BARBERINO VAL D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – Distilleria Deta sempre più nell’occhio del ciclone in queste ultime settimane, al centro di una battaglia fra cittadini, comitato, forze politiche, amministrazioni pubbliche.
Il tema è quello dello svolgimento delle sue attività e del progetto di ampliamento, con la realizzazione di una canna fumaria di 60 metri.
Distilleria Deta che oggi prende posizione in merito a una vicenda che, da parte di chi si opppne, è stata tirata in balla più volte in questi mesi.
“L’indagine per inquinamento ambientale che aveva portato al sequestro di circa 10mila tonnellate di vinacce – dicono dalla Distilleria Deta – si è chiusa con la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, accolta pienamente dal giudice”.
“La vicenda – ricordano – risale al dicembre del 2019 quando carabinieri, Arpat e Asl, a seguito di un esposto, posero sotto sequestro un’area della distilleria dopo un’ispezione nell’azienda di Barberino Tavarnelle”.
“Un sequestro – dicono ancora – che era durato fino alla metà di gennaio del 2020, quando fu deciso il dissequestro e la ripresa regolare del lavoro.
“Si chiude una vicenda – si legge in una nota della Distilleria Deta – sulla quale siamo sempre stati sereni e convinti delle nostre ragioni”.
“Il nostro lavoro – rivendicano – è ed è sempre stato improntato alla massima trasparenza e al rispetto scrupoloso di tutte le normative vigenti, come dimostrano anche le indagini svolte dal PM”.
“Fin dall’inizio del nuovo corso dell’azienda – spiegano ancora -iniziato nel 2017 con l’acquisizione dell’intero capitale da parte di Distillerie Mazzari, abbiamo sempre messo l’ambiente e il rapporto con il territorio al centro della nostra attività”.
“Un rapporto – concludono – che vogliamo continuare a consolidare nell’ottica dello sviluppo, della valorizzazione e del rispetto ambientale”.
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