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martedì 16 Dicembre 2025
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    Lettera da Tavarnuzze: “Per portare un fiore ai nostri cari costretti ad attraversare due metri di melma”

    "Possibile che non ci sia una soluzione che renda un po' più degno il dolore di chi resta e vorrebbe far visita ai propri familiari scomparsi?"

    Gentile Gazzettino del Chianti, vi invio le foto davanti alla tomba di mio padre!

    Sono Francesca Rosai, residente in Tavarnuzze. Purtroppo mio padre è venuto a mancare lo scorso 4 agosto e, per sua decisione, è stato seppellito in terra.

    Penso che il cimitero di Tavarnuzze sia ormai dimenticato dal Comune.

    Mia madre ha paura ad andare lì da sola perché quel cimitero, è sempre abbandonato da tutto e da tutti.

    Non c’è mai un custode (se non per aprire o chiudere il portone nell’orario di apertura e chiusura).

    Numerosi anziani, negli anni sono stati “avvicinate” da persone male intenzionate… ma nessuno mai ci fa caso!

    E adesso? Sapete come noi dobbiamo avvicinarci alle tombe dei nostri cari scomparsi?

    Per potergli portare un fiore dobbiamo attraversare almeno due metri di melma sprofondando nel fango.

    L’unica cosa (se non hai degli stivali adatti) è mettersi delle buste ai piedi e camminare tutti piegati reggendole.

    E se non cadi in quel mare di fango, forse, riesci a portare un fiore sulla tomba.

    Possibile che non ci sia una soluzione che renda un po’ più degno il dolore di chi resta e vorrebbe far visita ai propri familiari scomparsi?

    Sono indignata davvero…

    Grazie per l’attenzione.

    Francesca Rosai

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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