RADDA IN CHIANTI – I due giorni di Radda nel Bicchiere sono stati un successo. Sotto lo splendido sole dell’ultimo fine settimana di maggio il paese è stato letteralmente invaso da appassionati e non provenienti da tutta Italia.
“Questa ventitreesima edizione – ci dice Alessandro Chellini, uno degli organizzatori – è stata quella dei record. Sia per le presenze (circa quattromila) che per le aziende partecipanti (29 in tutto). Siamo veramente soddisfatti e orgogliosi”.
La manifestazione si è aperta il sabato mattina con la consueta degustazione a numero chiuso (quest’anno introdotta e tenuta dal relatore della guida Slow Wine Fabio Pracchia) in cui sono stati confrontati Sangiovesi locali con i Pinot neri dei quattro produttori ospiti dell’Appenino toscano.
In concomitanza con l’apertura al pubblico (alle 15) si è tenuto poi un altro seminario, presieduto da Davide Bonucci di Enoclub Siena, e con protagonista il Vinsanto raddese.
Il giorno successivo invece si è potuto degustare fin dalla mattina, e in moltissimi hanno deciso di partecipare alla degustazione cieca.
Che ha premiato il Castello di Radda 2015 nella sezione Chianti Classico, Colle Bereto Gran Selezione 2014 nella sezione Chianti Classico Riserva/Gran Selezione e il Due e Due 2015 dell’Erta di Radda per la sezione Igt.
Durante i due giorni sono stati in tanti a partecipare per la prima volta, ma sono stati tantissimi anche quelli che hanno deciso di tornare.
Come Alessio, da Montevarchi, che ci dice: “Questa tappa ormai è imperdibile per me. Torno tutti gli anni con gioia.”
“Il fatto che così tanta gente si sia ormai affezionata a questo evento è un segno evidente della qualità del lavoro che svolgiamo – prosegue Alessando Chellini – così come il fatto che siano aumentate le aziende partecipanti”.
Lo pensa per esempio anche Riccardo Lanza, proprietario dell’azienda Pruneto: “Questa manifestazione ha raggiunto ottimi livelli di organizzazione. Senza considerare che fa ormai parte a pieno titolo della vita della collettività raddese”.
Infatti, come ci dice anche Silvia Brogi della Pro Loco, “tutto questo non sarebbe possibile senza l’apporto di tutta la comunità (di cui fanno parte anche i produttori) e le associazioni di volontariato come la Racchetta, la Misericordia e soprattutto i ragazzi di Raddattiva”.
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