CASTELLINA IN CHIANTI – 12 settembre 2024. Vi ricordate la tempesta, il cosiddetto “downburst” che si è abbattuto anche sul territorio chiantigiano?
Fu in particolare a Castellina in Chianti che, alla fine del suo passaggio, si contarono i danni.
Con molto piacere riceviamo e pubblichiamo questa analisi (compresa la documentazione fotografica) redatta da Giuliano Silei (sentinella meteo del Lamma e socio dell’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, OPC), in collaborazione con Marco Biagioli (meteorologo professionista).
Che ci danno tante informazioni utili per capire e comprendere che anche nel nostro territorio questa tipologia di eventi non può più essere ignorata. Ma va sempre più conosciuta.
12/9/2024 – Un evento meteorologico straordinario sul Chianti
Tra la notte e la mattina del 12 settembre 2024, una vasta saccatura in azione sul Mediterraneo centrale, favoriva la formazione di un minimo depressionario sul Golfo di Genova, in rapido movimento verso sud-est.
Condizioni sinottiche tipiche di ogni autunno che favorivano instabilità diffusa sulla Toscana, ma avrebbero causato un evento meteorologico significativo tra la Valdelsa e il Chianti.
Al mattino, il minimo di pressione sul Mar Ligure ha innescato un flusso da sud-ovest sulla Toscana favorendo la formazione di una linea temporalesca.
Questa, inizialmente sviluppatasi sull’interno Pisano, si è estesa verso sud-est, interessando prima la Valdelsa e successivamente il Chianti.
All’interno di questo sistema multicellulare, un fenomeno particolarmente intenso ha attirato l’attenzione: una singola cella temporalesca, evolutasi probabilmente in una supercella di piccole dimensioni, ha deviato il suo movimento dal flusso principale nella zona di Poggibonsi-Barberino Val d’Elsa, dirigendosi verso Castellina in Chianti.
Danni e fenomeni associati
La supercella di per sé non spiega i danni tanto rilevanti nella zona sud di Castellina in Chianti, tra cui alberi sradicati, tetti scoperchiati e strutture danneggiate.
Questi effetti infatti sono compatibili con un fenomeno di “downburst”, associato all’intensa cella temporalesca e caratterizzato da raffiche di vento intense e localizzate, stimate fino a 120-140 km/h.
Nonostante l’ipotesi di una tromba d’aria non possa essere completamente esclusa (dalle supercelle si possono originare infatti tornado) essa appare meno probabile per l’assenza di fotografie o segnalazioni dirette del fenomeno, nonché per la distribuzione dei danni stessi.
Le stazioni meteorologiche presenti nell’area non hanno registrato valori significativi di vento, probabilmente a causa della limitata copertura strumentale nella zona più colpita.
Tuttavia, l’analisi dei dati radar e la mappatura dei danni confermano la presenza di venti estremamente forti in un’area circoscritta, tipici di un “downburst” o per meglio dire un “microburst”, considerata la ridotta estensione.
L’intensità del temporale
La cella temporalesca ha prodotto precipitazioni intense, con stime radar che indicano accumuli orari fino a 20 mm e punte di intensità tra 50 e 200 mm/h.
Non sono stati segnalati episodi di grandine nella zona colpita dai venti più forti, sebbene non si escludano fenomeni locali associati alla cella principale.
Al passaggio del temporale, si è osservato un calo della temperatura da 17,6°C a 16,3°C e una rotazione del vento da sud-est a ovest-nordovest al transito del sistema temporalesco.
Cosa è un “downburst”
Un “downburst” è un fenomeno meteorologico caratterizzato da una forte corrente discendente di aria fredda che si sviluppa all’interno di un temporale.
Quando questa corrente raggiunge il suolo, si diffonde orizzontalmente in tutte le direzioni, generando venti molto intensi e spesso dannosi.
A seconda dell’area colpita, si distingue tra “microburst” (meno di 4 km di estensione) e “macroburst” (più di 4 km).
I “downburst” possono causare danni simili a quelli di una tromba d’aria, ma non presentano un movimento rotatorio.
E’ un fenomeno che può accadere in ogni stagione, ma è più frequente in estate e nella prima parte dell’autunno, quando i temporali sono più intensi.
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