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venerdì 19 Aprile 2024
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    Ausl Toscana Centro: mezzo milione di accessi al pronto soccorso in un anno. “Troppi”

    I medici: "In molti casi ci si deve rendere conto che si creano rallentamenti per situazioni più gravi. Serve un cambiamento culturale"

    TOSCANA – Quasi mezzo milione di accessi in un anno nei pronto soccorsi della Ausl Toscana centro. Anche per chi è residente nelle aree fiorentina, pratese, pistoiese e empolese (un milione e mezzo di abitanti) i servizi di emergenza e urgenza continuano a rappresentare lo snodo cruciale dei percorsi di cura e terapie.

     

    Questa realtà e ben descritta dai numeri: lo scorso anno sono stati ben 430.690 gli accessi (nel 2014 erano stati 414.998) nei nove pronto soccorsi degli ospedali della Ausl Toscana centro:

     

    Sono 155.203 nei pronti soccorso dell’area fiorentina (ospedali di Borgo San Lorenzo, Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli, Serristori di Figline Valdarno, Santa Maria Nuova e San Giovanni di Dio a Torregalli); 101.521 in quelli dell’area pistoiese (ospedali S.S. Cosma e Damiano di Pescia e San Jacopo di Pistoia); 81.412 nell’area empolese (ospedale San Giuseppe); 92.554 nell’area pratese (ospedale Santo Stefano).

     

    In particolare i pratesi, in rapporto al numero degli abitanti (252.987), utilizzano il pronto soccorso più dei fiorentini, dei pistoiesi ed empolesi, tant’è che, per far fronte a tale fenomeno, nella Casa di Cura convenzionata Villa Fiorita di Prato, la Asl ha attivato per il ricovero, ad accesso diretto dal pronto Soccorso del Santo Stefano, 19 posti letto di area medica.

     

    Complessivamente in tutti i pronto soccorsi i codici che segnalano una condizione di urgenza ed emergenza, codici rossi e gialli, costituiscono il 23,2% degli accessi; quelli delle urgenze differibile sono stati attribuiti al 51% degli accessi; i codici bianchi rappresentano il 25,8% e sono considerati “non appropriati” (codici per i quali è anche previsto il pagamento del ticket).

     

    “Dolore al rachide o lieve febbre da alcuni giorni, lievi disturbi intestinali o altre situazioni simili costituiscono un esempio di codici bianchi: sono casi che dovrebbero trovare risposta negli ambulatori dei medici e dei pediatri di famiglia” spiega il dottor Nedo Mennuti, direttore del dipartimento della rete sanitaria territoriale rendendo noto che un’indagine ha dimostrato come solo nel 16,7% dei cittadini che si erano recati al Pronto Soccorso lo aveva fatto perché il problema si era presentato all'infuori degli orari di servizio del suo medico curante.

     

    “Chi accede con questi problemi – aggiunge Mennuti – deve però rendersi conto che crea rallentamenti per le situazioni più gravi. Serve un cambiamento culturale ma anche organizzativo: occorre potenziare la risposta territoriale per esempio mettendo i medici di famiglia nella condizione di avere la possibilità di ottenere in tempi rapidi anche alcune prestazioni (ad esempio ecografie, raggi X, esami ematici)”.

     

    Anche il dottor Simone Magazzini, direttore del dipartimento emergenza e area critica evidenzia che ormai sempre più spesso i cittadini si rivolgono ai pronto soccorsi per cercare risposte che potrebbero essere trovate in altri contesti.

     

    “E' un fenomeno ormai diffuso ovunque – spiega il medico- queste strutture, sempre aperte e facilmente accessibili, oltre a dover affrontare le urgenze vere accolgono una grande varietà di casi sanitari differibili ma anche tante emergenze sociali e questo può creare rallentamenti nel dare risposte assistenziali rapide a fronte dell’impegnativo lavoro che i nostri operatori svolgono e che spesso non viene percepito come tale dalla popolazione”.

     

    Più dell’87% dei cittadini pistoiesi utilizzando i pronto soccorso degli ospedali di Pescia e Pistoia, il terzo presidio utilizzato è quello del Santo Stefano di Prato. All’azienda ospedaliera di Careggi accede l’1,7% di coloro che hanno bisogno di assistenza urgente, lo 0,5% si rivolge all’azienda ospedaliera pisana e l’1,6%, rappresentato da bambini e adolescenti, all’ospedale pediatrico Meyer.

     

    Anche l’87% dei pratesi utilizza il pronto soccorso della propria città; il 4,8% si reca a Careggi, l’1,7% dei pratesi si reca al San Jacopo di Pistoia e il 3% all’ospedale Meyer.

     

    I cittadini empolesi nel 73% dei casi si rivolgono al San Giuseppe; il 2,4% a Careggi, l’1,6% al San Jacopo di Pistoia e poco più dell’1% al San Giovanni di Dio; l'1,6% all’azienda ospedaliera pisana; il 2,4% dei bambini e degli adolescenti accedono al Meyer; quasi il 7% all’ospedale di Pontedera e più del 5% accede all’ospedale di Poggibonsi (complice in questi ultimi due casi la vicinanza geografica con i comuni di confine).

     

    I cittadini di Firenze restano nel territorio dell’area vasta centro utilizzando nel 45% dei casi i pronto soccorsi dei presidi dell’area fiorentina, nel 36,2% l’Azienda ospedaliera di Careggi e in una percentuale dell’11,2% il Meyer.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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