SAN CASCIANO – Il nostro capoluogo ha da sempre una vocazione innegabile all’arte, forse per la sua vicinanza a Firenze. Vocazione che si esprime durante tutto l’anno attraverso mostre, eventi ed incontri, con lo scopo di renderla comprensibile a tutti e non appannaggio di pochi.
Una comunità che ha nel tempo sviluppato un profondo senso del bello e che è stata protagonista, insieme agli addetti ai lavori, di tante manifestazioni di successo per le vie del nostro paese. Come i quadri viventi dello scorso anno per “Terre di Maggio”.
Per rimanere quindi nel solco di questa tradizione, abbiamo incontrato Mèsi Bartoli, storico dell’arte, autrice di molte pubblicazioni (anche su San Casciano) e collaboratrice dell’Università di Siena, per parlare di due incontri che la riguardano in prima persona.
Il primo è “Leggere l’arte – Introduzione al mondo delle immagini”, inserito nel progetto della Libera Università, dal 3 al 31 maggio presso il Museo Ghelli e curato dall’Associazione Il Magnifico, nella persona di Alessandra Bini, ideatrice di questo progetto.

“Con la collega, storico dell’arte Elvira Anzalone – ci spiega Mèsi Bartoli – terremo quattro incontri. I primi due dal titolo “Come si legge un’opera d’arte” e “I miti nei dipinti” a cura di Elvira, e gli altri due tenuti da me dove insegnerò a riconoscere i Santi nei dipinti, i loro simboli, insomma a descrivere i temi presenti nel quadro e a come interpretarli”.
“Già al primo incontro – ci dice Mèsi Bartoli, entusiasta – hanno partecipato molte persone, direi anche molto preparate. Ed è stato molto stimolante e divertente”.
Il secondo appuntamento con Mèsi Bartoli è “La moda a Firenze in pieno Rinascimento” che si svolgerà venerdi 10 maggio presso il circolo Mcl “Don Giovannini” di Mercatale, con il patrocinio del comune di San Casciano.

“Abito a Mercatale – ci spiega Mèsi – ed ho cercato di portare in questa comunità il mio interesse per l’arte e la sua storia ed ho trovato una partecipazione davvero entusiasta”.
“L’incontro di venerdì, che definirei una chiacchierata tra amici – continua Mèsi Bartoli- parte dal celebre quadro del Bronzino, al Museo degli Uffizi, raffigurante Eleonora da Toledo, moglie del Granduca Cosimo dei Medici, ed il figlio Giovanni, perché questa nobildonna spagnola fu l’artefice di una vera e propria rivoluzione nel modo di vestirsi nel Rinascimento”.
Eleonora da Toledo, fervente cattolica spagnola, si vestiva con abiti neri e succinti ma una volta arrivata a Firenze, abbandonerà per sempre il nero e sceglierà il bianco ed il rosso come colori dei suoi abiti.
“All’archivio di Stato – ci svela Mèsi – nella sezione del guardaroba mediceo, abbiamo dei libri importantissimi che ci descrivono minuziosamente tutto quello che entrava a corte per gli abiti di Eleonora: trine, merletti, stoffe e bottoni e dei suoi abiti due sono arrivati fino a noi. Uno è conservato a Pisa, l’altro a Firenze”.
Eleonora da Toledo fu dunque un’icona di stile del ‘500, che introdusse le maniche intercambiabili, la sottana, ovvero l’abito intero senza maniche e l’orecchino pendente con la perla scaramazza. Non portava le mutande e per questo non era nelle grazie dei fiorentini.
“La moda nell’arte – ci insegna Mèsi Bartoli – è espressione del suo tempo e ci spiega spesso più di ogni dettaglio il modo di vivere e di pensare dei suoi protagonisti”.
“Ma il fulcro della mia chiacchierata – ci anticipa in conclusione – sarà l’abito che Eleonora indossava nel quadro del Bronzino, mai ritrovato, al punto da pensare che fosse stata sepolta proprio con quell’abito”.
Sarà nel corso della serata di venerdì che Mèsi Bartoli svelerà ai presenti il mistero del possibile ritrovamento di questo famoso abito, lasciando anche noi del Gazzettino del Chianti desiderosi di sapere come va a finire.
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