spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
giovedì 5 Giugno 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Prima professore, poi storico preside. A Greve in Chianti era un punto di riferimento: addio a Giulio Bencistà

    I ricordi delle figlie (Tina e Giulia), del nipote Francesco. E di chi l'ha conosciuto, come Maria Giovanna Bencistà e Marta Serafini

    GREVE IN CHIANTI – Alcuni giorni fa la comunità grevigiana ha perso una parte importante della sua storia.

    Un uomo che da sempre ha fatto attivamente parte della vita del nostro territorio. Professore alle medie, poi preside delle stesse, volontario sul territorio e persona sempre presente.

    Tanti hanno scritto sui social ricordi del preside Giulio Bencistà, classe 1940: moltissime le persone che ne parlano per le strade del paese ed anche la famiglia vuol tracciare un ricordo.

    “In questi giorni abbiamo letto e ascoltato molti ricordi del babbo e quasi tutti racconti di scuola condivisi da vecchi alunni o professori – dice Tina, una delle figlie – Anche a noi è difficile pensare a nostro padre solo come affetto familiare e non come anche figura di scuola. Tutti noi lo abbiamo avuto come preside. Io, mia sorella Giulia e i miei figli da studenti, io e la mamma da insegnanti. Stare a contatto coi ragazzi lo faceva essere un babbo aperto, anche se severo. Ci ha sempre lasciato libere di fare le nostre scelte”.

    “Ricordo le tante cose che il babbo mi ha insegnato da piccola – interviene Giulia, l’altra figlia –  Non avendo avuto un figlio maschio, aveva preso me come punto di riferimento con cui condividere il tempo per i lavoretti fai da te. Perché lui era sì, un uomo di intelletto, ma amava arrangiarsi, così lo osservavo nelle riparazioni elettriche, nel montaggio di qualche mobile o mentre risuolava le scarpe”.

    “Prima – aggiunge – mi spiegava come fare, poi si fidava a farsi aiutare, nonostante la mia giovane età. Quando sono diventata grande abbiamo sistemato insieme la mia casa, l’abbiamo imbiancata, abbiamo montato mobili e luci, in una magica e collaborativa sintonia”.

    “Impossibile per me e mia sorella Anna – dice Francesco, il nipote – dimenticare quel che il nonno ci ha insegnato e ciò che con lui abbiamo vissuto. Sono sempre stato ciò che lui avrebbe voluto e che non aveva avuto, quel figlio maschio che tanto diceva che avrebbe desiderato. Di lui ricordo tantissime cose, i nostri calci al pallone nel vialetto di fronte a casa. I bellissimi tramonti che guardavamo assieme al mare: non ce ne perdevamo uno!”.

    Il nipote Francesco: “Ricordo i nostri pomeriggi: io a studiare, lui a leggere libri. Ricordo quando andavano insieme nel bosco a camminare, a fare le più belle passeggiate”

    “Ricordo quando ogni mattina andavo a rubargli la parte sportiva del giornale per poterla leggere al posto suo – sorride – e, se in un primo momento si arrabbiava perché gliela toglievo da sotto gli occhi, in un secondo momento ci rideva su e la mattina dopo la trovavo già preparata per me sopra al tavolo. Ricordo i nostri pomeriggi nello studio di casa: io a studiare, lui a leggere libri”.

    “E poi – dice ancora – ricordo il tempo che ha trascorso con mia sorella. Assieme facevano il sudoku e le parole crociate, di cui mai cercavano le soluzioni su internet, bensì sull’enciclopedia! Ricordo quando andavano insieme nel bosco a camminare, a fare le più belle passeggiate. So, inoltre, che mia sorella di geografia conosce solo i posti che lui le insegnava leggendo le targhe delle macchine, e forse, a quel punto, avrebbe potuto dirle anche qualcosa di più!”.

    “Ricordo poi i pranzi (che pranzi!) che ci faceva quando tornavamo da scuola – è un fluire di suggestioni per Francesco – crostoni, minestra di pane, panzanella, lesso con le cipolle, fegato, agnello, arista e patate in forno come nessun altro. Ricordo tutto questo e molto altro, ma specialmente ricordo che, sebbene apparentemente non sembrasse mai così espansivo, quando noi ne avevamo bisogno a lui potevamo chiedere, perché c’era sempre. Così come per noi sempre ci sarà conservandone stretto il ricordo”.

    Non solo familiari, ma anche altri che lo hanno conosciuto a lungo ne tratteggiano il profilo.

    Come Maria Giovanna Bencistà: “Per onorare la scomparsa di uno dei presidi storici del nostro comune, voglio ricordare un episodio che, a mio parere, lo contraddistingue, almeno in parte. Metà degli anni Settanta, molti Comuni organizzarono i corsi pomeridiani e serali per conseguire la terza media. Il preside era Giulio ed io insegnavo le materie letterarie. Quando arrivammo agli esami finali sapevo benissimo che non tutti erano preparati allo stesso modo, anzi qualcuno non lo era proprio. Ma il preside Giulio non fece distinzione, perché in ballo non c’era qualche etto di cultura in più, ma una chance in più di sopravvivenza. Grazie Giulio”.

    Anche molti ex studenti ne tracciano un bel ricordo. Come Marta Serafini: “Giulio è stato il mio professore di Lettere alla scuola media e con lui ho sperimentato la bellezza dello scrivere, della letteratura, della poesia. Fummo i primi ragazzi a portare il giornale in classe per studiare i vari tipi di scrittura”.

    “Ho un solo rimpianto – conclude – non aver seguito il suo consiglio, ovvero di intraprendere il cammino del liceo classico. Quando ci rivedevamo, col passare degli anni, mi diceva sempre: “Ti darei un nocchino! Se non lo facevi te il Classico chi lo doveva fare?”. Carissimo Professore, la saluto con gratitudine, affetto, stima e grande affetto. Riposi in pace

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA”.

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...