SAN DONATO IN POGGIO (BARBERINO TAVARNELLE) – Tommaso Vannini, 55 anni, e una vita salvata grazie a un defibrillatore installato in un luogo pubblico.
Il cuore del cittadino, residente da sei anni nella frazione di Barberino Tavarnelle, di professione commerciante, è tornato a battere grazie all’utilizzo del defibrillatore.
E, soprattutto, in virtù della catena umana costituita da alcuni cittadini del borgo che si sono adoperati per soccorrere l’uomo in fin di vita.
“Un grazie forse non basta, ma è tutto quello che riesco a dire nella profonda commozione che provo adesso che sono tornato a godermi la vita – afferma – intendo esprimere la mia immensa gratitudine a chi mi ha permesso di poter essere qui: la comunità di San Donato in Poggio”.
Ciò che è successo un mese fa Tommaso preferisce ricordarlo come come un’avventura da dimenticare ma, allo stesso tempo, come una miracolosa congiuntura, messa in moto dagli abitanti e dal loro senso altruistico.
Reduce da una commissione insieme alla moglie, l’uomo si sofferma con l’auto nei pressi della porta di ingresso del borgo: “Ricordo solo di essere sceso di macchina e aver fatto qualche passo, mi sentivo stanco e avvertivo una grande pressione sul petto. Poi il buio”.
Tommaso si accascia a terra, il battito si interrompe. E’ la moglie a lanciare il primo grido di allarme, avendo intuito che si tratta di un arresto cardiaco. Attimi preziosi che richiamano l’attenzione e il supporto concreto dei residenti.
In tanti si mobilitano: il barista Bernardo Ristori, i cittadini Emiliano Nesi che inizia le prime manovre e Irijan Tadfali che corre contro il tempo per prelevare il defibrillatore collocato all’esterno del Circolo della Filarmonica, in via Senese. E poi un volontario della Misericordia, anche lui residente nel borgo, che lo mette in funzione.
Tutti insieme creano le condizioni per rianimare Tommaso, fino all’arrivo tempestivo dell’ambulanza del 118.
“Sono consapevole del privilegio di abitare in questo luogo – dice Vannini – Con un pizzico di orgoglio e tanta felicità posso affermare che i valori che animano questa comunità così solidale, inclusiva, hanno fatto la differenza. Persone che hanno accantonato ogni pensiero, ogni loro impegno e attività per far fronte all’emergenza, certi del sostegno reciproco: esseri umani che si sono prestati generosamente perché potessi tornare in vita e ci sono riusciti”.
L’apparecchio DAE è capace, infatti, nella maggior parte dei casi, se utilizzato nei primi minuti dall’arresto cardiaco improvviso, di salvare la persona colpita.
Ampia la soddisfazione degli abitanti di San Donato in Poggio, protagonisti di questo gesto straordinario: gli stessi che oltre dieci anni fa organizzarono una raccolta fondi, finalizzata all’acquisto dell’apparecchio, promossa dal Circolo sandonatino, le associazioni, tutta la comunità insieme all’amministrazione comunale.
Un percorso di coinvolgimento, partecipazione e cittadinanza attiva che ha messo al centro i residenti nel ruolo di fruitori e destinatari, soccorritori e promotori.
Per il sindaco David Baroncelli l’obiettivo è quello di dotare il territorio di apparecchi fondamentali nelle operazioni di primo soccorso in favore di persone che hanno arresti cardiocircolatori, che devono essere utilizzati da cittadini formati.
“Il mio invito – dichiara il primo cittadino – è dunque quello di avvicinarsi ai corsi di preparazione per la fruizione corretta degli apparecchi che nel giro di pochi minuti possono salvare la vita di una persona”.
“Un intervento di primo soccorso, tempestivo e adeguato, – aggiunge la consigliera comunale Lucia Cubattoli, anestesista in pensione – contribuisce in modo significativo ad aumentare la possibilità che la persona colpita da morte cardiaca improvvisa superi l’evento senza conseguenze”.
“I defibrillatori sono fondamentali in luoghi decentrati come il nostro – aggiunge il presidente del Circolo di San Donato in Poggio, Taddeo Lensi – Crediamo e investiamo nel senso civico di ogni cittadina e cittadino che deve sentirsi parte di una rete di solidarietà che si basa sui valori di reciprocità”.
“Una comunità, la nostra, che non ha mai fatto mancare il proprio sostegno quando si è presentato il bisogno – conclude – e ha dovuto far fronte alle emergenze per supportare le fasce più deboli della popolazione. Tra i prossimi obiettivi l’organizzazione di corsi di formazione per l’utilizzo dell’apparecchio negli spazi del Circolo”.
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