spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
martedì 17 Giugno 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    I carabinieri restituiscono al Comune di Bagno a Ripoli la “Testa di Medusa” attribuita al Giambologna

    Era stata illecitamente rimossa dal Ninfeo della Fonte della Fata Morgana, a Grassina, più di un secolo fa. Il sindaco: "Un pezzo di storia torna a casa"

    BAGNO A RIPOLI – Oggi, martedì 17 giugno, durante una cerimonia celebrata alla presenza del sindaco del Comune di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti, il comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Monza ha consegnato nelle mani del primo cittadino una scultura in marmo raffigurante una “Testa di Medusa”, attribuita a Jean de Boulogne, artista meglio noto come Giambologna.

    L’opera scultorea è stata sequestrata presso un’importante casa d’aste fiorentina.

    Le indagini condotte dall’NCTPC di Firenze hanno permesso di accertare la sua illecita rimozione dalla collocazione originale nel Ninfeo della Fonte della Fata Morgana, a Grassina, attualmente di proprietà comunale, senza le previste autorizzazioni della competente Soprintendenza., a Grassina, attualmente di proprietà comunale, senza le previste autorizzazioni della competente Soprintendenza.

    L’importanza artistica dell’opera è stata evidenziata nella relazione redatta dai funzionari storici dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Provincie di Prato e Pistoia, dalla quale si evince “la straordinaria rilevanza e rarità, l’altissimo livello qualitativo e lo stretto legame con il territorio d’appartenenza” essendo la Fonte uno dei luoghi più conosciuti ed amati dalla comunità locale.

    Infatti, le testimonianze della presenza dell’opera nel Ninfeo, vengono rilevate in un documento datato 1868 mentre, in un articolo redatto nel 1961 da due storici, viene data attestazione della sua asportazione insieme ad altri elementi lapidei.

    La scultura costituisce l’unico elemento superstite di un apparato decorativo di grande raffinatezza del complesso del Ninfeo, concepito e progettato dal Giambologna come opera inamovibile e pertinente ad una delle vasche presenti.

    Realizzata in marmo bianco, presenta nella parte inferiore tre fori perfettamente corrispondenti e compatibili con i tubi presenti nella parete della vasca del Ninfeo, in cui era collocata originariamente.

    L’opera è classificabile certamente come bene culturale, assoggettata pertanto alle norme di tutela previste dal “codice dei beni culturali e del paesaggio” e, come tale, non poteva essere rimossa senza la preventiva autorizzazione della Soprintendenza competente dalla sua collocazione originaria.

    Le motivazioni addotte dal NCTPC di Firenze sono state considerate solide anche dalla Corte di Cassazione presso la Procura Generale, relativamente alle opposizioni, tendenti a riottenere il bene, presentate dal mandante a vendere, comunque ritenuto estraneo ai reati per i quali si è proceduto, in quanto detentore in buona fede.

    Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, alla luce di quanto sopra indicato, ne ha quindi disposta la confisca e la restituzione all’avente diritto.

    Il risultato di oggi è non solo un esempio concreto della sinergia tra la Magistratura e i vari reparti dell’Arma dei carabinieri, ma anche quella con i vari livelli del ministero della cultura, questa volta con la collaborazione fondamentale dei funzionari storici dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Provincie di Prato e Pistoia.

    “Grazie al Nucleo di Tutela del Patrimonio culturale dei Carabinieri – sono parole del sindaco Pignotti – che ringrazio per il grande lavoro, è stata restituita alla comunità di Bagno a Ripoli la “Testa di Medusa” del Giambologna, scomparsa dalla Fonte della Fata Morgana più di un secolo fa”.

    “L’opera – aggiunge – che si pensava fosse perduta per sempre, adesso potrà essere riportata alla fruizione pubblica come è giusto che sia. Stiamo già lavorando con la Soprintendenza per restaurare tutta la Fonte, rendere l’edificio più resistente e sicuro per accogliere la Testa e rimetterla al suo posto, in una delle fontane”.

    “Tutto questo – precisa Pignotti – non sarebbe possibile senza il supporto di tante altre realtà che hanno dimostrato di avere a cuore questo luogo, come Artigianato e Palazzo ad esempio, che ha dato vita a un crowdfunding, e all’Autorità idrica Toscana che cofinanzierà il restauro”.

    “Un grande gioco di squadra – conclude il sindaco ripolese – che ci permette di affermare con i fatti che il nostro patrimonio culturale è parte integrante della nostra identità, e faremo tutto quanto ci è possibile per valorizzarlo come merita”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...