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lunedì 11 Agosto 2025
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    La bandiera della Palestina (“in segno di pace e rispetto dei popoli”) esposta in 32 Comuni della provincia di Siena

    Fra questi anche Gaiole, Castellina in Chianti e Castelnuovo Berardenga: "Un gesto necessario a fronte di una drammatica recrudescenza della violenza contro il popolo palestinese"

    SIENA – La bandiera della Palestina, come affermazione di Pace e rispetto dei popoli, è stata esposta oggi, lunedì 11 agosto, in 32 Comuni della provincia di Siena.

    Nel dettaglio, nei municipi di: Abbadia San Salvatore, Asciano, Buonconvento, Casole d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Castiglione d’Orcia, Cetona, Chianciano Terme, Chiusdino, Chiusi, Colle di Val d’elsa, Gaiole in Chianti, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Murlo, Poggibonsi, Radicofani, Radicondoli, Rapolano Terme, Pienza, San Casciano dei Bagni, San Quirico d’Orcia, San Gimignano, Sarteano, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda.

    “Un gesto simbolico – spiegano le amministrazioni comunali – Un gesto necessario a fronte di una drammatica recrudescenza della violenza contro il popolo palestinese”.

    “Le nostre comunità – rilanciano – sono basate sulla tutela delle libertà dei popoli, sul rispetto delle regole umanitarie e sulla promozione della pace, dei diritti umani e della solidarietà”.

    “Le istituzioni democratiche negli ultimi mesi – sottolineano – hanno voluto rimarcare queste caratteristiche con prese di posizione nette, a partire dal riconoscimento dello stato di Palestina. È necessario determinare una forte pressione internazionale per fermare presto il dramma vissuto da bambini, donne e uomini nella striscia di Gaza.

    “La bandiera palestinese esposta sui nostri municipi – evidenziano – contiene questa volontà e, contemporaneamente, è una condanno per ogni tipo di sistema violento nelle relazioni tra i popoli. Le bandiere sono un modo per dare voce a un popolo martoriato, per rivendicare giustizia, umanità, pace, condannare le scelte scellerate del governo di Israele e, contemporaneamente, affermare che la strada per la pace passa attraverso il riconoscimento da parte del mondo dell’urgenza di rendere realtà la nascita di due Stati che convivano in quei territori”.

    “A Gaza non servono fucili e bombe – incalzano – servono ospedali, scuole, è necessario consentire ai palestinesi e israeliani di vivere e rispettarsi reciprocamente. Per questo motivo il presupposto è fermare la guerra, disarmare Hamas, smantellare l’organizzazione terroristica senza cui non ci sarà mai la Pace. Non si può rispondere all’orrore con altro orrore. Hamas deve sparire e la guerra deve finire”.

    “Il popolo israeliano – dicono ancora – ha il diritto alla sicurezza e alla pace così come ne hanno diritto i palestinesi. Ricominciamo dalla pace, per questo chiediamo di cessate il fuoco immediatamente!”.

    “C’è urgente bisogno di aiuti, cibo, medicinali, acqua – rimarcano – C’è bisogno di diplomazia, non di vendetta. Di umanità, non di sterminio. Condanniamo con forza ogni forma di antisemitismo, così come condanniamo il terrorismo e i suoi sostenitori, compresi i regimi che lo alimentano. Ma oggi il nostro grido va soprattutto a chi soffre, a chi muore, a chi è senza voce”.

    “Sosteniamo tutte le donne e gli uomini – concludono – israeliani e palestinesi, che ogni giorno si battono per la pace, la convivenza, la giustizia. Esponiamo la bandiera palestinese per chiedere alla comunità internazionale, all’Europa, agli organismi sovranazionali di agire ora. La pace e due popoli, due Stati è l’unica via percorribile”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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