IMPRUNETA – Gli sfoghi di questi giorni del sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei su Facebook, nati in particolare dalla mancanza di numero legale nell'ultimo consiglio comunale, poi ampliati a una critica diretta al M5S su una presunta "schizofrenia" sulle regole delle opere pubbliche, stanno lasciando dietro di loro degli strascichi roventi.
Un sindaco letteralmente al vetriolo quello emerso nel fine settimane sulle pagine del social network: per un nervosismo che, appunto, va fatto risalire all'ultimo consiglio comunale.
L'assenza per motivi di studio di un consigliere di maggioranza infatti, aveva spinto Calamandrei a svelare un "patto" fra maggioranza e opposizioni per non far mancare mai il numero legale e quindi per non interrompere i lavori del consiglio. Patto negato a oltranza da M5S e Coraggio di Cambiare.
Un nervosismo (del sindaco) che è sfociato, nei confronti del consigliere comunale comunale pentastellato (peraltro non "riconosciuto" come tale dagli attivisti di Impruneta…) Francesco Bianchi, in una polemica sulle opere pubbliche. Che però cela ben altro.
"Ci avete fatto chiudere il parcheggio provvisorio lungo la Greve a Tavarnuzze – questo in sostanza il pensiero di Calamandrei – e vorreste installare dei lampioni senza regole in via Quintole per Le Rose senza nessun permesso".
"Calamandrei racconta soggettivamente i fatti – dice Bianchi – e svia l'attenzione sul motivo reale della protesta che è ascoltabile dalle registrazioni in aula. Il motivo della protesta è che a fronte di una telefonata fra me e il vicesindaco molto bruscamente sono stato invitato a non interferire con i lavori dell'amministrazione. Questo è il motivo della protesta".
Protesta che, appunto, ha portato i consiglieri di opposizioni a uscire dall'aula consiliare e a fare saltare la seduta per mancanza di numero legale. Facendo andare su tutte le furie il sindaco.
"Il sindaco – intervengono dal Coraggio di Cambiare – accusa tutti i consiglieri di opposizione di non aver rispettato accordi mai presi. Viene da sorridere sentendo "da che pulpito viene la predica"… . Non è mai esistito nessun patto tra maggioranza e opposizioni per garantire il numero legale delle sedute del consiglio comunale".
"La maggioranza – prosegue il CDC – oltretutto ha i numeri per essere autosufficiente, anche senza un consigliere temporaneamente assente, ed ha sempre scelto ed imposto la sua autarchia, anzi ricordiamo che tutte le proposte di collaborazione sono state parole al vento. Aspettarsi adesso che siano le opposizioni (da sempre poco ascoltate da questa amministrazione) a garantire il ruolo che la maggioranza numericamente autonoma non è in grado di svolgere è assurdo".
"La scelta dei tre consiglieri del CDC di abbandonare la seduta del consiglio comunale di giovedì scorso – concludono – è stata un segnale di solidarietà al consigliere Francesco Bianchi e un modo per sottolineare la necessità di maggior rispetto verso il consiglio comunale e il lavoro dei consiglieri da parte degli amministratori. Questa semplice azione di disobbedienza civile ha messo in luce tutta la stanchezza dell’attuale maggioranza, e la difficoltà a mantenere il governo del paese. A quando la fine di questa agonia?".
"Le persone che compongono le istituzioni – riprende Bianchi in conclusione – hanno il dovere di ascoltare i cittadini e il buon senso di relazionarsi in modo corretto. Se poi si vuol coprire la non particolare dote del vicesindaco (che non è la prima volta che usa termini "da protesta") è un problema non delle opposizioni, ma della cittadinanza intera".
di Matteo Pucci
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