GREVE IN CHIANTI – A fine mese si terranno le elezioni per il rinnovo del consiglio dell'Avg (Associazione volontariato grevigiano) di Greve in Chianti.
Elezioni molto tese e molto… attese. Grande infatti è la tensione che si è respirata negli ultimi mesi nell'associazione: in particolare per le contrapposizioni fra la dirigenza uscenzte, guidata dal presidente Stefano Trentanove, e l'ex presidente Massimo Lai.
A questo proposito pubblichiamo un lungo e articolato intervento del tesoriere uscente dell'Avg, Paolo Checcucci.
Il 7 maggio scorso Massimo Lai uscì su Il Gazzettino del Chianti affermando che il presidente Trentanove ed io, nel 2011, avremmo ingannato il sindaco di Greve e brigato per estrometterlo dalla presidenza dell’associazione (clicca qui per leggere l'articolo).
Come al solito, però, omette di dire i motivi di quell’iniziativa (che fu senza alcun inganno) ed ora forse giova rinfrescarsi la memoria anche se in passato avevo ben spiegato (pubblicamente, anche sui giornali) quelle vicende.
In conseguenza dell’ampliamento della sede AVG a della costruzione dell’edificio destinato alla sede del Distretto ASL (e successivamente alla vendita alla ASL della parte di sua spettanza) l’AVG era rimasta, al 30/07/2008, con un debito di Euro 521.234,29 verso la ditta costruttrice Tognozzi.
Data l’impossibilità dell’AVG a far fronte a questa somma, in data 22/11/2008 la ditta creditrice ricorre al Tribunale di Firenze il quale emette decreto ingiuntivo per una somma, comprensiva del debito (Euro 637.228,90), degli interessi maturati e delle spese, per un totale di Euro 756.167,99.
Gli interessi richiesti, per una somma di Euro 112.150,00, sono calcolati illegittimamente in base al D. Lgs n. 231 del 09/10/2002 applicabile alle attività commerciali ma non alle ONLUS come l’AVG.
Il decreto è del 28/11/2008 ed è notificato al Presidente pro tempore Massimo Lai nonché al signor Massimo Lai personalmente.
Il decreto stesso prevede il termine di quaranta giorni dalla notifica per proporre opposizione ai sensi di legge.
Qui accade l’incredibile: il Presidente Lai non porta la notizia al Consiglio Direttivo AVG (non si trova traccia del fatto in nessuno dei verbali di Consiglio dal 2008 in poi) e nemmeno incarica un legale per fare la dovuta opposizione.
Passati i quaranta giorni il decreto diviene esecutivo e non più contestabile, compresa l’esorbitante somma di interessi.
Successivamente, la Tognozzi chiede ed ottiene un atto di pignoramento presso terzi (terzo ASL 10) dei crediti che l’AVG vanta nei confronti della ASL 10 e che assegna alla richiedente la somma già detta di Euro 756.167,99.
Anche in questo caso la notifica avviene come sopra e, come sopra, il Presidente Lai omette inspiegabilmente di comunicare la cosa al Consiglio AVG e di fare l’opposizione prevista dalla legge ed anche questo atto diviene esecutivo.
Io fui messo a conoscenza del pignoramento, nel marzo 2009, da un dirigente amministrativo della ASL, da me interpellato sul motivo della cessazione del pagamento delle fatture mensili.
Queste inspiegabili omissioni dell’allora Presidente causarono una situazione gravissima, col blocco per ben tre anni delle fatture ASL.
Solo nell’ottobre 2010, in seguito all’ennesimo atto di pignoramento, il Lai parlò in Consiglio ed incaricò uno studio legale di fare la dovuta opposizione, ma era tardi, i primi decreti erano esecutivi ed irrevocabili.
Se si pensa che anch’io ero vincolato da una fidejussione prestata per una somma complessiva di Euro 129.114,22, è facile immaginare quanto fossi preoccupato dall’andazzo preso dalle cose e così, anche su consiglio di un legale, mi rivolsi all’amministrazione comunale per investirla del caso, visto che l’AVG è sicuramente di interesse primario per la cittadinanza.
Ora, dopo tre anni da quei fatti, Massimo Lai torna a lamentare chissà quali oscuri complotti, dimenticando ogni sua responsabilità su quanto detto.
E prima di cercare la sua elezione nel nuovo Consiglio direttivo forse sarebbe opportuno che ci chiarisse i motivi di quella geniale strategia dello struzzo che stava portando l’Associazione alla completa rovina.
Relativamente a quei fatti oggi corrono strane voci, propalate da chissà chi, secondo cui il Lai avrebbe omesso quei ricorsi su mio consiglio: a parte il fatto che non sono uso a dare consigli tanto stupidi, chi afferma questo non rende un buon servizio nemmeno al Lai stesso che, se davvero avesse commesso quell’errore su consiglio di altri, farebbe doppia figuraccia.
Si insinua anche che nell’assemblea del 31/03/2011 io avrei portato un rendiconto di cassa con una situazione debitoria gonfiata per screditare il presidente Lai.
I numeri che esposi i quel rendiconto erano coerenti con il bilancio appena approvato dall’Assemblea ed ancora oggi perfettamente documentabili. Chiunque voglia confutare numeri dovrebbe farlo con altri numeri in alternativa e non con mere chiacchiere da bar bar.
Paolo Checcucci, tesoriere uscente Avg
di Redazione
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