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mercoledì 10 Settembre 2025
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    Gaia e Primo: “L’Impruneta ci ha dato la forza di continuare. Nel nome di Lapo”

    La malattia, le persone che sono state fondamentali, i pranzi e le cene sul Pallò. La strada percorsa dal 2007

    IMPRUNETA – Lo scorso 16 settembre la grande cena nel rione del Pallò a sostegno dell’associazione “Gli amici di Lapo” Onlus, ha visto (ancora una volta) il rione verde e tutta Impruneta protagonista di un alto momento di solidarietà a favore dell’associazione fondata da Gaia Montera e dal marito Primo Quadalti nel 2007.

    Abbiamo voluto incontrarla per ricordare a tutti la sua storia e, soprattutto, i traguardi raggiunti e i nuovi progetti dell’associazione, così fondamentale per i bambini colpiti dalla Malattia di Kawasaki.

    “Quando Lapo morì nel 2004 – ci spiega Gaia – il primo supporto fondamentale, per me e mio marito, ci venne dalla professoressa Fernanda Falcini, che aveva curato Lapo ed era allora Primario del Reparto di Reumatologia dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze”.

    “Fu lei a consigliarmi da subito di fare qualcosa – ricorda – perché Lapo non fosse morto invano. Una donna fondamentale nella mia vita e alla quale devo tutta la mia riconoscenza per avermi permesso di vivere tre anni bellissimi con mio figlio Lapo”.

    “E’ il paese di Impruneta però – ci dice Gaia commossa – che ha dato in questi anni la forza a me e mio marito di continuare; una solidarietà nel quotidiano che non ci ha mai abbandonati”.

    In primis l’amica del cuore, Dedi Orlandini, prematuramente scomparsa, che nei primi tempi non lasciò mai Gaia sola un istante e che la incoraggiò ad intraprendere la strada di un’associazione per i bambini malati di Kawasaki.

    Anche Leonardo Corsani, giovane motociclista imprunetino che con la sua maglia numero 26 ai tempi delle sue gare, portò Lapo sul podio insieme a lui, regalando una speranza a tutti i bambini malati.

    La patologia che deve il suo nome al pediatra giapponese Tomisaku Kawasaki che per primo la descrisse nel 1967, è un’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni (vasculite) che può in alcuni casi provocare aneurisma o stenosi dei vasi colpiti, con esiti talvolta letali.

    Si presenta sotto forma di febbre prolungata con l’insorgenza di esantema, congiuntivite, infiammazione della mucosa e linfoadenopatie, soprattutto nei maschi che hanno meno di 5 anni.

    Se riconosciuta precocemente e trattata attraverso gammaglobuline somministrate per via endovenosa, entro i primi 10 giorni dall’insorgenza della febbre, il rischio di complicanze cardio-vascolari è molto basso, addirittura inesistente ed il bambino guarito può tornare a condurre una vita normale.

    Gaia fondò nel 2007 con il marito Primo Quadalti l’associazione “Gli amici di Lapo” Onlus, sostenuti ad un gruppo di famiglie, insieme alla professoressa Fernanda Falcini, presidente del Comitato scientifico e all’ingegner Paolo Bertocci.

    “Uno dei primi momenti di grande solidarietà paesana – ricorda Gaia – fu il pranzo organizzato sempre da Dedi e dall’amica del rione del Pallò Desi a Pozzolatico, per volontà del presidente del rione Luca Gasparri che volle fortemente questo evento”.

    “In quell’occasione – ribadisce Gaia – riuscirono a mettere a tavola più di 450 persone in nome di mio figlio Lapo”.

    “In questi 15 anni- continua Gaia – credo di poter dire che abbiamo fatto tanto: dalla fornitura del kit per il dosaggio del Coumadin per evitare l’ospedalizzazione a tanti bambini, al finanziamento delle spese mediche di tante famiglie ma anche supporto per coloro che abitano lontano dal luogo di cura e tanta ricerca scientifica”.

    “Soprattutto – sottolinea Gaia – abbiamo sensibilizzato l’opinione pubblica al riguardo: dai pediatri alle famiglie. E io, personalmente, ho sempre curato il sostegno alle mamme dei bambini malati con la mia presenza costante, soprattutto ascoltandole, perché l’inferno che ho vissuto io non dovesse ripetersi”.

    Oggi l’Associazione ha avviato un progetto di ricerca scientifica presso l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, con lo scopo di individuare marcatori di rischio per lo sviluppo del danno coronarico che possono essere utilizzati come target terapeutici.

    Tutto questo grazie alla dottoressa Alessandra Marchesi, del team del professor Villani e l’Istituto Superiore di Sanità nella figura della dottoressa Elisabetta Straface, del Centro di Medicina di Genere.

    Insomma, tanta dedizione e tante conquiste in questi 15 anni di lotta. Oggi Gaia gode dell’amore della figlia Linda, oggi tredicenne, e forse nel tempo ha saputo trovare un senso più alto alla scomparsa di suo figlio Lapo.

    Vive ogni giorno mettendoci la faccia, da vera guerriera, supportata come sempre dal marito e dall’abbraccio quotidiano di rionali e concittadini.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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