SAN CASCIANO – Continua a tenere banco in territorio chiantigiano la polemica sul Ddl Valditara, l’emendamento della Lega, l’idea del Governo dei percorsi di educazione sessuale e affettiva in ambito scolastico.
Ieri abbiamo registrato la durissima presa di posizione degli assessori alla scuola dei tre comuni del Chianti fiorentino, e la replica dei tre consiglieri comunali della Lega (eletti nei consigli di Greve in Chianti e San Casciano).
Oggi tocca a Simona Codevilla, coordinatrice di Fratelli d’Italia a San Casciano, dare la sua lettura del provvedimento legislativo al centro del dibattito (se volete consultarlo, lo trovate qui e qui).
“Educazione sì, propaganda no – inizia Codevilla nella sua riflessione – I tre amministratori attaccano il disegno di legge Valditara accusando il Governo di voler “vietare di parlare di sessualità e affettività a scuola” e di compiere un “salto oscurantista”. Come coordinatrice del gruppo Fratelli d’Italia di San Casciano, non posso che esprimere stupore di fronte a queste dichiarazioni, perché denotano una lettura ideologica e parziale del provvedimento”.
“Si attribuisce al Ddl Valditara un contenuto che semplicemente non esiste – riprende la coordinatrice sancascianese di Fratelli d’Italia – In realtà, la norma introduce una misura di buon senso, condivisibile da chiunque abbia a cuore la trasparenza e la collaborazione educativa: la necessità di un consenso informato delle famiglie per progetti esterni e aggiuntivi su temi sensibili”.
“Tutte le attività curricolari previste dai programmi ministeriali – educazione civica, rispetto, parità di genere, salute, relazioni – restano pienamente consentite – prosegue – Eppure, anziché confrontarsi serenamente sui contenuti, si preferisce usare parole emotive e accusatorie come “oscurantismo” o “attacco alla Costituzione”. Un linguaggio che non aiuta il dialogo e rischia solo di creare divisione”.
“Il Ddl Valditara – afferma – non limita la libertà educativa, anzi la tutela. Ricorda a tutti – scuola, famiglie, istituzioni – che la corresponsabilità educativa è un valore, non un ostacolo. L’autonomia scolastica non può trasformarsi in arbitrio o in libertà assoluta di introdurre contenuti esterni senza confronto. La scuola non è un’isola, ma parte di una comunità educativa, dove i genitori devono essere coinvolti nelle scelte che riguardano i propri figli”.
“Il consenso informato serve proprio a questo – dice Codevilla – a rendere chiaro chi entra nelle classi, con quali finalità e con quali strumenti. È trasparenza, non censura. Anche il richiamo all’Europa è fuorviante. Molti Paesi europei prevedono programmi di educazione sessuale, ma sempre nel rispetto di linee guida nazionali e con il coinvolgimento dei genitori”.
“Dunque – sottolinea – non c’è alcun passo indietro, nessuna “proibizione”: solo la volontà di rendere il percorso educativo più condiviso, equilibrato e rispettoso delle diverse sensibilità. Il Ddl Valditara preveda la tutela la libertà educativa e la trasparenza: introduce il consenso informato per i progetti extracurricolari su temi sensibili. Rafforza la collaborazione scuola–famiglia, favorendo la corresponsabilità educativa. Mantiene piena autonomia didattica, confermando nei programmi l’educazione civica, il rispetto, la salute, le relazioni e la parità di genere. Previene derive ideologiche, stabilendo criteri di qualificazione per esperti e associazioni esterne. Tutela i minori e la serenità della scuola, proteggendo bambini e ragazzi da linguaggi e modelli inadeguati”.
“Nel nostro territorio – guarda a San Casciano e al Chianti fiorentino – dove non ci sono istituti superiori e i progetti educativi si concentrano su infanzia, primaria e scuola media, il principio del consenso informato non limita nulla: tutela bambini, insegnanti e famiglie, evitando improvvisazioni o derive ideologiche. Nessuno vieta di parlare di emozioni o rispetto, ma farlo con equilibrio e trasparenza è un dovere verso la comunità educativa. Chi teme il consenso informato, probabilmente teme la trasparenza”.
“Il confronto con le famiglie non è un ostacolo – incalza Codevilla – ma una risorsa. Fratelli d’Italia sostiene con convinzione la linea del ministro Giuseppe Valditara, perché restituisce alla scuola la sua missione vera: formare cittadini liberi, responsabili e consapevoli, non piegati a mode ideologiche o interessi di parte. L’educazione è un percorso condiviso, non una bandiera politica. Educare non è indottrinare: è costruire insieme una comunità che cresce nel rispetto, nella verità e nella libertà”.
“Prima di alimentare polemiche e propaganda – suggerisce – invito gli amministratori locali del Chianti fiorentino a prendersi dieci minuti per leggere davvero il testo del Ddl Valditara e comprenderne le finalità. Il confronto serio nasce dallo studio dei documenti, non dagli slogan”.
“Solo così – conclude – potremo restituire alla scuola il suo ruolo più autentico: quello di educare, non di indottrinare”.
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