FIRENZE – I dati. Che mai come nel caso di una pandemia sono fondamentali per capirne l’andamento e, soprattutto, l’evoluzione.
In questo caso parliamo di occupazione ospedaliera, settore quanto mai sotto pressione in ogni parte del nostro Paese.
E la Toscana, che si appresta a diventare zona rossa da domani, domenica 15 novembre, come è messa da questo punto di vista?
Siamo andati a vederlo sul portale di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari), che aggiorna quotidianamente la percentuale di saturazione degli ospedali, sia per i letti ordinari che per quelli in terapia intensiva.
Innanzi tutto la fonte dei dati citata da Agenas: il numero di pazienti si riferisce alla pubblicazione giornaliera del Dipartimento di Protezione Civile.
Il numero di posti letto si riferisce alla rilevazione giornaliera (in questo caso l’aggiornamento è a ieri, venerdì 13 novembre 2020) del Ministero della Salute (dal flusso informativo del Ministero della Salute).
Area non critica
Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
Il numero degli stessi fa riferimento ai dati trasmessi periodicamente dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano al Ministero della Salute.
La soglia del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020.
Come si vede a ieri, venerdì 13 novembre, l’Italia nel suo complesso ha ragiunto il 50% di percentuale di occupazione di posti letti in area non critica con pazienti Covid.
Siamo quindi ben oltre il 40% fissato come termine di allarme, e già si sfora pericolosamente in zona rossa.
La Toscana ha ancora un po’ di margine (è al 39%) mentre ci sono regioni in cui l’occupazione è già drammatica: in particolare Liguria, Piemonte, le province autonome di Trento e Bolzano.
ITALIA | 50% |
ABRUZZO | 45% |
BASILICATA | 33% |
CALABRIA | 42% |
CAMPANIA | 49% |
EMILIA ROMAGNA | 52% |
FRIULI VENEZIA GIULIA | 29% |
LAZIO | 48% |
LIGURIA | 73% |
LOMBARDIA | 50% |
MARCHE | 58% |
MOLISE | 25% |
P.A. BOLZANO | 97% |
P.A. TRENTO | 68% |
PIEMONTE | 90% |
PUGLIA | 44% |
SARDEGNA | 33% |
SICILIA | 35% |
TOSCANA | 39% |
UMBRIA | 49% |
VALLE D’AOSTA | 79% |
VENETO | 31% |
Terapie intensive
La soglia del 30% per le terapie intensive è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020.
Per quanto riguarda le terapie intensive la situazione è un po’ migliore rispetto ai ricoveri ordinari.
Solo la Lombardia, la Provincia Autonoma di Bolzano e l’Umbria sono in zona rossa, ovvero oltre il 50% di occupazione di terapie intensive con pazienti Covid.
Molte comunque le regioni sopra alla soglia del 30% stabilita come allarme, Toscana compresa, che in questo caso è fra le messe peggio a livello nazionale, con il 45% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid.
ITALIA | 34% |
ABRUZZO | 32% |
BASILICATA | 21% |
CALABRIA | 17% |
CAMPANIA | 28% |
EMILIA ROMAGNA | 33% |
FRIULI VENEZIA GIULIA | 27% |
LAZIO | 21% |
LIGURIA | 47% |
LOMBARDIA | 52% |
MARCHE | 37% |
P.A. BOLZANO | 53% |
P.A. TRENTO | 29% |
PIEMONTE | 49% |
PUGLIA | 31% |
SARDEGNA | 21% |
SICILIA | 23% |
TOSCANA | 45% |
UMBRIA | 54% |
VALLE D’AOSTA | 41% |
VENETO | 22% |
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