BARBERINO TAVARNELLE – La tavarnellina Barbara Enrichi è in TV su Rai Uno nel ruolo di Vincenzina, una dei protagonisti della serie “L’altro ispettore”, andata in onda martedì 2 e mercoledì 3 dicembre in prima serata.
Per chi si fosse perso le prime quattro puntate (che comunque può recuperare su RaiPlay), a cui seguiranno le ultime due il 9 dicembre dalle 21.30, “L’altro ispettore” è una fiction che fa riflettere sugli incidenti sul lavoro.
Tratta dai romanzi di Pasquale Sgrò, è stata prodotta da Rai Fiction, Anele e Rai Com e girata tra Lucca, Roma e Carrara. Alla regia Paola Randi; tra gli attori, oltre alla “nostra” Barbara, Alessio Vassallo, Cesare Bocci, Francesca Inaudi e Massimiliano Galligani.
Chiamiamo Barbara mentre è Milano, la sua seconda casa, dove si è trasferita per ragioni professionali (qui, al Centro Sperimentale di Cinematografia, insegna “Direzione attori” ai registi e “Recitazione cinematografica” agli attori). Anche se il suo posto del cuore resta (e resterà per sempre) Tavarnelle.
Nonostante sia molto impegnata con la promozione della serie, ci dedica volentieri del tempo, perché – come dice lei – “ci tengo molto: leggo sempre Il Gazzettino del Chianti, mi permette di tenermi aggiornata su cosa succede a Tavarnelle quando sono lontana”.
Partiamo dal (lodevole) obiettivo che si propone la fiction, cioè quello di sensibilizzare su un tema che purtroppo è di grande attualità: gli incidenti sul lavoro che ogni anno, ingiustamente, mietono tantissime vittime.
“Il compito principale dell’ispettore del lavoro – commenta Barbara – è quello di proteggere le lavoratrici e i lavoratori, ovvero impegnarsi affinché i luoghi di lavoro siano sicuri e le “morti bianche” non si verifichino più”.
Questo messaggio viene chiaramente veicolato dall’ispettore Domenico Dodaro, interpretato da Alessio Vassallo, che, una volta arrivato sul luogo dell’incidente, rivolgendosi ai lavoratori, dice: “Siamo qui per voi”.
Alle indagini condotte dall’ispettore si intrecciano le sue vicende familiari: “Con grande rispetto per le vittime e i loro familiari – riprende – abbiamo cercato di aggiungere una parte emotiva, in cui gli spettatori si riconoscano”.
Ora veniamo al ruolo di Barbara, le cui scene sono state girate quasi tutte nell’archivio della Fondazione Centro Studi Ragghianti, a Lucca: “Vincenzina, l’archivista dalla memoria infallibile, aiuta l’ispettore a trovare faldoni con nomi e date”.

“Sta sempre in quell’antro fatato che è l’archivio, tra i suoi bonsai – prosegue – Sembra tra le nuvole ma poi spesso si rivela la chiave di volta nella risoluzione dei casi”.
Le chiediamo se ha dei punti in comune con il suo personaggio: “Di Vincenzina ho la stessa precisione – risponde – sono molto accurata soprattutto nel lavoro, ma anche nei documenti e nella scrittura”.
“Invece per quanto riguarda la memoria… non posso dire lo stesso – aggiunge, ridendo – E’ stata allenata dai tanti anni di lavoro come attrice ma non è prodigiosa come quella di Vincenzina”.
“La regista, Paola Randi, mi ha aiutato molto – ci svela un dietro le quinte – Quando ci siamo incontrate a Roma insieme agli altri attori per la cosiddetta “lettura a tavolino” (dei copioni, n.d.r.), mi ha consigliato di vedere di vedere un film del 1957, La segretaria quasi privata”.
“C’è una scena- racconta – in cui Katharine Hepburn, che fa la parte della segretaria, spiega a Spencer Tracey, nel ruolo dell’ingegnere, qual è il suo metodo per ricordare tutto: questa reference mi è stata molto utile per calarmi nei panni di Vincenzina”.
“Oltre alla regista – aggiunge – ci tengo a ringraziare Alessio, Massimiliano e Francesca, con i quali ho girato gran parte delle scene. Si è creata sin da subito una sintonia tra di noi: siamo stati una bella squadra sia sul cast che nella storia che abbiamo raccontato”.
Le domandiamo come sia stato girare nella “sua” Toscana: “Girare a Lucca – dice – che è una città splendida, che ci ha fatto un’accoglienza straordinaria, è stato un po’ come tornare a casa”.
E da casa sua, cioè da Tavarnelle, non sono certo mancati i feedback: “I miei amici e conoscenti – ci racconta, divertita – mi hanno mandato le foto dello schermo della TV in cui ci sono io”.
“I tavarnellini mi trasmettono sempre un grandissimo affetto – conclude Barbara con sincera riconoscenza – Mi manca molto il mio paese: il paesaggio, la gente, il cibo. Appena posso, ci torno con grande piacere”.
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