GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – "Relativamente alle notizie apparse a mezzo stampa riportanti alcune considerazioni del professor Francesco Ferrini rispetto a tecniche di gestione arborea, la Città Metropolitana di Firenze condivide pienamente le argomentazioni di ordine scientifico riportate, sottolineando che le stesse sono alla base delle strategie di gestione vegetazionale del patrimonio arboreo dell'Ente, comprensivo del Parco Monumentale di Villa Demidoff (100 ettari di area boscata) e di decine di parchi e giardini pubblici presenti intorno ai plessi scolastici delle scuole superiori del territorio".
Una nota diramata dalla Città Metropolitana torna sulla questione delle potature dei tigli lungo la via Chiantigiana, a Grassina. Questione che da settimane sta facendo discutere (per usare un eufemismo).
VIA CHIANTIGIANA – "Qui non è stata adottata la capitozzatura"
"Tecnici e operatori – prosegue le nota – sono impegnati quotidianamente in tali attività con risultati ampiamente apprezzabili e apprezzati. Si sottolinea fermamente che il contesto della Sr 222 è completamente diverso. In questo caso l'ente ha effettuato una operazione di mitigazione della pericolosità di caduta rami su di un asse viario strategico per il territorio ripolese e per tutto il bacino di utenza dell'ospedale di Ponte a Niccheri".
"L'intervento – spiegano – ha riguardato due filari di tigli in gran parte con lesioni e gibbosità nelle branche superiori e fortemente impattati da precedenti interventi di drastica potatura. Alcune piante, già da un esame visivo fatto da terra, presentavano e presentano lesioni sul tronco, come carie innescate da precedenti potature dei rami bassi lato strada o lesioni legate ad impatti con il traffico veicolare".
"Le chiome – si precisa – erano in gran parte frutto dello sviluppo di rami epicormici, connessi alle richiamate precedenti potature, con evidenti deficienze in termini morfologici e strutturali, che ne minavano la resistenza meccanica alle sollecitazioni imposte principalmente dal vento. In corso di intervento, l'esame di queste situazioni effettuato dalla piattaforma aerea ha fornito indicazioni ancora peggiorative dello stato conservativo delle piante, con presenza di rami pericolanti spezzatisi in conseguenza della semplice pressione manuale. Si tratta complessivamente di un patrimonio arboreo pertanto già interferito e "artificializzato" da precedenti interventi".
LA SPIEGAZIONE – "Obbligo di coniugare gli interventi con la sicurezza del traffico veicolare e pedonale"
"Tenendo presente, in un tale contesto, l'obbligo di coniugare gli interventi con la sicurezza del traffico veicolare e pedonale – si rimarca – la Città Metropolitana e il Comune di Bagno a Ripoli, che ci ha costantemente affiancato e monitorato la programmazione e l'esecuzione della lavorazioni, sono dovuti intervenire disponendo esclusivamente di due opzioni residuali di intervento: nei casi più gravi abbattimento delle piante e loro sostituzione; conservazione della pianta mediante una drastica potatura di riduzione in altezza tesa a diminuire o eliminare le sollecitazioni meccaniche sul collare di innesto dei rami epicormici".
"La prima opzione – si tiene a dire – non è mai stata perseguita, pur rimandando ad una fase successiva un riesame degli esemplari in peggior stato conservativo, mentre la seconda opzione è quella che è stata portata avanti su tutti gli esemplari. L'esito di questo lavoro dovrà essere attentamente monitorato nel tempo".
"Altre tecniche di intervento – è la conclusione – configuravano il mantenimento di situazioni di pericolo caduta rami non accettabili in termini di esposizione al rischio di utenza stradale e pedonale".
di Redazione
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