spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
martedì 10 Giugno 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    L’INTERVISTA / Dieci anni da sindaco (e non solo): il saluto di Massimiliano Pescini

    "Penso di aver svolto il mio ruolo con spirito di servizio, facendo fino all'ultimo giorno il mio dovere"

    SAN CASCIANO – Mentre parliamo il suo telefono cellulare continua a squillare. Dall'altro capo ci sono rappresentanti del Pd da vari comuni della Toscana. Quelli che fra qualche giorno andranno al ballottaggio.

     

    Massimiliano Pescini, 45 anni il prossimo settembre, non è più sindaco di San Casciano da qualche ora. Si è chiuso domenica 26 maggio un percorso politico, a livello locale, iniziato oltre 20 anni fa. E la vita, ovviamente, va avanti.

     

    Da qualche mese è responsabile degli enti locali nella segreteria regionale del Partito democratico guidata da Simona Bonafè. Ruolo centrale quanto delicato in periodo di elezioni: "Domenica abbiamo registrato un risultato bellissimo in Toscana – dice orgoglioso – battendo la Lega oltre ogni aspettativa. Adesso sotto con i ballottaggi".

     

    In tutto il Chianti fiorentino Pescini è l'unico primo cittadino che saluta a in questa tornata: David Baroncelli è diventato sindaco di Barberino Tavarnelle, Giacomo Trentanovi sarà il suo vice, Paolo Sottani è stato confermato sindaco di Greve in Chianti.

     

    Si accende una sigaretta (anche due). E inizia una lunga chiacchierata di racconti, ricordi, saluti. Con quel modo di parlare torrenziale.

     

    Pescini, dovesse descrivere questi 20 anni? 

     

    "Molto diversi fra loro. Entrai in consiglio comunale con Uniti nell'Ulivo: era il 1999, ero studente universitario e iniziavo la tesi di laurea. Presi 150 preferenze, fui consigliere anziano (il più votato, n.d.r.) a quei tempi. Se penso a come si faceva campagna elettorale noi, con una fotocopia con cui si andava a giro nelle frazioni. Non c’era internet e gli elettori non erano neanche abituati a scrivere i nomi".

     

    Come furono quegli anni?

     

    "Imparai molto. L’ultimo anno e mezzo Fernando Cubattoli mi lasciò l'incarico di capogruppo, c'era un percorso politico in corso. Ma come sanno tutti nel 2004 rinunciai alla candidatura a sindaco, non mi sentivo pronto. Ornella Signorini, con grande generosità, si assunse la quell’onere. La comunità sancascianese può ringraziarla. Diventai assessore a scuola e ambiente, con il famoso “assessorato all’acqua”: erano i tempi dopo la grande crisi del 2003. E iniziai a capire tante cose. La prima telefonata che ebbi sul tema fu proprio… di Roberto Ciappi, che stava organizzando la Festa dell’Unità al Poggione. Non c'era una goccia d'acqua. Lavoravo in una casa editrice scolastica, stavo facendo il dottorato a Pisa. Fu un momento appassionante: sulla scuola, sui rifiuti. C’erano i cassonetti, erano tempi diversissimi e portammo la differenziata al 42% con grande fatica a fine legislatura".

     

     

    SECONDO MANDATO – La vittoria alle amministrative 2014

     

    Poi, nel 2009, il grande salto…

     

    "Nel 2009 mi sentivo pronto per fare il sindaco, ma di fronte a un'avventura come questa non lo sei mai: quando ti ritrovi dalla parte opposta della scrivania non è mai semplice. Entrai in un vortice vero e proprio, mi candidai con la rottura a sinistra sulle vicende Laika, Antinori, Sacci; vinsi con il 54,7% al primo turno, al termine di una campagna elettorale molto tesa in cui mi salvò un po’ di incoscienza. Si partì con una situazione molto complicata per gli enti locali, la crisi, i tagli lineari del decreto Tremonti, il patto di stabilità, gli investimenti bloccati. Fu un periodo difficile: ne eravamo consapevoli, ma quando ti ci trovi in mezzo è differente. Con i nuovi parametri ci trovammo improvvisamente di fronte a un debito di 30 milioni di euro, oggi portato a 13. La crisi dell’edilizia portò a un drastico calo degli oneri di urbanizzazione. Insomma, roba da far tremare i polsi. Ma abbiamo tenuto botta. Passavamo serate intere a tagliare sui singoli capitoli di bilancio cercando di tenere tutto insieme. Ho avuto due squadre, intese come giunta e consiglio, incredibili. Ornella mi ha insegnato cosa è un bilancio. Donatella Viviani cosa è un bilancio in un momento difficilissimo. In dieci anni abbiamo dovuto pure ridurre l'organico di 25 dipendenti, ma i servizi sono aumentati".

     

    Racconta sempre che sulla Laika ha vissuto uno dei momenti più appassionanti dei suoi due mandati…

     

    "Quando arrivai sapevo che su Laika c’erano le opportunità. Antinori era appena stata cantierata, con problemi di drenaggi, il fallimento del Consorzio Etruria. Al Bargino facemmo due assemblee durissime, instaurando però un rapporto di prossimità vera con la popolazione. Nasceva proprio in quegli anni un modo diverso di fare il sindaco, mettendosi a disposizione dei cittadini, andando a trovarli nei loro luoghi senza aspettare che venissero loro. La vicenda Laika mi fece perdere il sonno per qualche tempo: ma avendo fatto le cose in maniera seria dal punto di vista istituzionale e tecnico l’abbiamo portata in fondo. Secondo me fu anche la svolta anche nella percezione che la comunità aveva di me. Dissi alla giunta che se Laika non fosse arrivata alla fine, noi saremmo andati a casa: ce lo dicemmo fra noi, mai all’esterno, ma fu molto motivante lo stesso. Poi il famoso consiglio comunale: allora erano 230 dipendenti, oggi sono oltre 500; nel nuovo piano operativo c’è una riqualificazione completa della zona del Ponterotto, che è tornata a vivere da tempo. Una zona che ha contribuito a far superare i 4.000 occupati nel comune di San Casciano. La vicenda Laika è stata fondamentale, altrimenti il nostro territorio sarebbe apparso come un semplice “buen ritiro”. E, oltre a non essere vero, non avremmo potuto permettercelo".

     

    LAIKA – L'inaugurazione dello stabilimento al Ponterotto

     

    Le chiediamo, invece, a cosa pensa ricordando i momenti più duri.

     

    "Penso al rapimento di Maria Sandra Mariani, ai giorni in cui ci fu lo sciame sismico fra 2014 e 2015. Ai lutti della nostra comunità. E l’acqua, che è stata davvero un incubo per anni: quando iniziava settembre era una tragedia. Oggi per fortuna è diventato una cosa diversa, con decine di milioni di investimento di Publiacqua su approvvigionamento e depurazione. L’acqua l’ho sempre seguita io: ai tempi ricordo che andavo a vedere se partiva l'autoclave del comune quando c'era la crisi idrica. E' comunque un ruolo complicato quello del sindaco. Ci sono momenti di elevata tensione, che devi saper gestire".

     

    Lei è nato analogico, chiude digitale. Come è cambiata la politica e fare il sindaco con i social network? Whatsapp, … 

     

    "C’è stato grande impatto. Passi tantissimo tempo a comunicare. Sei raggiungibile in mille modi diversi: in una giornata fra chat, gruppi, messenger leggevo e rispondevo a 200-300 messaggi. Ho vissuto tutte le ultime fasi della politica in una posizione di trincea. Il mio rapporto con i cittadini di San Casciano me lo tengo stretto non tanto per i rapporti singoli, ma per quelli comunitari. Ho trovato una comunità civile, un mondo del volontariato splendido, che abbiamo cercato di aiutare sempre. I circoli (20 sul territorio), le parrocchie, realtà che mantengono e salvaguardano il nostro territorio. Poi c'era il rapporto con Mercatale, il mio paese, un rovello per certi versi: del resto il legame del sangue… tira sempre".

     

    immagine

    2014 – In campagna elettorale per le amministrative

     

    Insomma, ha vissuto anni intensi…

     

    "Per me il primo mandato è stato un vortice di una durezza incredibile per le condizioni esterne. Dal punto di vista politico e istituzionale la giornata più bella è stata quella della seconda elezione. Ci ero arrivato affaticato, sono stato a lungo in dubbio se candidarmi per fare il secondo mandato, mi sentivo un po’ diverso dal mondo che cambiava. Ho dovuto adeguare me stesso ai nuovi rapporti verso la comunità, verso le forze politiche, avere un’agenda con centinaia e centinaia di incontri. La figura del sindaco è cambiata: sei te che devi stimolare la comunità allo stare assieme".

     

    E' cambiato anche il ruolo del Comune. Meno solitario, serve fare gruppo.

     

    "Abbiamo inserito San Casciano strutturalmente nel sistema Chianti e all’interno della Città Metropolitana. Con i comuni limitrofi (Scandicci, Impruneta, Montespertoli) stilato convenzioni che permettono ai cittadini di confine di accedere ai servizi e vivere meglio. Allargare l’Unione Comunale a Greve in Chianti è stato uno dei momenti più belli: porto con me quei lunedì mattina con la giunta itinerante con gli (allora) quattro sindaci. Momenti pieni di problemi ma anche di ricerca di soluzioni e innovazioni. Oggi lavoriamo tutti insieme, c’è l’Unione Comunale, lavoriamo insieme al Chianti Senese con il quale siamo arrivati al risultato del Distretto Rurale del Chianti, al percorso sul Chianti patrimonio dell'Unesco. È un altro mondo".

     

    Anche dal punto di vista delle risorse?

     

    "Abbiamo intercettato gli anni della ripresa, visto un cambio di passo, un po’ di respiro negli ultimi tre anni. Ho sottoposto (insieme alla mia squadra) la struttura a stress. Ma la struttura comunale a San Casciano è affezionata al proprio ente, in grado di lavorare ben oltre il suo compito di ufficio, e ci ha permesso di reggere alla difficoltà di questi anni. Sono tempi in cui si devono prima trovare i soldi, facendo bandi e progetti, e poi le opere: non è più il tempo del… si fanno le opere poi si trovano i soldi. Abbiamo anche sperimentato tanto, vedi la raccolta porta a porta estesa a quasi tutto il territorio, stressando un po' anche la popolazione ma arrivando a risultati".

     

    2013 – Inaugurazione di Chiantiform

     

    Le chiediamo un commento sull’esito del voto a San Casciano e sulla campagna elettorale che l’ha preceduto.

     

    "Qui c’è sempre stato un Partito democratico aperto alla comunità. E anche dal punto di vista elettorale questo ha avuto un peso. Una grande soddisfazione è vedere tante persone che si sono avvicinate al partito e che sono entrate dentro al consiglio comunale. Ognuno di loro rappresenta una parte della comunità. E' un risultato che mi dà grande soddisfazione: concludere dieci anni di mandato con una coalizione allargata a una forza civica vera, un rapporto ormai consolidato con Sinistra per San Casciano, un percorso non banale per individuare il candidato sindaco. Da cui, come mi aspettavo, è uscita forte e autorevole la candidatura di Roberto Ciappi. Che ha cultura del lavoro, che sta in mezzo alle persone. Farà bene (e mi sono quasi commosso abbracciandolo lunedì scorso in sala consiliare dopo aver visto i risultati dello scrutinio) perché parte da basi solide e da un lavoro fatto per lasciare il Comune meglio di come lo avevamo trovato. Nel risultato giocano tanti meriti, anche quello di una buona amministrazione vicina ai cittadini. Un Pd al 55% a San Casciano è un dato incredibile, in una zona che non ha le tradizioni di voto strutturare come, ad esempio, comuni come Castelfiorentino o Certaldo".

     

    Il suo secondo mandato è stato molto diverso dal primo. Anche per incarichi sovra comunali.

     

    "Un secondo mandato durissimo, e devo ringraziare ancora di più la squadra. Ho dovuto seguire anche la Città Metropolitana con deleghe pesantissime, oltre alle deleghe politiche a livello regionale arrivate negli ultimi tempi. Ho imparato a capire le dinamiche politiche in corso d’opera. Ho girato tutta la Toscana, la comunità politica del Pd. La Città Metropolitana mi ha permesso di ampliare la visione, capendone di più di trasporti e infrastrutture. L’ho fatto volentieri, ma senza mai perdere di vista il mio ruolo a San Casciano, che penso di aver svolto con lo spirito di servizio vero, facendo fino all’ultimo giorno il mio dovere per cui i miei cittadini mi hanno scelto. Concludo con la coscienza a posto; inevitabilmente qualche problema sul tavolo lo lasciamo, ma lasciamo anche tante prospettive. Un paese coeso, che ha resistito all’impatto della crisi. La ricchezza la vedi anche dalle relazioni umane, non solo da Pil o dai dati economici".

     

    Cosa farà nel futuro? Nel 2020 ci sono le regionali…

     

    "Si guarderà. Ho fatto il sindaco senza fare nessun calcolo per il futuro. È stato un privilegio in sé. E dico anche, con cognizione d causa, che la legge sui due mandati è giustissima: in dieci anni il ruolo di un sindaco si esaurisce. Andando oltre fai del male a te stesso e alla tua comunità, che a sua volta ha bisogno di nuovi stimoli. E dico anche che sono contento di lasciare vedendo i ponteggi delle mura in via dei Fossi. E i tanti lavori sull’acquedotto in tutto il comune".

     

    Già, l'acqua… .

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...