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mercoledì 5 Novembre 2025
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    Addio a Emilio, falegname per vocazione, lucolenese per amore

    La sua bottega è diventata una piccola azienda gestita dal figlio che porta avanti la tradizione del mestiere

    LUCOLENA (GREVE IN CHIANTI) – Una chiesa gremita, tanto da non riuscire ad accogliere tutti gli amici e conoscenti che, sabato 17, si sono recati alla cappella di Santp Stefano di Lucolena per dare un ultimo saluto ad Emilio Crini, falegname conosciutissimo per il suo lavoro, ma non solo, in tutto il comune di Greve.

    “Falegname per vocazione e Lucolenese per amore”, lo definiscono il figlio Francesco e Barbara, la sua compagna, fin da ragazzo Emilio aveva sempre portato avanti la passione per questo lavoro.

    Prima presso la ditta Cipriani di Grassina, poi da Cennini a Strada. Nel 1980, dopo un breve impiego alla Pirelli, decise di tornare a fare ciò che lo appassionava.

    E fu così che egli stesso aprì una piccola bottega nel centro di Lucolena che poi, con lavoro e sacrificio, è diventata una piccola azienda, oggi gestita dal figlio e da due giovani artigiani, che a suo nome e in suo onore portano avanti la tradizione di questo bellissimo mestiere, caratteristico del nostro Chianti.

    “Era un uomo buono, generoso – raccontano – Era molto attivo in paese e per questo era amato e criticato, come tutti quelli che si mettono in gioco e si espongono per qualcosa in cui credono. La sua grande forza di volontà l’ha sempre portato in fondo ai problemi che gli si presentavano, grandi o piccoli che fossero”.

    Nato e cresciuto a Lucolena, l’immenso amore per il suo territorio l’ha spinto a darsi da fare in
    occasione della Festa delle Castagne, della quale era ormai uno degli organizzatori storici, sempre presente davanti alla padella delle bruciate.

    Per non parlare degli arrosti girati in terrazza o della pizza nel forno a legna che era solito offrire agli amici per passare una serata in compagnia, nella propria casa, sempre aperta e pronta ad accogliere i conoscenti.

    “Mia madre Gabriella – prosegue Francesco – ha sempre detto che lui non riusciva a stare senza l’odore del legno. Ma era un uomo che amava fare tutto quel che c’era da fare, aiutare le persone, imparare sempre qualcosa in più. Ogni richiesta d’aiuto era l’occasione per apprendere un mestiere nuovo, a partire dalla muratura, l’annestatura, fino alle attività agricole. Il suo olio, il suo vinsanto e i suoi salumi erano diventati prodotti conosciuti e apprezzati anche all’estero”.

    Tra le grandi passione di Emilio c’era quella che lo legava profondamente ad un suo storico amico: la caccia.

    “Insieme ad un suo caro amico – raccontano entrambi – aveva fondato la prima squadra di cinghialai di Lucolena. La perdita dell’amico lo condusse poi ad abbandonare la caccia al cinghiale, ma addentrarsi e camminare nei suoi amati boschi sono sempre state sue necessità, e spesso lo faceva in compagnia del suo fedele cagnolino”.

    Emilio non ha mai smesso di trasmettere serenità, neanche negli ultimi due anni di malattia, che ha combattuto con forza e dignità.

    Lascia certamente a tutta la famiglia, alle nipotine Bianca e Marta, agli amici e ai conoscenti, un grande esempio di vita fatto di intraprendenza, semplicità, bontà: qualità rare e che sicuramente gli sono state riconosciute dalla folla di persone che hanno voluto essere presenti per un ultimo saluto.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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