SAN CASCIANO – Lo scrittore Enzo Fileno Carabba è al centro dell’evento letterario che domani, sabato 29 novembre, alle ore 17.30, la sala conferenze “Lucia Bagni” della biblioteca comunale di San Casciano ospiterà nell’ambito della stagione culturale promossa e organizzata dal Comune.
La presentazione della nuova fatica di Carabba “L’arca di Noè”, pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Scrittori, è uno degli appuntamenti del ricco cartellone “Ritroviamoci in biblioteca”, un carnet denso di eventi, tra conferenze, presentazioni di libri, seminari, reading teatrali e incontri, ideato e costruito dai bibliotecari Marco Rossetti e Gianna Bigi.
In dialogo con Cinzia Dugo, dell’ufficio stampa dell’Unione comunale del Chianti fiorentino, l’autore spiegherà le motivazioni che lo hanno portato a confrontarsi con un archetipo senza tempo, come la narrazione biblica del diluvio universale, il viaggio metaforico e visionario dell’arca, la creazione dell’intreccio del romanzo, la caratterizzazione dei personaggi umani e degli animali.
Un’illustrazione che approfondirà nell’incontro aperto a tutte e tutti, in programma domani, e che anticipa con un commento che incuriosisce e affascina.
“Ho scritto la storia dell’arca di Noè – dichiara Enzo Fileno Carabba – perché è una delle prime storie che ho ascoltato. Ero piccolo, ma l’immagine dell’immensa fila di animali silenziosi in attesa di imbarcarsi non l’ho mai dimenticata”.
“Mi sono sempre chiesto – prosegue – cosa facessero esattamente dentro l’arca, perché nessuno lo dice. Poi, un giorno, mi sono ritrovato tra loro. Ho descritto il viaggio dell’arca perché racconta come sopravvivere al diluvio grazie al rapporto con gli animali e altri messaggeri. Il diluvio è una grande crisi che può assumere varie forme, materiali o immateriali. Per esempio: una catastrofe climatica o un annebbiamento dei cervelli”.
“Anche l’arca può essere molte cose – elenca – un linguaggio, un archivio, il nostro pianeta. E molti sono i nomi di Noè. La sua storia è più antica della Bibbia ed è stata raccontata da molti popoli. Parla di distruzione e speranza. Pone una domanda cruciale: cosa merita di essere salvato?”.
“Oggi ci sono miliardari tecnologici come Elon Musk – conclude – che sognano un’arca spaziale, un’astronave, che conduca pochi privilegiati su Marte, in fuga dalla Terra dopo averla distrutta. Ho scritto questa storia per immaginare una salvezza diversa. Infine l’ho scritta per dedicarla ai miei figli. Quando sembra che il mondo sia finito, è il momento di costruire un’arca per farlo ricominciare”.
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