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giovedì 18 Aprile 2024
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    Il Pasquino torna sotto la Torre dell’Orologio. Ma arriva un altro “concorrente”

    E rieccoci sotto la Torre dell'Orologio di piazza Pierozzi, con la "guerra delle rime" che prosegue imperterrita sul muro. In questi giorni ne sono state attaccate di nuove e con nuovi protagonisti.

     

    Ma partiamo da "soliti" noti, da quel Pasquino Terzo che si fa sentire con ben due… componimenti. Il primo riguarda ancora gli esiti del Carnevale Medievale… .

     

    "Non c'è cosa più gradita

    per chi vince la partita

    di veder di verde tinti

    gli avversari tutti vinti

    per la bil che in abbondanza

    gli è scoppiata nella panza.

     

    Gran capon che nella piazza

    dalla rabbia ci starnazza

    senza gomiti è rimasto

    e col rodersi s'è guasto

    con il fegato la bile

    sol perché è un grande vile.

     

    Gli darò un buon consiglio:

    "Se vuoi batter quei del Giglio

    la polemica non vale

    devi smetter di far male

    quei carracci di cartone

    dei buttargli nel bidone".

     

    Or Pasquino lo saluta

    gli consiglia la cicuta

    che gli serva ben da cura

    per l'oscura sua natura

    d'invidioso maldicente

    che gli brucia nella mente".

     

    Il secondo… pure. Ecco la seconda "pasquinata post-carnevalesca", con l'inno della vittoria "Giglielchi"…

     

    Tra volti rugosi

    tra seni cadenti

    tra flaccidi culi,

    rombanti e silenti,

     

    un viso depresso

    repente d'appressa

    non voglio sbagliare

    ma è la leonessa!

     

    Mi trovo di certo

    in terra nemnica

    dell'orride genti

    nessuna m'è amica!

     

    All'armi gloriose

    allora m'appiglio

    poi grido tuonando:

    "Io sono del Giglio!"

     

    A tale mio motto

    terrore si spande:

    di questi bergonzi

    son certo più grande.

     

    Tra gente che trema

    che geme che corre

    si fugge il cavallo

    ruina la torre.

     

    Un povero Gallo

    spennato e sbattuto

    mi chiede pietade

    con occhio sparuto.

     

    Ormai vincitore

    a onor dè miei avi

    gli lascio la vita

    mi prendo le chiavi.

     

    Infine ecco il "nuovo che avanza". Stiamo parlando di Aceto, una new entry nella guerra delle rime lungo lo sdrucciolo di piazza Pierozzi. Che esordice con "Eccomi!". Il tema? Non si sbaglia: il Carnevale Medievale!

     

    Son l'ennesimo cantore

    di Pasquino emulatore.

    Sono caustico e cattivo,

    di pietà io son privo,

    non son falso non son bello,

    ed "Aceto" io m'appello.

     

    Dei galletti tanto fieri

    son rimasti gli scudieri

    che non reggono la pressione

    della nobil tenzone.

    Con onor si son battuti

    ma soccomber son dovuti.

     

    Falagian dal collo corto

    c'è rimasto a collo torto.

    Par la solida batosta

    che dal Giglio è stata imposta

    i cavalli poveretti

    han ceduto sui garretti.

     

    Cosimin dai grandi occhioni

    ma c'hai preso per coglioni?

    Falso ipocrita bugiardo,

    quando scrivi sei infingardo!

    la mielata messa in rete

    non c'inganna finto prete:

    tu sei lupo non agnello

    e d'Abele sei fratello.

     

    I leoni sempre tronfi

    solo d'aria sono gonfi

    che gli sorte con fragore

    dal pertugio posteriore.

    Quello solo sanno fare

    lor natur non può cambiare.

     

    Io non son Divin poeta

    non vi tratto con la seta

    ma saluto con l'inchino

    lo sapete son di-vino

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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