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mercoledì 17 Dicembre 2025
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    Teleconsulti e guardie mediche pediatriche, la Regione sperimenta due nuovi servizi

    Al via dai prossimi giorni prima di Natale. Monni: ”Un modo per dare risposte più efficienti e vicine ai bisogni di salute dei piccoli e dei loro genitori”

    FIRENZE – Arrivano i teleconsulti e le guardie mediche pediatriche e l’obiettivo è doppio: offrire una migliore assistenza, ma anche evitare accessi impropri al pronto soccorso che sono statisticamente più rilevanti il sabato, la domenica e nei giorni festivi o prefestivi, quando capita ugualmente che bambine e bambini si ammalino ma il proprio pediatra non è in servizio e dunque non raggiungibile.

    La novità – una sperimentazione – sarà operativa dall’imminente vigilia di Natale.

    Se una famiglia con figli piccoli si rivolgerà alla guardia medica (ovvero i medici di continuità assistenziale dell’116117) quest’ultima potrà scegliere di attivare un teleconsulto di secondo livello e parlare con pediatri coordinati dal Meyer, l’ospedale dei bambini.

    “Un modo – spiega l’assessora al diritto alla salute e alle politiche sociali della Toscana, Monia Monni – per dare risposte più efficienti, efficaci e vicine ai bisogni di salute dei piccoli e alle preoccupazioni dei loro genitori”.

    Dal primo gennaio 2026 partirà anche la seconda fase del progetto sperimentale, con visite in presenza: due guardie mediche pediatriche – una per ciascuna area – entreranno infatti in servizio nell’Asl Toscana Centro e nell’Asl Toscana Nord Ovest ed altre due nell’Asl Toscana Sud Est.

    Il servizio si rivolgerà in prima battuta ai territori interni meno coperti e più disagiati.

    Per questo nella Sud Est le due guardie mediche opereranno a Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo e ad Abbadia San Salvatore sull’Amiata senese, nell’Asl Toscana Centro a Pescia in provincia di Pistoia e nella Nord Ovest a Barga, in Garfagnana, in provincia di Lucca.

    “La risposta che abbiamo messo in campo nasce da una necessità che si è stata fatta direttamente presente dalle famiglie, riunite in associazioni – spiega ancora l’assessora – C’è stata una legge di iniziativa popolare approvata dal consiglio regionale sul finire della passata legislatura e siamo felici di dare seguito e gambe a questa idea”.

    “Ci siamo dati sei mesi di tempo per tirare le somme – conclude Monni – mettere bene a fuoco i bisogni e migliorare ulteriormente questo servizio”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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