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venerdì 8 Agosto 2025
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    “Ferrone, tra rumori e silenzi: la protesta dei residenti”. Lettera di un gruppo di abitanti

    "Il problema principale? Il rumore continuo e incontrollato proveniente dalla zona artigianale adiacente alle abitazioni..."

    Nel cuore del Chianti, dove ci si aspetta pace e silenzio, c’è una realtà ben diversa che sta esasperando da tempo i residenti della località Il Ferrone, nel comune di Greve in Chianti.

    Un gruppo di cittadini ha deciso di alzare la voce e rendere pubblica una situazione diventata ormai insostenibile.

    Il problema principale? Il rumore continuo e incontrollato proveniente dalla zona artigianale adiacente alle abitazioni.

    A tutte le ore del giorno — e spesso anche della notte — si susseguono suoni forti e fastidiosi: camion accesi per lunghi periodi, il fracasso del carico e scarico dei materiali, lamiere sbattute, cicalini assordanti dei mezzi in retromarcia e grida di operai costretti a sovrastare il frastuono delle macchine.

    “Non vogliamo impedire a nessuno di lavorare, ma il lavoro non può svolgersi senza alcuna limitazione, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

    La tolleranza ha un limite, e quel limite è stato superato.

    Il problema, tuttavia, non è solo acustico. I motori accesi per ore causano anche un notevole inquinamento dell’aria, peggiorando ulteriormente la qualità della vita di chi abita nelle immediate vicinanze.

    La richiesta è di regolamentare le attività rumorose, stabilire orari precisi oltre i quali non si possa più lavorare all’aperto, e soprattutto, fare rispettare le norme esistenti sul limite di rumore.

    È un appello al buon senso e alla responsabilità, rivolto tanto alle aziende quanto al Comune e agli organi preposti ai controlli ambientali.

    Il Ferrone non può diventare una zona industriale a ciclo continuo, dimenticando che è anche e soprattutto un luogo abitato, con famiglie, bambini, anziani e persone che hanno il diritto a un minimo di tranquillità.

    Serve un confronto serio tra cittadini, imprese e amministrazione. Serve la volontà di trovare una soluzione che non penalizzi il lavoro, ma rispetti la vita delle persone.

    Perché vivere bene è un diritto. E difenderlo, un dovere.

    Un gruppo di residenti del Ferrone

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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