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domenica 20 Luglio 2025
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    L’ambulatorio veterinario di Bagno a Ripoli diffonde i consigli per un primo intervento da attuare da soli

    BAGNO A RIPOLI – Si moltiplicano, purtroppo, i casi di bocconi avvelenati (e non solo, anche spugne con chiodi, spugne fritte, …) su tutto il territorio della provincia di Firenze.

     

    Tema, quello dei bocconi avvelenati, che a Bagno a Ripoli è molto sentito: la morte nelle scorse settimane di due cani all'Antella, deceduti in seguito all'ingestione di veleno, ha innalzato di molto il livello di allarme.

     

    A dare alcuni consigli su alcune mosse di primo intervento, da poter effettuare in proprio per poi precipitarsi dal veterinario, è l'Ambulatorio Veterinario di Bagno a Ripoli, diretto dal dottor Vanni Cellai.

     

    "L’ingestione di un tossico da parte dei nostri animali è spesso un’emergenza che deve essere trattata il più velocemente possibile – inizia la spiegazione – La maggior parte dei tossici non ha antidoto e quindi spesso il trattamento è sintomatico".

     

    "Se dovesse capitare che il vostro cane/gatto ingerisca un tossico – prosegue – dovete portarlo il prima possibile dal vostro veterinario di fiducia che attuerà tutte le pratiche per intervenire tempestivamente".

     

    "Se il tossico è stato ingerito bisogna indurre immediatamente il vomito solo nei seguenti casi – si spiega – se il tossico non è corrosivo o caustico, se l’animale è conscio, se si conosce o sospetta il tipo di tossico ingerito, se l’ingestione è avvenuta da meno di quattro ore".

     

    "Esistono diversi farmaci a disposizione del vostro veterinario (xilazina, apomorfina, ipecacuana…) – si dice ancora – in grado di indurre vomito, ma in caso d’urgenza è possibile anche utilizzare altri metodi come ad esempio l’acqua ossigenata che alla dose di 1-2 ml/kg per bocca è in grado di stimolare il vomito in circa 15-20 minuti (ead esempio un cane di 10 kg di peso circa 1-2 cucchiai di acqua ossigenata)".

     

    "Nel caso di ingestione di un caustico – si prosegue – si può somministrare all’animale del latte (nel cane da 5 a 30 ml secondo la taglia, mentre nel gatto 5-10 ml) al fine di diluire la sostanza ingerita".

     

    "Se l’animale è conscio e collaborativo – si ricorda – è possibile somministrare per bocca del carbone attivo (a meno che non abbia ingerito sostanze caustiche o idrocarburi o nei quali si sospettano lesioni gastroenteriche) al dosaggio di 2-8 g/kg".

     

    "In caso di contatto della sostanza con la cute del cane/gatto – si spiega – è bene lavare l’animale con acqua corrente tiepida per 15-20 minuti avendo cura di proteggere per primi noi stessi ed evitare che il tossico venga a contatto con naso, bocca e occhi del cane o del gatto. Prima di lavare l’area è bene rimuovere la sostanza sospetta con con un panno. Se la sostanza è venuta a contatto con gli occhi bisogna lavarli con soluzione salina (o aggiungere 2 cucchiaini di sale in 1 litro di acqua) per circa 10 minuti".

     

    Comunque, "una volta eseguite queste prime procedure (in caso di emergenza e impossibilità di una visita immediata da un veterinario) l’animale dovrà essere comunque portato tempestivamente da un medico veterinario che eseguirà tutti gli accertamenti, ulteriori procedure e terapie per cercare di salvare la vita al vostro amico a quattro zampe".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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