LA ROMOLA (SAN CASCIANO) – Sembra che i Ros dei carabinieri abbiano chiamato l’operazione che ieri, lunedì 16 gennaio, ha portato all’arresto del super boss latitante Matteo Messina Denaro, “Tramonto”.
“Tramonto”, come la poesia scritta dalla piccola Nadia Nencioni, una delle vittime della bomba di via de’ Georgofili.
Insieme allo studente ligure Dario Capolicchio, Nadia morì in quella tremenda esplosione (nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993) teleguidata anche dal boss Messina Denaro, insieme al babbo Fabrizio, alla mamma Angela, alla sorellina (aveva solo due mesi) Caterina.
“Tramonto”, come il nome di quel giardino-opera d’arte creato dall’artista Silvio Loffredo a La Romola, la frazione sancascianese di cui era originaria la famiglia Nencioni.
Frazione in cui, ogni anno, si celebra il ricordo di quella terribile notte di maggio.
Lo si fa portando al cimitero, dove è sepolta la famiglia Nencioni, il ricordo civile e istituzionale.

Lo si è fatto e lo si fa, a più riprese, proprio in quel giardino.
Dove si allestiscono spettacoli, iniziative delle scuole, momenti di ricordo. Un giardino diventato parte viva della comunità locale.
Ed è emozionante pensare che nell’hangar in cui è stato portato, dopo l’arresto, il “capo dei capi” della Cupola mafiosa, ci fosse proprio un quadretto con la poesia di Nadia.
Quella poesia che è inserita, per sempre, nel giardino-opera d’arte di Loffredo.
Quel “Giardino del Tramonto” che guarda a un sole che scende, per sempre, su un percorso criminale che ha seminato morte, lutti, vergogna.
“Il pomeriggio se ne va
il tramonto si avvicina
un momento stupendo
Il sole sta andando via (a letto)
È già sera tutto è finito”
(Nadia Nencioni)

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