TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Il caloroso invito del sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei di rimandare la manifestazione di protesta contro l'episodio di abusivismo che sta scuotendo in questi giorni Tavarnuzze, non ha funzionato. O meglio, ha funzionato solo in parte.
Alle 17 piazza don Giovanni Chellini è affolata: uomini e donne, giovani e anziani, tavarnuzzini e non. Denominatore comune? Ingiustizia e collera.
Ma facciamo un passo indietro. Rosetta, anziana ottantenne, due mesi fa è caduta, riportando una frattura del femore che l'ha costretta a un periodo di riabilitazione presso Villa le Terme, località Falciani.
Rosetta ha una figlia disabile cinquantenne, Lucia, che, a causa dell'assenza della madre, è stata trasferita in un istituto di suore, lasciando così la loro casa vuota. Ma solo per poco.
Prima dell'episodio infatti le due donne venivano aiutate da una badante che, a causa di un comportamento non consono, era stata licenziata.
Questa donna, nonostante avesse trovato un altro lavoro, ha fatto sì che sua figlia ventiseienne con suo nipote minorenne si “trasferissero”, o meglio, occupassero la casa delle due donne.
Questa situazione, protrattasi per oltre due mesi, avrebbe dovuto terminare, semmai avesse dovuto iniziare, allorquando Rosetta fosse stata in grado di tornare a casa. Ma questo non è accaduto.
Il risultato? Rosetta e Lucia non possono tornare a casa poiché sono state sfrattate… da casa loro.
Ma non è tutto “Sono state sfrattate sì, ma continuano comunque a pagare le utenze… assurdo” si sfoga una signora, unendosi al coro fatto di parole come “ricatto, incredibile, ingiustizia, follia pura”.
Questa storia, inutile dirlo, ha suscitato indignazione e proteste, tanto da organizzare un corteo di solidarietà per le due donne, previsto per oggi pomeriggio alle 17.
Non avendo i permessi necessari, anche su consiglio del sindaco Calamandrei, il corteo è stato rimandato, ma il senso di ingiustizia e frustrazione non ha impedito alle persono di scendere in piazza, che oggi contava circa ottanta persone.
“Abbiamo deciso di non infrangere la legge e aspettare i permessi – ci spiega Beatrice Papi, una delle organizzatrici – così organizzeremo una fiaccolata giovedì 30 giugno alle 21”.
Un gesto simbolico importante, considerando che l'1 luglio ci sarà l'udienza.
“La situazione sta degenerando – si sfoga Giovanni Boggioli, il tutore di Lucia, con il maresciallo – proprio ieri sera la ex badante è venuta alla residenza dove si trova Lucia, voleva parlarle a tutti i costi”.
Questo le è stato proibito ma “continuava a insistere, ha cercato persino di forzare il cancello: è stato necessario l'intervento del personale” racconta lasciando tutti senza parole. Molto probabilmente questo le costerà una denuncia.
“Abbiamo deciso di organizzare questo corteo” prosegue Mariangela Altamore, un'altra organizzatrice insieme a Beatrice e Andreina Falciani e molti altri ancora “per Rosetta e Lucia: le conosciamo da una vita e non meritano tutta questa sofferenza”.
Attualmente le due donne si trovano ancora nelle strutture loro predisposte che però, dovranno presto lasciare. E la domanda che attanaglia il paese è una sola: dove andranno dopo?
di Costanza Masini
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