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martedì 30 Aprile 2024
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    Scoperta, alla presenza dell’arcivescovo Giuseppe Betori, l’opera di Jacopo Ligozzi

     

     

     

     

     

     

    Una comunità piccola, composta di persone che amano il loro parroco don Andrea Bigalli, il loro territorio e le opere che vi sono racchiuse. Ognuno, con le proprie capacità e possibilità, ha contribuito a riportare a nuova luce un’opera  commissionata in quel territorio, quello di Sant’Andrea in Percussina e Spedaletto.

     

    Si tratta di un’opera insigne di Jacopo Ligozzi, datata 1612, che da martedì 11 dicembre ha trovato nuova sistemazione sull’altar maggiore della chiesa di Sant’Andrea in Percussina. Un evento che ha portato nella frazione per la prima volta il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori. Una doppia festa.

     

    Don Andrea Bigalli dopo i saluti di benvenuto e prima di dare la parola alle autorità, ha dato "voce" al coro della parrocchia, che ha eseguito un canto. Subito dopo ha preso la parola l’assessore alla cultura del Comune di San Casciano Chiara Molducci: "E’ veramente importante per il comune di San Casciano l’impegno che questa comunità ha espresso rendendosi partecipe attivamente e concretamente al restauro di questa splendida opera, che sarà apprezzata da tutte le generazioni future".

     

    Presente anche la dottoressa Maria Pia Zaccheddu, ispettrice della Soprintendenza: "Porto il saluto del Soprintendente Alessandra Marino che purtroppo non è potuta essere presente. Sono davvero contenta di essere in questa comunità anche perché nella mia persona raccolgo il lavoro della mia collega dottoressa Caterina Caneva che non è più tra di noi. Sono sicura che lei avrebbe apprezzato moltissimo questo momento".

     

    Don Andrea ha presentato con vero orgoglio colei che ha eseguito le ricerche sulla tela di Jacopo Ligozzi, la dottoressa Nicoletta Matteuzzi, che tra l’altro fa parte della comunità di Sant’Andrea. Nicoletta ha ringraziato le persone che hanno voluto coinvolgerla in questa ricerca, una piccola caccia al tesoro per capire la provenienza di quest’opera. 

     

    Don Andrea ha passato la parola alle tre restauratrici dello studio “L’Atelier” Beatrice Borgognoni, Lucia Cioppi e Angela Matteuzzi, quest’ultima ha parlato per tutte: "E’ stato davvero affascinante l’incontro con questo dipinto, ci sono voluti quattrocento anni per ricevere l’apprezzamento dovuto, e un restauro che gli ha restituito la leggibilità. La pala raffigurante “Crocifissione con San Francesco e san Girolamo” è mancante della scultura lignea centrale di Gesù crocifisso il quale sarebbe stato il vero messaggio iconografico dell’opera".

     

    "L’opera – ha proseguito – quando è arrivata in laboratorio era oscurata di una spessa patina scura, di stratificazioni di vernici e colle, oltre a polvere sedimentata sulla superfice, ma anche di strappi. La firma è emersa sulla borraccia di San Francesco, scritta nera in stampatello con la data: LIGOZ(Z)I FA(CEV)A 1612. Tanti i particolari emersi nella ripulitura, come per esempio la chiesa di Santa Maria a Casavecchia, a un chilometro di distanza da cui, e un palazzo signorile, probabilmente quello della famiglia che ha commissionato l’opera".

     

    L’arcivescovo Giuseppe Betori ha ringraziato dell’invito: "Sono felice di essere qui, anche questo è il compito dell’arcivescovo. Ovvero non solo fare cerimonie, comunioni o cresime, ma anche condividere le gioie di un popolo, essere pastore e contemplare la bellezza di Dio, come le opere dell’uomo, in questo caso l’opera di Jacopo Ligozzi".

     

    La tela è poi stata scoperta, e benedetta dall’arcivescovo dopo un lungo applauso dei presenti. Mèsi Bartoli ha presentato la pubblicazione promossa dagli Amici del Museo di Impruneta e San Casciano “Marcello Possenti”, si tratta di una collana chiamata Filo di Perle, arrivata alla sesta edizione, una per ogni opera restaurata. Il fascicolo è in vendita e il ricavato andrà alla parrocchia. Era presente anche Maria Pratesi, presidente degli  Amici del Museo. La festa è proseguita con un rinfresco offerto dalle “massaie” di Sant’Andrea.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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