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martedì 30 Aprile 2024
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    Dario Cecchini: “Ecco la mia canna fumaria in cotto. Un inno al prodotto e al territorio”

    Via libera dalla Soprintendenza: si staglierà nel cielo di Panzano. Di notte verrà illuminata. "Come un totem"

    PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – Solo una mente in continuo fermento come quella di Dario Cecchini poteva pensare a una cosa del genere.

     

    Ovvero far diventare l'innalzamento di una canna fumaria per lo smaltimento dei fumi della sua Officina della Bistecca, a Panzano in Chianti, un'occasione di promozione di uno dei prodotti icona del nostro territorio. Che però risultano spesso bistrattati e invisibili agli occhi.

     

    "Abbiamo avuto il via libera della Soprintendeza – ci dice Cecchini in mezzo alla musica che, come ogni giorno, inonda la sua macelleria – possiamo partire! Nel prossimo autunno spero che potremo vederla già in funzione".

     

    Ed eccola, la vedete nelle immagini di progettazione, la canna fumaria in cotto tradizionale che si staglierà nel cielo panzanese: la progettazione architettonica è di Cristiano Cosi (Mdu Architetti), ovvero colui che ha progettato l'unica vera opera-vetrina del cotto in chiave moderna visibile sul territorio, la biblioteca comunale di Greve in Chianti.

     

    "La canna fumaria – si legge nel progetto – sarà alzata fino a 7 metri dal colmo del tetto su cui viene installata. Il supporto per sorreggere la canna fumaria vera e propria sarà costituito da un tubo metallico portante imbullonato alla struttura muraria sottostante per mezzo di una piastra esistente inghisata alla muratura stessa, e stabilizzato da quattro tiranti metallici che ne garantiscono la necessaria controventatura".

     

    La realizzazione del cotto è a cura di una delle fornaci storiche in terra chiantigiana, la Manetti Gusmano & Figli (il vasaio è Giovanni Salvianti), al Ferrone.

     

    IL PROGETTO – Vista frontale della macelleria di Dario Cecchini

     

    "Anche per noi è una bella sfida – ci dice Federico Manetti – Adesso vogliamo fare una prova generale per non rischiare nulla ed eliminare ogni possibilità di errore. Poi procederemo spediti per la realizzazione dell'opera".

     

    "Il tubo portante – si legge ancora nella spiegazione – verrà rivestito con elementi di cotto che riproducono varie fogge dei tipici conchini della produzione locale (cotto del Ferrone); gli elementi saranno di varia dimensione e sovrapposti in modo articolato intorno al tubo in acciaio così da creare una sorta di “ciminiera” che lega l’immaginario dell’”opificio gastronomico” alla storia produttiva ed ai materiali locali".

     

    E', come sempre, travolgente Cecchini quando ci parla di un progetto voluto fortemente per mostrare al mondo intero quello che il cotto può rappresentare.

     

    "Sarà un vero e proprio inno al cotto – ci racconta – Io l'ho vissuta come gli indiani vivevano i loro totem. Tutto parte dall'idea di fare un'azione vera, in cui le persone vedano che la bellezza può essere anche utile. Sarà anche illuminata di notte".

     

    "Voglio mostrare a chi vede quest'opera – conclude Cecchini – che il cotto è utilizzabile in mille modi. In un mondo che corre dietro all'effimero, al semplice, alle scorciatoie, dobbiamo capire che possiamo (e dobbiamo) essere fedeli a ciò che ci caratterizza. E che peraltro è bellissimo, creativo, solido. E può essere tramandato alle generazioni future".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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