’Impruneta nelle liste del 2009 sette giovani li ha inseriti e sono entrati tutti in consiglio comunale. E’ stato un segnale forte: e in questi cinque anni metà li abbiamo persi per strada. Io appartengo a questo Pd, sono un socio fondatore, credo nel suo Statuto. E voglio continuare a crederci nonostante spesso mi trovi su posizioni differenti. Sono nel partito giusto e ho intenzione di lavorare come ho sempre fatto: ma serve un senso si innovazione, offrire alle persone degli spunti per fargli capire che il partito c’è, è aperto a confrontarsi con la cittadinanza. Non è facile spiegare come mai ci si chiude mentre si dice che ci si apre…".

     

    Sedi rionali: sono una priorità per voi? E se sì, come pensa di risolvere la questione?

     

    Calamandrei: "Ci sono problemi sulle localizzazioni di alcuni rioni. Con un percorso partecipativo con i rioni entro un anno va messa la parola fine e trovare gli spazi adeguati agli ultimi due. I rioni sono un valore? Sì che lo sono, tanto che nel nostro Statuto all’articolo 6 comma 22 c’è scritto a chiare lettere il loro ruolo quale “associazioni tradizionalmente costituite” è fondante. E’ un segnale molto forte, che fa capire a chi non è dell’Impruneta che è un valore di aggregazione sociale per molti imprunetini e per tanti ragazzi. Viene accresciuto un valore di appartenenza e di socialità non indifferente: e va tutelato".

    Pistolesi: "In momenti come questi bisogna guardare le cose con la giusta lente: i rioni sono importantissimi ma vanno presi con le giuste proporzioni. Bisogna mettere in sicurezza i cantieri, con sobrietà dando la giusta misura. Con gradualità i rioni dovranno perseguire un processo di auto finanziamento. Per questo le sedi rionali devono essere un momento delle pianificazioni urbanistiche: il rione del Pallò è il primo che dovrà affrontare un processo di individuazione e lavorare sulla variante al PS. E’ quello più indietro per la sua collocazione definitiva. Abbiamo da poco rinnovato la convenzione con la Soverini che sancisce la collocazione del cantiere delle Fornaci: nell’arco di un paio d’anni come opera di ricaduta potrà essere realizzato. Situazione abbastanza favorevole quella del rione Sant’Antonio che con una previsione di ammodernamento potrà essere riorganizzato nella sede attuale: con gli interventi di caduta nell’area dell’Apparita ci sarà un nuovo parcheggio. Più delicata questione del rione delle Sante Marie, che potrà avere dei benefici da un intervento urbanistico sotto la Società Corale con un seguente intervento di ricaduta per la collocazione dei rione nella zona della terza piazza".

     

    Spieghi in pochi minuti perché un elettore che viene a votare alle primarie dovrebbe dare a lei la sua preferenza.

     

    Pistolesi: "Ho scelto di entrare in gioco perché ho acquisito delle competenze, mi sono fatto un po’ le ossa in questa fase complessa. Per affrontare le sfide che ci attendono serve una forza non indifferente, non si può andare con la mano tremante di fronte a soggetti come Terna, Società Autostrade, che spesso sono l’unica speranza per realizzare interventi fondamentali per il nostro territorio. Ci vorranno tenacia e anche un po’ di pazzia per le vicissitudini dei prossimi anni. Credo molto nella squadra che sto coinvolgendo: Francesca Buccioni è al mio fianco ed è un grande valore, così come credo che ci sia bisogno di forze fresche. Dovremo avere una determinazione non indifferente sul bilancio: il problema è sul debito che abbiamo accumulato. Il bilancio è sano, ma abbiamo un debito pregresso che pesa fortemente e condiziona fortemente le scelte che dobbiamo fare.Uno dei primi atti dovrà essere quello di abbattere fortemente il debito: solo dando una sferzata rimetteremo in carreggiata una pubblica amministrazione che come tante altre soffre questo problema. Una volta affrontata questa tematica con decisione potremo dare maggiore crescita e virtuosismo: penso a una squadra di leoni, una giunta ridotta, non ci saranno i dirigenti. Sarà una sfida anomala, un’avventura da affrontare".

    Calamandrei: "Alla città bisogna dargli un compito. Un compito a questa città gli va dato, e sono tutti i punti di cui abbiamo parlato.La cosa che più mia ha colpito durante questa campagna elettorale per le primarie è stata la quantità delle persone che ho conosciuto. All’inizio eravamo tre candidati, poi siamo rimasti io e Marco riuscire a far riavvicinare la gente alla politica, a far vedere che sei in mezzo, che cerchi di comprendere al meglio tutte le situazioni possibili. Per far fare un passettino verso la politica. Io ho trovato tutto ciò bellissimo: poi c’è il rovescio della medaglia di qualcuno che ha visto questa competizione come una cosa personale. Non è così e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno dato una mano e sostenuto queste primarie fin dall’inizio. Il compito dell’amministrazione è quello di affrontare le cose da fare mettendole in ordine di priorità portandole a termine con passione e voglia di fare".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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