SAN PANCRAZIO (SAN CASCIANO) – Il nuovo cappellano del carcere di Sollicciano è don Stefano Casamassima (all’anagrafe, Vito Leonardo), parroco di San Pancrazio.
Cresciuto in Puglia, la sua vocazione (ha raccontato qualche tempo fa proprio al Gazzettino del Chianti) è nata grazie all’incontro con un frate toscano che ogni sei mesi andava a predicare vicino Bari, dove abitava.
“Tutto è nato grazie all’incontro con un frate toscano che ogni sei mesi veniva a predicare lì vicino Bari, dove abitavo io – ci aveva raccontato don Stefano alcuni anni fa – E’ stato un incontro illuminante e con lui ho capito chiaramente dove volessi andare”.
“Mi sono informato su come poter diventare frate – aveva aggiunto – e poco dopo mi sono ritrovato sul treno per la Toscana insieme a lui. Il ricordo più bello di quel viaggio sono state le ginestre in fiore che ho visto dal finestrino; non ne avevo mai viste e mi sono sembrate bellissime!”.
Quindi l’entrata in convento, prima ad Arezzo, poi a Ponte a Poppi in Casentino.
Nel 1996 ha iniziato il servizio ad Arezzo in una casa di ragazzi disabili, con l’associazione “Cinque pani e due pesci”.
Nello stesso periodo ha iniziato il servizio in carcere, dov’è rimasto per sei anni.
Dopo 10 anni a Grassina. e molte esperienze di viaggi missionari in Africa, nel 2016 l’arrivo a San Pancrazio.
Dove ha reso ancor più vivace e aperta la vita della parrocchia: adesso questo compito, tanto importante quanto gravoso.
L’INTERVISTA / “I miei primi 25 anni da sacerdote”. Don Stefano, la fede, Grassina, San Pancrazio…
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