SAN CASCIANO – Due anni fa, il primo maggio, a 71 anni, la scomparsa di Francesco Calamandrei. Ventiquattro mesi dopo è la figlia Francesca a ricordarlo.
Con le sue opere, che vi riportiamo nella fotogallery qui sopra. Con le sue parole, che trovate qui sotto.
Assolto, perché il fatto non sussiste, dall'accusa infamante di essere mandante dei duplici omicidi del Mostro di Firenze. Una storia di cui tanto (anche troppo) si è parlato. Di cui tanto (troppo) si è scritto.
Qui sotto invece parla Francesco: si tratta dell'auto-presentazione di una mostra. Parole che dicono molto dell'animo di un uomo che ha vissuto una vita, soprattutto negli ultimi anni, davvero difficile.
"Avrei potuto farmi presentare da altri; ma parlare di me mi piace e mi diverte. Sono nato a San Casciano Val di Pesa dove vivo e lavoro. Dipingo da sempre e sotto il patrocinio del Centro Culturale G. Sarchiani ho esposto alcune volte fra i quindici ed i venti anni.
Dopo il diploma di Liceo Scientifico ho frequentato I'Università di Architettura di Firenze fino quasi alla laurea che non rimpiango di non aver conseguito.
Mi sono invece laureato in farmacia per tradizione familiare. Sposato con due figli ho fatto per troppi anni il bravo farmacista.
A questo punto della mia vita, libero, voglio fare I'artista seriamente. Gli altri diranno del mio lavoro.
Mi firmo con il codice fiscale e talvolta anche con la partita iva per essere così meglio identificato.
La polemica è cominciata nel momento in cui sono stato "obliterato" con questi codici dal meccanismo burocratico.
Mi ribello all'idea di dover mettere CLM FNC 41M27H791L sulla pietra tombale per poter essere riconosciuto e ricordato… ma forse dovrò farlo".
Francesco Calamandrei
di Redazione
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