TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – C'è la storia di persone che si sono date da fare. Facendo gruppo e squadra. In anni in cui, per usare un loro termine, "Berta filava". Ma per farla filare c'era da lavorare. E parecchio.
Il 31 luglio scorso è stato il loro ultimo giorno di apertura, dopo una vita di lavoro, ben 34 anni in società. Adesso si dedicheranno alle loro passioni, molte delle quali iniziano e finiscono fra vigne, olivi e orto.
Siamo andati a trovare Paolo Mazzuoli, Fulvio Pelacchi e Giovanni Camaiani (affiancati da Anna Bagnolesi, fida segretaria da sempre) nella loro ormai ex autofficina, in via Bosco alla Doccia.
DA SINISTRA – Fulvio Pelacchi, Anna Bagnolesi, Giovanni Camaiani, Paolo Mazzuoli
Nelle loro parole, che sanno di autenticità, il racconto semplice di quello che siamo. Di quello che di meglio riusciamo a rappresentare: la piccola impresa familiare (in questo caso è una famiglia… allargata). In cui, quando tutto funziona (come in questo caso) si lavora insieme per oltre tre decenni. E ci si lascia con il sorriso.
All'inizio ci fu Paolo Mazzuoli, che iniziò dove oggi si va a fare colazione, ovvero dove c'è la Pasticceria Bagnoli (Birullo per i tavarnellini). Era il 1972 e Paolo aveva un socio, Fabiano Rettori, e in poco tempo due dipendenti, Mauro Cini e Fulvio Pelacchi.
"Allora – sorride Paolo – si era officina meccanica di nome e di fatto. Pochi fili e tanto olio di gomito: Fiat 500, 600, 1100…".
Quando arrivò la pasticceria, l'officina si spostò, cambiando un paio di sedi. Per finire, a inizio anni Ottanta, "nel fondo di "Gallina" – dicono – in via di Spicciano".
Intanto il socio di Mazzuoli era diventato Pelacchi, ed era nata (nel 1982) la Mazzuoli e Pelacci. Che diventò "e C." dal 1985, con l'ingresso di Giovanni Camaiani. Per stabilizzarsi nell'attuale sede, in via Bosco alla Doccia, dal 1986.
Per tantissimi anni è stata Officina Alfa Romeo, collegata direttamente con i concessionari dell'area. Alfetta, Giulia, Giulietta, un marchio storico nel mondo dell'automobile.
"Questa – dicono a una voce, insieme anche alla segretaria Anna – è stata una famiglia. Abbiamo condiviso tutto, lavoro e famiglie, senza mai litigare, sempre convinti che si stesse bene insieme collaborando".
La particolarità è che in tre hanno otto figli, fra cui sette maschi: "Nessuno – sorridono – si è voluto sporcare le mani, nessuno ha percorso questa strada. Ognuno ha fatto la propria".
Ma c'è, appunto, il sorriso quando lo dicono. Il sorriso di chi vive la vita con semplicità, prendendola come viene.
"Qui era una sorta di luogo di ritrovo – ricordano – dove noi si lavorava e tanti venivano a fare due chiacchiere. A prendere un caffè. Anche a dire la loro su come fare o non fare una riparazione. Approfittiamo dell'occasione per ringraziare di cuore tutto il paese, tutti i clienti che negli anni ci hanno dato fiducia".
Oggi l'officina prosegue la sua storia, passata in mani più giovani. L'augurio è che riescano ad attualizzare ai tempi di oggi quanto di buono si è respirato fra queste mura. Per oltre trent'anni.
di Matteo Pucci
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