IMPRUNETA – Sarà con molta probabilità Lara Fabbrizzi, dipendente di una agenzia interinale, runner per passione, uno dei candidati a sindaco per le amministrative 2018 a Impruneta.
Il suo nome circola da mesi, ma nelle ultime settimane i primi veri movimenti in vista dell'avvio della campagna elettorale hanno confermato una indiscrezione ormai stabilizzata.
Sarà quindi lei una degli sfidanti di Alessio Calamandrei, sindaco uscente e con ogni probabilità (a meno di clamorose sorprese) ri-candidato per un governo monocolore Pd.
Del resto a Impruneta la tradizione è ormai quella di una coalizione di centrosinistra impossibile da formare: e di fronte a un Riccardo Lazzerini candidato nelle ultime due tornate (14,6% nel 2008 con Sinistra Acobaleno, 32,68% nel 2013 con Il Coraggio di Cambiare) che si è chiamato fuori dall'agone, ecco che il nome di Lara Fabbrizzi è quello che potrebbe compattare il variegato schieramento che si oppone al Partito democratico.
E che va dalla sinistra alternativa al Collettivo Giovani Impruneta, fino a Il Coraggio di Cambiare: mondi che comunque sono ormai in contatto da tempo. Un esempio? Uno dei fondatori del Collettivo, Jonathan Corsani, è diventato da tempo il portavoce del CDC.
Poi, ovviamente, c'è Articolo Uno-Mdp (di cui Fabbrizzi ha la tessera) e tutto il mondo dei delusi dal Pd (da quelli come l'ex sindaca Maria Capezzuoli a quelli più recenti come Joele Risaliti, vicesindaco di Calamandrei fino al rimpasto dello scorso anno): ed è qui che si giocherà la partita più difficile per la candidata sindaco, chiamata a mettere allo stesso tavolo persone che fino a poco fa… non se le mandavano a dire.
Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, che saranno già indicative nel tracciare la "road map" in vista delle urne
Urne che, lo ricordiamo, nel 2013 videro sconfitto Alessio Calamandrei (proprio da parte di Lazzerini, che pare abbia dato – già prima di diventare presidente dell'Ente Festa dell'Uva – la sua "benedizione" a Fabbrizzi) in tutte e cinque le sezioni di Impruneta.
E se, facendo un po' di matamatica di basso livello, la candidata bissasse il successo di Lazzerini nel capoluogo e andasse meglio a Tavarnuzze (dove Calamandrei costruì la sua vittoria, con sei sezioni vinte su sei), allora la partita (in attesa dei movimenti di Lega Nord, Forza Italia, M5S – spaccato al suo interno non riconoscemdosi più nel consilgiere comunale Francesco Bianchi -) diventerebbe davvero tutta da seguire.
di Matteo Pucci
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