CASTELLINA IN CHIANTI – A Castellina in Chianti è partito il progetto “VivoInChianti”, ispirato alle più avanzate teorie archivistiche e fondato sul concetto di “Archivio Aumentato”: non un semplice contenitore ma una sorta di ecosistema digitale dinamico e interattivo dove la memoria diventa bene comune, accessibile e implementabile dalla comunità stessa.
La piattaforma – che sarà lanciata ufficialmente nel luglio 2026 dal Centro Commerciale Naturale di Castellina grazie al contributo della Fondazione “Il Cuore si scioglie” – conterrà oltre 1.000 risorse digitalizzate tra fotografie storiche, video-testimonianze, articoli, studi e documenti locali.
Consultabili gratuitamente online ma sempre rispettando la proprietà delle testimonianze e mettendo in risalto il ruolo, assolutamente fondamentale, dei singoli soggetti produttori.
Proprio su questo si basa il principio partecipativo, con il coinvolgimento di enti, associazioni, studiosi e singole persone afferenti ai territori comunali riguardanti il progetto.
Inoltre, è in fase di costituzione un Comitato scientifico che affiancherà la direzione del progetto, presieduto da docenti universitari specializzati proprio in archivistica, archivistica digitale, capace anche di accogliere e stimolare le energie presenti sul territorio, come studiosi locali o rappresentanti di associazioni culturali che tanto fanno e continuano a fare per la salvaguardia della memoria.
Un modello per il futuro della memoria locale. “VivoInChianti” unisce innovazione e partecipazione civica: coinvolge direttamente cittadini, scuole, associazioni e istituzioni locali attraverso la raccolta di materiali storici privati, eventi pubblici di restituzione, laboratori con studenti e anziani e la produzione di documentari e contenuti multimediali.
In particolare, il progetto attiva percorsi di volontariato culturale, valorizzando le competenze e la memoria delle persone anziane e mettendole in dialogo con le giovani generazioni.
Fra le testimonianze che saranno valorizzate, c’è anche il recupero del tracciato dell’antica Via Romea Sanese, che sarà reso disponibile sulla piattaforma nazionale FIEMAPS, e la pubblicazione con apposita galleria del reportage fotografico dell’itinerario realizzato dal fotografo Andrea Rontini.
L’obiettivo è rendere la storia del Chianti un racconto vivo, condiviso e sempre in crescita.
Come ambito di riferimento del progetto, in questa prima fase, sono stati scelti i territori dei comuni di Castellina, Radda, Gaiole, Greve in Chianti e Castelnuovo Berardenga. La piattaforma digitale conterrà testimonianze storiche e foto-documentali riferibili a questi territori.
“Siamo molto orgogliosi di lanciare questo progetto di archivio partecipato – dichiara Valeria Ronzini, presidente del CCN di Castellina – che sarà possibile grazie al contributo della Fondazione “Il Cuore si scioglie”. Per le esperienze pregresse e per l’approfondita conoscenza storica del territorio, abbiamo incaricato come responsabile e coordinatore di progetto il dottor Vito De Meo, che si occuperà anche delle relazioni nei vari territori e di interfacciarsi con il Comitato scientifico”.
“Il censimento di tali testimonianze – aggiunge – che localmente era già iniziato più di un decennio fa, è adesso in fase di attuazione con la rilevazione delle fonti e la sistematizzazione dei fondi fotografici privati”.
“L’associazione Giuliano da Sangallo – conclude Ronzini – nostro partner a cui si deve la primogenitura del progetto insieme al Gruppo Archeologico Salingolpe, è coinvolta come facilitatore per la partecipazione dei cittadini e svolgerà un ruolo di supporto alle operazioni di raccolta e digitalizzazione”.
“Castellina, così come tutti gli altri comuni del Chianti – dichiara Giuseppe Stiaccini, sindaco di Castellina in Chianti – è da sempre un territorio profondamente legato alla propria storia e alla propria identità. Il progetto “VivoInChianti” rappresenta un’opportunità concreta per preservare e condividere la memoria collettiva dei nostri territori, rendendola accessibile a tutti grazie a specifici modelli archivistici e alle nuove tecnologie”.
“Abbiamo voluto sostenerlo con convinzione – conclude – perché crediamo nella forza culturale e civica di un archivio vivo, costruito insieme ai cittadini. È un modo per raccontare il nostro passato, ma anche per costruire una comunità più coesa, consapevole e partecipe del proprio futuro”.
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