IMPRUNETA – Fino dalle prime ore di martedì 15 ottobre piazza Attilio Bandinelli si è animata per l’atteso Fierone del martedì.
Tanti imprunetini e altrettante persone dai paesi vicini arrivati per fare acquisti, o solamente per ritrovarsi alla millenaria Fiera di San Luca.
Tante le bancarelle che hanno occupato tutti gli spazi disponibili dove hanno esposto la loro merce, anche se fin dalla mattina i banchi più affollati sono stati quelli che riguardavano la vendita di animali.
Dai merli ai tordi per la caccia, al pollame ai conigli, ma anche animali da tenere in casa, compresi i pesci rossi.

Ma l’anima del Fierone è la contrattazione e l’acquisto di cavalli e vitelli. Non più come un tempo ma sempre presente: per quanto riguarda i cavalli abbiamo assistito grazie, al signor Simoncini, allevatore da cinque generazioni proveniente dalla frazione di Spianate, nel comune di Altopascio, alla vendita in diretta di un bellissimo cavallo di nome Condottiero.
Che è stato prima visionato dall’acquirente, montato. Poi è iniziata la trattativa per il prezzo. In meno di cinque minuti la stretta di man,o come usava una volta, poi la consegna del documento, una sorta di carta d’identità del cavallo, con tutte le garanzie.
"Non manchiamo mai a nessuna fiera in Toscana – ci dice Simoncini – compreso questa di Impruneta che dobbiamo ammettere è una delle più belle. Pensi che mio nonno Serafino qui a un fierone arrivò a vendere ben 105 cavalli, se ne lasciò giusto uno per poter tornare a casa! Allora da Spianate (Altopascio) venivano all’Impruneta a piedi, con tutti i cavalli in fila, all’epoca non c’erano i camion per trasportarli".

Lasciamo Simoncini e ci dirigiamo verso un altro allevatore, stavolta di vitelli, il signor Camorri proveniente da Camucia in provincia di Arezzo.
Da quanti anni viene al Fierone dell’Impruneta?
"Sono quasi cinquant’anni. Ormai vendiamo davvero poco, non c’è più nessuno che alleva questi animali. I vecchi sono finiti e i giovani non si dedicano all’allevamento, ormai questo commercio sta scomparendo".
Ma chi sono quelli che oggi acquistano?
"Piccoli allevatori che arrivano al massimo a tenere dieci capi, ma i singoli che tenevano due, tre capi non ci sono più. Il progresso secondo me ha portato tanto regresso, perché la gioventù vuole la libertà, non vuole essere impegnata. Tenere un certo tipo di animali è come tenere… un morto in casa, va sempre guardato fino alla fine! Gli animali non conoscono le feste, per Pasqua, Natale e Ferragosto vogliono mangiare. Il bello è che tutti vogliono mangiare sano, ma il problema è che non si conoscono più il gusto e il sapore. In Italia non c’è più cultura né insegnamento all’allevamento. Se va in Francia, in Belgio, in Romania, gli animali sono ovunque: qui da noi se metti su un allevamento ti sono tutti addosso".
Cioè?
"Gli animali fanno puzzo, danno noia con i loro rumori. Lo sa che sono in causa con una famiglia perché i galletti la mattina presto cantano e danno fastidio al vicinato? Tra poco mi dovrò presentare davanti al giudice perché i galli fanno molestia alla quiete pubblica! Trasportiamo i vitelli con i camion e spesso, per i lunghi viaggi, ci fermiamo ovviamente a mangiare: non possiamo bere nemmeno un gocciolino di vino durante il pasto, mentre ci sono disgraziati che guidano ubriachi, drogati e a volte anche senza patente e non gli fanno nulla! Se succede qualcosa a un nostro autotrasportatore lo rovinano per un goccio di vino bevuto durante il pranzo".
TUTTO IL PROGRAMMA FINO A DOMENICA 20 OTTOBRE
Lasciamo Camorri comprensibilmente scoraggiato, che torna dai suoi vitelli che lo richiamano con i loro “muggiti”.
Rumori per nulla fastidiosi, che danno un significato al Fierone che nel frattempo si è animato in tutte le sue parti.
Con i bambini che provano l’emozione di montare su un cavallo, fare un giro in carrozza, mentre i grandi guardano e fanno acquisti alle bancarelle.
di ANTONIO TADDEI
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