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mercoledì 11 Giugno 2025
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    Oscar Pagnini, cento anni di memorie e vita vissuta: grandissima festa a Greve in Chianti

    L'omaggio del sindaco Paolo Sottani: "Sono stato felice di unirmi ai festeggiamenti di Oscar, uomo gentile, pieno di valori, custode della memoria e della storia del nostro paese"

    GREVE IN CHIANTI – Un secolo di vita, storia e amore per la propria terra, il Chianti, che negli anni è diventata casa, famiglia, luogo di memoria.

    Oscar Pagnini ha varcato la soglia dei cento anni e, grazie all’affetto dei dieci nipoti (di cui cinque pronipoti), continua a tenere alto l’orizzonte puntato sulla bellezza della vita.

    Il suo è un traguardo pieno di frammenti di vita navigata, testimonianze che giocano a rincorrersi e nascondersi negli anfratti del tempo.

    Immagini del passato ancora nitide che, in occasione dello speciale compleanno, il centenario fa balzare fuori dall’album dei ricordi, di quelli che fanno ancora male.

    Il viaggio spazia dai terribili momenti scanditi dai bombardamenti, quando l’unico pensiero era cercare di sopravvivere e sfuggire all’orrore della guerra, al lavoro sodo portato avanti in campagna.

    Da contadino dedito a badare alle bestie, a coltivare la terra fino alle gioie e ai dolori che hanno attraversato il percorso degli affetti, segnato purtroppo anche dalla perdita dei propri cari.

    “Non dimenticherò mai – rivela con un filo di voce – i giorni passati in una cisterna all’umido dove non avevo nulla da mangiare, vivevo perennemente con il terrore di morire, di essere catturato e ucciso dall’oppressore durante il passaggio del fronte”.

    Nato da Gino Pagnini e Beppa Frosini il 25 marzo 1925, Oscar non si è mai spostato di Greve in Chianti. Ha abitato prima a Strada poi a Greve, lontano mai più di un chilometro da piazza Matteotti.

    E’ qui che ha vissuto la sua giovinezza, insieme alla sorella Solisca e al resto della famiglia.

    Nell’immediato dopoguerra Oscar iniziò ad assaporare il gusto della libertĂ . Era il 1945, anno di rinascita e ricostruzione, quando a venti anni conobbe la donna con la quale condivise la sua vita: Iolanda, che sposò due anni dopo alla Pieve di San Cresci.

    “Ero amico del fratello Dante – ricorda – conobbi mia moglie mentre s’era a veglia, era bellina… facemmo un pezzo di strada assieme per rientrare verso le nostre case, mi feci coraggio e le chiesi: ci rivediamo? Lei rispose: domenica, in piazza”.

    Dal matrimonio nacquero Vimaldo e Alonso. E poi negli anni la famiglia è cresciuta fino a vantare oggi uno stuolo di nipoti. Ad Oscar, purtroppo, è toccato accettare il drammatico destino di perdere nuora e figlio.

    “Purtroppo, la vita non ti regala solo cose belle – continua – ci hanno lasciati prima mia nuora Mafalda, poi mio figlio Vimaldo. Un genitore non dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli”.

    Anche la moglie Iolanda se n’è andata qualche anno fa, dopo aver vissuto con lui 75 anni.

    “Nel dolore e nell’assenza delle persone che ho amato – conclude – la mia vita è andata avanti, la gioia della mia famiglia mi fa stare bene e mi dĂ  la carica ogni giorno. Sono felice di festeggiare insieme ai miei nipoti che ancora mi dicono: nonno, l’orto ha bisogno di te, tu lo devi bagnare”.

    A rendere omaggio al centenario anche il sindaco Paolo Sottani che si è unito ai festeggiamenti organizzato dai familiari.

    “Sono stato felicissimo – dichiara il sindaco – di aver celebrato l’anniversario di Oscar e di averlo trovato in salute, nonostante il dolore di aver perso il figlio Vimaldo, persona quest’ultima che si era distinta nel volontariato locale a cui ero legato da un’amicizia profonda”.

    Oscar vanta il primato di essere tra gli oltre venti centenari, uomini e donne che risiedono nella campagna fiorentina e che testimoniano lo stretto legame tra qualitĂ  della vita e buon invecchiamento.

    “La vita di Oscar, uomo gentile, pieno di valori, ancora in piena forma – conclude il primo cittadino – custode della nostra memoria e della Storia del nostro paese, rappresenta e rivela l’importanza del buon vivere in campagna che, oltre alla qualitĂ  del territorio e della genuinitĂ  dei prodotti, si nutre delle relazioni tra le persone, della socialitĂ , della cultura della solidarietĂ . E questo per me è il segreto dell’elisir di lunga vita che fa invecchiare bene non solo le singole persone, ma la nostra intera comunitĂ ”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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