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venerdì 19 Dicembre 2025
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    “Mi riparo sotto la tettoia di uno studio medico, e incontro chi mi racconta della dipendenza dal gioco…”

    "Davanti al servizio per le dipendenze il signore è in agitazione e apprensione, ma solo per essere arrivato in ritardo all’appuntamento con l'assistente sociale..."

    L’ingresso secondario di una struttura medica, è quanto di meglio chi è sprovvisto di ombrello possa trovare, ed è qui che si incrociano parole e storie di chi non affoga lo sguardo nel telefono.

    Gli occhi sperduti di un signore di mezza età sono la cosa più angosciante e cruda, sinonimo di un urlo interiore per molti versi simile al famoso “Urlo di Munch”.

    Davanti al servizio per le dipendenze – che quell’andito al riparo dalla pioggia ne è l’accesso – il signore è in agitazione e apprensione, ma solo per essere arrivato in ritardo all’appuntamento che aveva con una gentile e brava assistente sociale.

    Chi c’è lo rincuora, gli spiega che è poca cosa e cerca di distrarlo facendolo pensare a quell’odore di pulito che si sente dopo la prima pioggia che scende da mesi.

    Trovando un po’ di calore umano inatteso come prassi, il signore si lascia un po’ andare e dice che ci sono dipendenze dalle quali si può uscire più facilmente, mentre altre sono più difficili e subdole perchè hanno un risvolto familiare, economico… di relazioni che spariscono.

    Si può contrarre la peste o si può cadere nell’errore delle droghe idiote, ma non per questo si perdono rapporti umani o si trova qualcuno che sappia dire una parola di conforto.

    Quando si entra nel vizio del gioco (stimolato da una società fasulla che mette il profitto e un’apparente benessere sopra ogni altra cosa) si iniziano a perdere i soldi dello stipendio, i risparmi, si chiedono prestiti alle banche, si gratta, si giocano numeri di sogni mai realizzati al Lotto e si sprofonda in un abisso di solitudine e silenzi di chi si ha intorno.

    Il prestito richiesto alla banca è la pena successiva… pare che a un certo punto si vendano il debito fra società diverse, aumentando di un qualcosa l’interesse da restituire.

    Come una roulette russa sulla vita di chi magari ha poco studio, tanta pressione dalla famiglia (o solitudine) tanti desideri impossibili da dover assolvere per non sentirsi dire di essere un fallito invece che una onestissima persona normale.

    Andrea Pagliantini

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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