Ringrazio Alia per la puntuale risposta, ma del resto sulla loro professionalità non c’era dubbi essendo gli unici soggetti ad aver risposto sollecitamente pure alle mie di mail.
Con qualche dettaglio in meno rispetto al Gazzettino, ma sufficiente a inquadrare l’ambito.
E’ un po’ paradossale che a rispondere su un problema di ordine legislativo (e quindi in definitiva politico) sia il soggetto di diritto privato (se pur a capitale pubblico) che si occupa della raccolta e che di fatto risponde semplicemente a un capitolato scritto da altri.
Lascia perplessi che a rispondere non sia l’ente di secondo livello che quel capitolato predispone, che ATO non senta almeno l’esigenza di esprimere il suo pensiero in materia.
Quando il cartongesso diventa rifiuto: Alia risponde a un lettore di Barberino Tavarnelle e spiega le regole
“Il cartongesso, materiale stupendo versatile, economico. Finché… non lo devi smaltire”
E magari anche di raccontarci se dal 2008 hanno preso iniziative (loro o gli enti che siedono nel loro consiglio) nei confronti del ministero per far correggere questa stortura.
In ultima istanza sconforta anche che non arrivi una risposta da chi ha formalmente questo servizio in carico e per cui nome e conto viene svolto (e che comunque fa parte di ATO con un proprio rappresentante): il Comune.
A mio avviso si apre un’importante questione politica su cui i consigli comunali e le giunte dovrebbero riflettere.
Se un soggetto di diritto privato è chiamato a gestire la raccolta, a gestire le pratiche di sportello, a gestire la riscossione, a gestire i solleciti e financo a dare risposte ai problemi di carattere normativo ha ancora senso parlare di “Servizio Pubblico” o stiamo scivolando verso un “monopolio di fatto” affidato a una Spa?
Claudio Fedi
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