FIRENZE – Nella mattinata di ieri, mercoledì 17 dicembre, su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze-Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Firenze e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) hanno dato esecuzione, tra le province di Firenze e Siena, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze.
Che ha disposto, in accoglimento delle richieste avanzate dalla Procura fiorentina, nove misure cautelari personali (otto custodie cautelari in carcere, una agli arresti domiciliari) nei confronti di soggetti gravemente indiziati di appartenere ad un’associazione per delinquere italo-albanese dedita al traffico di sostanze stupefacenti.
Agli indagati sono ricondotti, a vario titolo, i delitti di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 D.P.R. 9 ottobre 1990, nr. 309 “T.U. stupefacenti”) e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 73 D.P.R. 9 ottobre 1990, nr. 309 “T.U. stupefacenti”).
Le indagini, anche di natura tecnica e corroborate dall’esecuzione di riscontri sul territorio, hanno preso avvio da un sequestro di 20 kg di cocaina, la cui detenzione per il traffico è stata assegnata a due soggetti (un cittadino italiano e uno albanese), arrestate nell’aprile 2023 a San Gimignano dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Poggibonsi, in coordinamento con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze.
L’avanzamento delle indagini ad opera del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) ha consentito di giungere all’individuazione di un network criminale ancor più ampio, nuovo ed autonomo rispetto alle organizzazioni sinora conosciute.
Del quale facevano parte soggetti con compiti e ruoli ben definiti, con basi logistiche e operative in Toscana e canali di rifornimento in Lombardia.
Significative alcune caratteristiche del gruppo criminale, che ne hanno caratterizzato l’impenetrabilità e la pericolosità.
La struttura di tipo familiare, l’inclinazione ad attivare sistematici meccanismi di difesa dei membri per scongiurarne la scoperta.
E la sua capacità di ricorrere ai più moderni mezzi di comunicazione criptati per sfuggire alla pressione investigativa.
I vertici, due cittadini albanesi che vivevano tra Castelfiorentino e Colle Val d’Elsa, stabilivano strategie e canali di rifornimento, luoghi di detenzione e stoccaggio, prezzi di vendita della sostanza stupefacente, nonché i destinatari della stessa.
I loro referenti fidati gestivano i depositi di droga, il trasferimento, e si occupavano della preparazione delle partite da consegnare ai clienti ricevendo il corrispettivo delle cessioni: numerosi corrieri venivano poi incaricati di svolgere anche la funzione di “custodi”.
Alcuni degli indagati sono risultati formalmente impiegati come autisti/corrieri di furgone di “ditte di trasporto merci su strada per conto terzi”, e hanno sfruttato tale attività lavorativa per simulare consegne di prodotti servendosi di buste di plastica da spedizione per occultarvi quantitativi di droga da consegnare ai clienti.
Questa peculiarità ha agevolato il gruppo nella commissione dei delitti contestati, poiché le cessioni di droga venivano effettuate simulando consegne con il marchio di una nota compagnia internazionale di trasporti e spedizioni.
Durante le indagini, tra il 2023 e il 2024, tra Castelfiorentino, Colle Val d’Elsa e Busto Arsizio, sono stati già sottoposti a sequestro del gruppo criminale 17 kg di cocaina, 18 kg di hashish e 1 kg di marijuana.
E sono stati arrestati in flagranza di reato tre soggetti, tutti destinatari anche delle odierne misure cautelari in carcere, eseguite dal Gruppo Operativo Antidroga (G.O.A.) della Guardia di Finanza di Firenze.
Sono in corso di esecuzione nelle medesime province, perquisizioni locali e personali, per la ricerca di elementi pertinenti o costituenti il profitto dei reati di narcotraffico.

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